La Chiesa Cattolica Romana fino al 1971 segnava l’11 aprile come commemorazione di San Leone, mentre ora viene celebrato il 10 novembre. Le Chiese Ortodosse orientali lo commemorano il 18 febbraio.

Raffaello – L’incontro tra Leone Magno e Attila – Roma, Palazzo Vaticano, Stanza di Eliodoro. – Wikipedia, pubblico dominio

Nacque sul finire del secolo quarto, da genitori toscani. Si trovava nelle Gallie per una delicata missione diplomatica quando, alla morte di papa Sisto III, fu acclamato suo successore sul soglio di Pietro. Il 29 settembre 440 fu consacrato vescovo di Roma, e la data rimase cara al suo cuore, tanto che ebbe la consuetudine di convocare spesso in quel suo giorno “natale” il sinodo dei vescovi suffraganei e di celebrarne il ricordo nei suoi discorsi, alcuni dei quali sono pervenuti fino a noi.

Leone fu una personalità potente; visse in un’epoca critica di transizione, in cui la decadenza della colossale organizzazione dell’Impero Romano venne a coincidere con l’avvento del Cristianesimo da un lato e con l’irrompere delle civiltà barbariche dall’altro. Papa Leone Magno seppe far fronte con pari energia e pari intelligenza al pericolo delle invasioni barbariche e a quello dell’eresia monofisita, che minacciava la fede della Chiesa nel mistero dell’Incarnazione. Se riuscì a contenere la minaccia di Attila che pesava sull’Italia, dovette assistere impotente, tre anni più tardi, al sacco di Roma compiuto dalle soldataglie di Alarico, re dei Goti (455). Sul piano dottrinale, la battaglia di S.Leone in difesa di una teologia cristologica che affermasse della persona di Gesù sia la vera umanità (contro Nestorio) sia la vera divinità (contro Eutiche), fu ratificata dal Concilio di Calcedonia (451): “Pietro ha parlato per bocca di Leone”, esclamarono i Padri.

E’ interessante riconoscere lo stile particolarissimo di questo scrittore e oratore, che pur appartenendo ad un tempo tanto combattuto e inquieto, ha saputo esprimersi con ammirabile serenità e armonia.

(Papa dal 29/09/440 al 10/11/461)

Arcidiacono (430), consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa.

Ritratto di Papa Leone I nella Basilica di San Paolo fuori la Mura, Roma. – Wikipedia, pubblico dominio

Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti.
Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo.
Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila.
I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia.
Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe.

Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma.
Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”.
Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa. É il primo papa che ebbe il titolo di Magno ( Grande ).


Nel 440 c’è in Gallia quasi una guerra civile tra le due più alte autorità romane: il generale Ezio e il prefetto del pretorio Albino.
Il potere imperiale è così debole, che per pacificarli si manda un uomo di Chiesa: il diacono romano Leone. Questi va e riconcilia i due.

Francisco de Herrera el Mozo – Papa Leone Magno – Museo del Prado, Madrid. – Wikipedia, pubblico dominio

Poi apprende che papa Sisto III è morto e che è stato già eletto lui, Leone.
Nei suoi 21 anni di pontificato passano 4 imperatori: uno cacciato subito ( Avito ) e gli altri ammazzati: Valentiniano III, Petronio Massimo e Maggioriano.
L’Impero è in agonia e la giovane Chiesa è travagliata da scontri dottrinali e discordie.
Con l’energia e la persuasione, Leone rafforza in Occidente l’autorità della Sede di Pietro, e affronta duri contrasti in dottrina.
L’abate orientale Eutiche, influente a Costantinopoli, sostiene che in Cristo esiste una sola natura (monofisismo), contro la dottrina della Chiesa sulle due nature, distinte ma non separate, nella stessa persona. E ottiene che l’imperatore Teodosio convochi nel 449 un concilio a Efeso (Asia Minore).

Ma qui parlano solo gli “eutichiani”, senza ascoltare i legati di Leone, e acquistando nuovi proseliti.
Negando validità a questo concilio, il Papa persuade il nuovo imperatore Marciano a indirne un altro nel 451.
E questo è il grande concilio di Calcedonia (presso Bisanzio), quarto ecumenico, che approva solennemente la dottrina delle due nature.
Non tutti però ne accettano le decisioni, e ci sono gravi disordini, soprattutto in Palestina.
Intanto l’Occidente vive tempi di terrore.
L’Impero non ha più un vero esercito; e gli Unni di Attila, già battuti da Ezio nel 451, si riorganizzano in fretta, piombano sull’Alta Italia nel 452.
Lo Stato impotente chiede a papa Leone di andare da Attila con una delegazione del Senato.
S’incontrano presso Mantova, e Leone convince il capo unno a lasciare l’Italia, anche col pagamento di un tributo (la leggenda parlerà poi di una visione celeste che terrorizza Attila).

Tre anni dopo, i Vandali d’Africa sono davanti a Roma col re Genserico.
A difendere gli inermi c’è solo Leone, che non può impedire il saccheggio; ma ottiene l’incolumità dei cittadini ed evita l’incendio dell’Urbe.
É un romano antico (forse anche di nascita) che ha incontrato Cristo, e che sente fortemente la responsabilità di successore di Pietro.

Chiesa parrocchiale cattolica di San Gordiano ed Epimaco, Merazhofen, Leutkirch in Algovia, Germania – Soffitto principale dipinto, angolo: Papa Leone Magno. – Wikipedia, pubblico dominio

Arricchisce la Chiesa col suo insegnamento (specie sull’Incarnazione); chiede obbedienza ai vescovi, ma li sostiene col consiglio personale, li orienta in dottrina, nello splendido latino dei suoi scritti, per “tenere con costanza la giustizia” e “offrire amorosamente la clemenza”, poiché “senza Cristo non possiamo nulla, ma con Lui possiamo tutto”.

.

Stralcio testo tratto dalla pagina: unionecatechisti.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

.