Il Santo Padre Benedetto XVI, l’8 ottobre 2006, ha dichiarato Beata la venerabile serva di Dio Maria Teresa di Gesù Scrilli che, con alcune compagne, aveva fondato a Montevarchi (Arezzo) un nuovo istituto religioso oggi chiamato Congregazione delle Suore di Nostra Signora del Carmelo.



Beata Maria Teresa di Gesù (Maria Scrilli) – Wikipedia, pubblico dominio

«Togliere fanciulle al mondo e farle spose di Dio»: non è un proposito di stampo medievale o reazionario quello che sta alla base dell’esperienza spirituale e della missione di Maria Teresa Scrilli.
Ma il progetto di Maria Teresa Scrilli non è altro che il frutto concreto della sua esperienza umana e spirituale: non una visione pessimistica dell’uomo e di Dio, ma piuttosto la concreta e decisiva scoperta che solo Dio ci apre a un’esistenza veramente salvata, solo Dio ci sottrae alle logiche umane, troppo umane, che chiudono spesso la vita in vicoli ciechi e sterili e impediscono l’autentica maturazione della nostra personalità.
Sì, il mondo non ha a cuore l’uomo, lo vediamo ogni giorno nelle pagine di cronaca, e Dio sempre di nuovo decide di intervenire per custodirlo e consentirgli di essere se stesso.

Nata a Montevarchi il 15 maggio 1825, e dopo un’infanzia segnata dal rifiuto della madre, miracolosamente superato attraverso una profonda devozione verso la Vergine Maria, intensamente pregata nella sua parrocchia, la Collegiata di S. Lorenzo, Maria Teresa Scrilli riconosce presto l’attrazione di Dio nella sua vita. Le è di guida, in questi anni, l’esemplarità di santa Maria Maddalena de’ Pazzi, tanto che, nel 1846, contro il parere della famiglia, fa ingresso nel monastero carmelitano di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, a Firenze. Ed è in monastero che Maria Teresa Scrilli ha una visione chiara del compito cui Dio la chiama e che la conduce di nuovo in famiglia, a Montevarchi, dove inizia a dedicarsi all’educazione delle fanciulle povere della sua città:
«Un giorno – racconta lei stessa ricordando l’ispirazione ricevuta – mentre, pregando, mi raccomandavo a Dio che si degnasse di farmi conoscere la sua volontà, mi sembrò che, trasportato il mio spirito nel mondo, egli mi additasse una quantità di Creature che Egli attendeva che io inviassi a lui». 

Ben presto, intorno a lei si raccolgono alcune compagne e amiche, che condividono la sua aspirazione e che si lasciano formare dalla sua profonda vita spirituale. Il 15 ottobre 1854, dopo che da qualche anno è stata nominata Direttrice delle Scuole Normali di Montevarchi, Maria Teresa Scrilli fonda il suo istituto religioso, che oggi porta il nome di Istituto di Nostra Signora del Carmelo.
Un inizio assai fecondo: le vocazioni si susseguono e ben presto viene aperta una seconda casa a Foiano della Chiana. Ma il “mondo” fa, per così dire, sempre resistenza all’azione di Dio: approfittando del processo di unificazione dell’Italia, nel 1859 i molti anticlericali della sua città riescono a far sopprimere il nascente istituto. 

E occorreranno quasi vent’anni prima che Maria Teresa Scrilli possa ricostituirlo, questa volta a Firenze, anche con alcune delle compagne della prima ora, che ha continuato a guidare spiritualmente pur vivendo in famiglia. E, tuttavia, alla sua morte, avvenuta a Firenze il 14 novembre 1889, Madre Maria Teresa Scrilli non ha la gioia di vedere una famiglia religiosa fiorente: come Mosè, ha visto la terra promessa solo da lontano, ma ha gettato le basi di una fioritura che oggi vede il suo istituto presente in varie nazioni del mondo. 

Urna cineraria di Maria Teresa Scrilli nella “Collegiata di San Lorenzo”, la principale chiesa di Montevarchi – Wikipedia, pubblico dominio

«Intendano – scriveva Maria Teresa Scrilli nelle sue Regole, parlando del compito educativo – che la vita di questo Istituto è mista; cioè contemplativa ed attiva; ma la contemplativa non deve essere che di aiuto all’attiva; non mai di aggravio; e guardino per troppo attacco alla prima, di non restare oppresse dalla seconda; che questo sarebbe un deviare dallo spirito dell’Istituto». Parole davvero modernissime, con le quali invitava le sue suore – ben prima della nuova coscienza conciliare – a vivere la loro missione come vero e proprio compito apostolico: «Di tal vita, ne considerino, ne ammirino il pregio; poiché simile a quella del Divino Maestro, e loro Sposo Gesù. E perciò, l’amino, e la rispettino…».
Ne chiedano, dunque, la perseveranza a Gesù stesso, conclude, «che li guidi ed aiuti, per quella via di carità che Egli Divino Maestro insegnò; e spogliandosi di tutte se, ripetano con Esso Lui; non siamo in questa terra, che per adempire il volere del Padre nostro Celeste; e per faticare in condurre anime a Lui». 

In fondo, non è questo il senso di quel diventare «pescatori di uomini» di cui parla Gesù nel Vangelo: pescare gli uomini, diceva papa Benedetto nella sua prima omelia, per toglierli dall’acqua salata della sofferenza; da un mare di oscurità senza luce: «La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta nello splendore della luce di Dio, nella vera vita». 

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Stralcio testo tratto dalla pagina: toscanaoggi.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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Riportiamo una preghiera scritta da
Maria Teresa Scrilli

 

Ti amo, o mio Dio, nei doni Tuoi,
ti amo nella mia nullità,
ché anche in questo comprendo la
tua infinita sapienza:
ti amo nelle vicende molteplici,
svariate o straordinarie con le quali
Tu accompagnasti la vita mia …
Ti amo in tutto,
o di travaglio o di pace,
perché non cerco, né mai ceraci le
consolazioni di Te, ma Te,
Dio delle consolazioni.
perciò mai mi gloriai,
né mi compiacqui di quello che mi donasti nel tuo
Divino amore per sola grazia gratuita,
né mi angustiai e turbai,
se rilasciata nell’aridità e pochezza.

testo preghiera tratto da: scuolainfanziausai.it

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