San Filippo diacono, conosciuto anche come “Filippo il Giovane” o affettuosamente chiamato dai palermitani San Filippello, è una delle figure religiose più antiche e amate della città. È distinto da San Filippo di Agira, detto “il Grande“, con cui è strettamente legato sia spiritualmente che nella tradizione popolare. Entrambi sono considerati protettori di Agira.
Le notizie sulla sua vita provengono da antiche fonti legate alla biografia di San Filippo di Agira. Si narra che un ricco palermitano, senza figli, si recò ad Agira dopo aver sognato un uomo che lo invitava a cercarlo: era proprio il santo presbitero Filippo. Riconosciutolo nel tempio, si avvicinò a lui e il santo gli assicurò che la sua preghiera sarebbe stata esaudita. Tornato a Palermo, trovò la moglie in attesa di un bambino, annunciato anche a lei in sogno. Il figlio fu chiamato Filippo.

Agira – Veduta panoramica – Wikipedia – User: Stelmb, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0
A otto anni, il piccolo Filippo fu condotto dal santo ad Agira. Ricevette la benedizione e una profezia: avrebbe costruito una chiesa nella sua città. Tornato a Palermo, fu educato nella fede e divenne diacono. Seguendo l’insegnamento del suo maestro, visse con umiltà e generosità, mettendo i suoi beni a servizio dei poveri.
Durante il viaggio di ritorno da Agira, compì il suo primo miracolo: guarì un uomo morso da un serpente con una fascia donatagli dal presbitero Filippo. Da quel momento, il giovane iniziò a essere cercato da molti per ricevere grazie e guarigioni.
A Palermo, Filippo divenne presto noto per la sua santità e i miracoli. Sebbene non menzionato nella “Vita pseudo-atanasiana”, la tradizione lo vuole presente ad Agira sotto la protezione del suo maestro, continuando l’opera di fede e carità.
Quaranta giorni prima di morire, apparve in sogno a un certo Belisario, indicandogli il progetto della chiesa da costruire in suo nome. Il 12 maggio, a 63 anni, dopo aver composto il proprio elogio funebre, si distese nella sua urna e si spense in pace, affidando la sua anima a Dio.
Anche dopo la morte, i miracoli continuarono. Un monaco di Palermo fu liberato da uno spirito maligno semplicemente toccando il libro che Filippo teneva con sé. La sua fama crebbe, attirando devoti da ogni luogo in cerca di guarigione e liberazione.
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