La notte del 10 agosto gli occhi di tutti noi si rivolgono speranzosi al cielo per cogliere al volo una stella cadente.

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Scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio degli asteroidi della costellazione di Perseo.

Culturalmente la pioggia di stelle è stata elaborata in modo più poetico riallacciandosi al martirio di San Lorenzo, dal III secolo sepolto nell’omonima basilica a Roma, e considerando le stelle cadenti come le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio che, vagano eternamente nei cieli, scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì, creando un’atmosfera magica e carica di speranza.
In questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermano a ricordare il dolore di San Lorenzo, e ad ogni stella cadente si esprime un pio desiderio.

Nella tradizione popolare, le polveri di stelle del 10 agosto sono anche chiamate “fuochi di San Lorenzo”, poiché ricordano le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire anche se, in realtà San Lorenzo non morì bruciato ma decapitato e nell’immaginario popolare l’idea dei lapilli volati in cielo ha preso piede.
In Romagna, il giorno di San Lorenzo ci si deve immergere sette volte in mare, per purificarsi e per attirare a sé fortuna e felicità. La riviera romagnola conta un grande afflusso di bagnati speranzosi di veder le loro malattie portate via dal mare.

Altra tradizione, in chiave cristiana, vuole ricordare un’apparizione di San Lorenzo, avvenuta a Cervia durante una epidemia di febbre malarica. Si narra infatti che il Santo del 10 agosto apparve in sogno ad una ragazza malata, indicandole la via della guarigione nelle acque salmastre, che avrebbero donato ai bagnanti i sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio.
Così, per estensione e per paura di future epidemie, i credenti iniziarono a bagnarsi sette volte in mare il 10 agosto, giorno di San Lorenzo.

Questo giorno ci porta alla memoria anche l’uccisione del padre di Giovanni Pascoli che, per ricordare l’evento, scrisse questa bellissima poesia:


X AGOSTO

San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

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Stralcio testo tratto dalla pagina: parrocchiasanvitale.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

vedi anche:

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