Principessa, felicemente sposata, madre responsabile di famiglia non senza problemi con i figli, regina di Germania e dichiarata santa dalla Chiesa.

Matilde nacque intorno all’895 in una famiglia aristocratica della Westfalia, nord est della Germania. Secondo i costumi del tempo i suoi genitori, il conte Dietrich e Reinhilde, misero la bambina in un monastero femminile accanto alla nonna paterna diventata badessa, dopo la sua vedovanza. 
Matilde, si legge in un documento, fu messa nel monastero non per diventare monaca, ma per acquisire un’educazione e una formazione intellettuale conforme al suo rango. 
Era la prassi. 

Konrad Astfalck – Domanda di matrimonio fra il Duca Enrico I e Matilde di Ringelheim, anno 909 (dipinto storico del 1896) – Wikipedia, pubblico dominio

Nel 909 sposò Enrico di Sassonia. Dal loro matrimonio nacquero ben cinque figli tutti destinati a brillanti carriere. Ottone I chiamato poi il Grande, Gerberga futura regina di Francia, Edvige, Enrico il Giovane, e Bruno che diventerà arcivescovo di Colonia. 

Immagine di Matilde assieme al marito Enrico nella Chronica sancti PantaleonisWikipedia, pubblico dominio

Le prime vere difficoltà per Matilde arrivarono con la morte del consorte che avvenne nel 936, lasciandole un notevole bene patrimoniale. Per la successione lei non era molto favorevole al primogenito Ottone, e tentò di far proclamare Enrico che, secondo lei, era più degno anche perché nato dopo che il marito era diventato re. 
Si arrivò al conflitto tra i due fratelli, e nonostante l’appoggio della madre, Ottone vinse la partita. Questi liquidò velocemente la disputa dei familiari per la successione, ma rinunciò, saggiamente, alla vendetta. Nel 955 sconfisse poi gli Ungari, ponendo fine ai loro saccheggi in molte parti d’Europa (anche in Italia). Con la corona imperiale ottenuta a Roma nel 962, arrivò anche la piena riconciliazione con tutta la famiglia.

È interessante notare (e questo conferma indirettamente la santità di Matilde) che attorno agli anni 938-941 ad un certo punto i due fratelli, Ottone ed Enrico, già in discordia per la successione al trono, furono invece concordi nell’allontanare la loro madre perché, questa l’accusa che ci fa sorridere, spendeva troppo per soccorrere le chiese e i poveri. La obbligarono a rinunciare ai propri beni e la rinchiusero in un monastero. Le vennero restituiti i suoi diritti solo per intervento della regina Edith. Tuttavia questo fatto indebolì per un certo tempo la sua influenza in seno alla famiglia. 

Matilde superò anche questa dura prova. Dal 946 fino alla morte recuperò tutta la sua autorità e influenza, continuando l’opera a favore della chiesa e dei poveri. Creò infatti monasteri maschili a Poelde e Quedlinburg e abbazie femminili a Enger e Nordhausen.
Onorata e rispettata dai suoi durante questo periodo, la regina ebbe la gioia di ricevere l’omaggio della propria parentela durante l’assemblea dinastica di Colonia nel 965, dove ella venne festeggiata come simbolo dell’unità familiare. 

Si spegneva tre anni dopo a Quedlinburg, il 14 marzo 968, e venne sepolta accanto al marito Enrico.

Santa Matilde (Mathilde de Ringelheim) – Wikipedia, pubblico dominio

Una vita movimentata quella di Matilde. Come madre di famiglia e come regina. Una vita che però risplendeva per le sue virtù, pur all’interno di un ambiente, dove non mancavano ricchezza e lusso. 
La sua santità venne riconosciuta subito in ambito locale, specialmente grazie a due sue biografie, anche se le autorità ecclesiastiche non la riconobbero subito. 
Il suo culto liturgico si impose proprio a Quedlinburg. Matilde veniva menzionata in alcune compilazioni martirologiche del XV e XVI secolo, finché venne iscritta nel Martirologio Romano, e la sua santità fu riconosciuta anche al di fuori della Germania. 
È interessante notare che gli agiografi della regina Matilde avrebbero potuto offrire un’immagine convenzionale della sua santità: insistendo magari sulla sua pia vedovanza e sui legami con monasteri e abbazie. Presentarono invece la sua santità come qualcosa di cresciuto all’interno della sua scelta di vita familiare. Matilde è santa perché ha vissuto santamente il suo essere sposa, il suo essere madre e anche il suo essere regina, con tutte le incombenze proprie di questo stato, non semplice. Potremmo dire che in lei c’è una santità regale, matrimoniale, e familiare. 
I suoi biografi ci hanno mostrato una santità autentica acquisita giorno dopo giorno in seno alla propria famiglia, nelle gioie e dolori che essa comporta. Veniva proposto così un nuovo modello di santità, diverso da quello vissuto nei monasteri e nelle abbazie.
Naturalmente anche il marito Enrico era d’accordo con il suo modo di vivere.

In una delle biografie si risponde alle voce che già circolava di avere Enrico sposato una monaca, troppo dedita alla preghiera. “Nottetempo… Matilde si alzava, e all’insaputa del marito, abbandonava la camera reale per consacrarsi alla preghiera e ritornare a Dio che lei amava d’un amore puro e serviva con una fede senza tentennamenti. Chi avrebbe dubitato che essa poteva agire così senza che il re non lo sapesse? E di fatto egli se ne accorse, ma faceva finta d’ignorarlo, sapendo che le azioni di Matilde erano buone ed utili ad entrambi. Dava quindi il suo consenso a tutto ciò che lei desiderava“. 
Un ultima annotazione. Appena il marito Enrico morì, Matilde chiese al primo sacerdote che era digiuno di pregare per il defunto marito. Gli diede un suo braccialetto dicendogli: “Ricevi questo oggetto d’oro e canta la messa delle anime”. Sembra che questo sia stato uno dei primi esempi di preghiera di suffragio per le anime. 

Genealogia degli Ottoniani con re Enrico e Matilde regina nel doppio cerchio – Wikipedia, pubblico dominio

La vedova Matilde non cessava di essere unita spiritualmente al marito anche se defunto. Ella si sentiva ancora “responsabile” di lui perché lo amava ancora, e voleva la salvezza della sua anima. Anche dopo la morte di uno dei coniugi, la coppia di sposi cristiani rimaneva una piccola comunità legata da un amore eterno e indissolubile. Le preghiere dell’uno servivano (e servono ancora oggi) alla salvezza dell’altro. Il matrimonio veniva visto in questo modo come un autentico ed importante strumento di salvezza per i coniugi. E’ importante notare, inoltre, la stupefacente visione positiva del matrimonio cristiano. Era visto come un autentico “luogo” di circolazione della grazia di Dio. Quanti sposi cristiani vivono il loro matrimonio come un “circolo virtuoso” di grazie reciproche come lo è stato per Enrico e Matilde?

La santa regina spirò il 14 marzo 968 e le sue spoglie mortali erano state appena deposte in chiesa quando giunse una coperta intessuta d’oro mandata dalla figlia Gerburga per adornare il feretro. Il corpo di Matilde venne sepolto accanto a quello del marito e subito iniziò la venerazione popolare nei suoi confronti. Nelle diocesi tedesche di Paderborn, Fulda e Monaco è ancora oggi particolarmente vivo il suo culto.

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Il Padre Nostro di Santa Matilde per le povere anime

(Ogni volta Matilde recitava questa preghiera ella vedeva schiere di povere anime entrare in Cielo)

 

Padre nostro che sei nei Cieli

Io ti supplico, o Padre Celeste, perdona alle povere anime nel purgatorio perché esse non hanno amato Te loro Signore e Padre che Tu per puro amore e generosità avevi accolte come figlie, e non ti hanno reso quell’onore che Ti era dovuto, ma ti hanno scacciato da loro cuore, dove Tu volevi abitare sempre, con il peccato. In riparazione di quelle colpe io ti offro quell’amore e quell’onore, che il Tuo Unigenito Figlio Ti ha tributato durante la sua vita terrena, e tutte le opere e le penitenze e le riparazioni con cui Egli ha lavato ed espiato tutte le colpe degli uomini. Amen.

Sia santificato il Tuo Nome

Io Ti supplico incessantemente e benignissimo Padre, perdona alle povere anime perché esse non sempre hanno rispettato e onorato il Tuo Santo Nome, ma spesso lo hanno avuto irriflessivamente e superficialmente sulle labbra e con una vita peccaminosa si sono rese indegne del nome di Cristiane. In soddisfazione di questi peccati io Ti offro l’onore che il Tuo amato Figliolo Ti ha reso sulla terra con le sue prediche e azioni, glorificando il Tuo Nome. Amen.

Venga il Tuo Regno

Io ti pregno o benignissimo Padre, perdona alle povere anime perché esse non sempre hanno ardentemente considerato il Tuo Regno e hanno cercato il tuo regno, dove solo c’è la vera pace e il riposo. In riparazione della superficialità nel compiere il bene io Ti offro i santi desideri di Tuo Figlio, con cui Egli cerca e vuole e desidera che anch’esse siano coeredi del suo Regno. Amen.

Sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra

Io Ti prego, o benignissimo Padre, perdona alle povere anime, perché esse non hanno sottomesso la loro volontà alla tua, ma molto spesso sono vissute secondo il loro gusto e a modo loro e hanno agito e si sono comportate contro il tuo volere. Per la loro disubbidienza io Ti offro la perfetta unione dell’amatissimo Cuore di Tuo Figlio con la tua santissima volontà e le sua profonda sottomissione per cui Lui fu obbediente fino alla morte. Amen.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

Io Ti prego, o Padre buono, perdona alle povere anime, perché esse hanno ricevuto tanto spesso il santissimo Sacramento dell’altare senza un vivo desiderio, senza attenzione e senza ardente amore, o perfino indegnamente o hanno trascurato di riceverlo. Per questi loro peccati io Ti offro l’altissima santità e la devozione di Gesù Cristo, Tuo Figlio, come pure il suo ardente amore, con cui ci ha donato questo adorabilissimo Bene. Amen.

Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori

Io Ti prego, amabilissimo Padre, perdona alle povere anime del Purgatorio tutti i peccati di cui si sono caricati – dei sette peccati capitali – e specialmente anche perché esse non hanno amato i loro nemici e non li hanno voluto perdonare. Per questi peccati io Ti offro la amorosa preghiera che Tuo Figlio Ti ha rivolto dalla sua santa Croce per i suoi nemici. Amen.

Non ci indurre in tentazione

Io Ti prego, o benignissimo Padre, perdona alle povere anime perché esse tanto spesso non hanno opposto nessuna resistenza alle tentazioni e alle loro passioni, ma hanno seguito il maligno nemico e hanno soddisfatto ai desideri della carne. Per tutte queste loro molteplici mancanze e peccati io Ti offro la gloriosa vittoria di Gesù Cristo, con cui Egli ha vinto il mondo, come pure Ti offro la sua santissima vita, le sue fatiche e il suo lavoro e la sua amarissima Passione e Morte! Amen.

Ma liberaci dal Male

E da tutti i castighi, per i meriti del tuo Amatissimo Figlio, e conduci le povere anime e noi nel Regno dell’eterna gloria, che sei Tu stesso. Amen!

Stralcio testo tratto dalla pagina: ilsantorosario sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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