Chiesa parrocchiale di Santa Maria Goretti, Città di Manila – Wikipedia, pubblico dominio

L’esistenza di Santo Espedito è stata più volte messa in dubbio. Secondo Delehaye, il nome Espedito sarebbe una lettura errata di Elpidio.

Sia S. Espedito che un martire di nome Elpidio morirono a Melitene insieme ad un certo Ermogene, ma non deve necessariamente trattarsi dello stesso Ermogene: tant’è vero che il Martirologio Geronimiano segnala i martiri Elpidio ed Ermogene sempre in date diverse dal 19 aprile, giorno in cui sono invece riportati i nomi di Ermogene, Espedito e degli altri compagni. 
Le uniche informazioni che sembrano certe riguardano il giorno (19 aprile) ed il luogo di morte (Melitene, ora Malatya, in Turchia); nulla si può dire neanche sulle circostanze del martirio, né sulla sua epoca (l’affermazione che esso avvenne sotto Diocleziano non si fonda su dati storici), sicuramente però anteriore alla redazione del Martirologio Geronimiano.

E’ stata formulata l’ipotesi che la parola “expeditus” debba essere intesa come aggettivo riferito ad una persona e non come nome proprio. Effettivamente, in latino, tale vocabolo poteva essere sia aggettivo (“libero da impacci”) che sostantivo (“chi è libero da impacci”; nel linguaggio militare, il plurale “expediti” indicava la fanteria leggera). Non ci sono, però, assolutamente prove per affermare – come qualcuno ha fatto in passato – che “expeditus” sia un aggettivo riferito a S.Menna. L’unico legame tra i due santi consiste nel fatto che entrambi sono rappresentati in vesti militari; dopo il XVII secolo, la loro iconografia fu confusa in Occidente. 

Frutto d’invenzione è una leggenda che presenta S. Espedito come comandante della legione romana Fulminante e autore del miracolo dell’acqua avvenuto all’epoca di Marco Aurelio. [1]

Esistono numerose versioni di una leggenda che ha per protagonista il santo. In ognuna di esse si spiega che il nome Expeditus deriverebbe dalla scritta “spedito” posta su un pacco contenente le reliquie di un santo sconosciuto.

Una variante della leggenda è descritta anche in una poesia, tratta dalla raccolta Palmström (1810), dell’autore tedesco Christian Morgenstern (München, 1871 – Merano, 1941). In quest’opera è inoltre nominata un’opposizione da parte della Chiesa di Roma al culto del santo.

Sicuramente il nome Expeditus ha dato luogo a degli equivoci diventando in tal senso “colui che perora velocemente le cause di chi gli chiede una grazia”. Inizialmente invocato per le cause urgenti è diventato il patrono dei commercianti (celere disbrigo degli affari) e dei naviganti”.

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Sant’Espedito è raffigurato nelle vesti di soldato (il termine latino “expeditus”, come già accennato, significa anche “armato alla leggera”) e calpesta un corvo che grida “cras” (“domani” in latino): secondo una leggenda, tale corvo, che rappresenta lo spirito maligno, apparve a Sant’Espedito dopo la conversione al cristianesimo. Nell’area germanica il santo è rappresentato con un orologio, mentre nel resto del mondo ha in mano un crocifisso (elemento aggiunto in epoca successiva) con la scritta “hodie” (“oggi” in latino).

Il culto in Italia ha avuto origine a Torino nel Medio Evo. Dal XVII secolo S.Espedito ha goduto di una diffusa popolarità in Sicilia e dal XIX secolo anche in Campania. Si trovano comunque testimonianze del culto in molte altre regioni italiane

In Sicilia, il culto si diffonde a Messina nel XVII secolo e si estende, probabilmente per opera dei gesuiti, ad Acireale (Catania) nel XVIII secolo. Qui il santo è invocato come patrono dei commercianti e per il celere disbrigo degli affari. E’ venerato nella chiesa di Gesù e Maria e gli sono dedicati un quadro, una statua realizzata da Ignazio Castorina (1737/1822) e tre acqueforti.

  • Nella prima è presente una giaculatoria: “Dalla gloria in cui siedi accanto al Nume C’impetri il sangue tuo santo il costume”.  
  • Nella seconda il santo è presentato quale negotiorum et expeditionum patronus. Calpesta con un piede una Medusa dalla chioma di serpi, simbolo dell’astuzia e dell’inganno, e con l’altro piede il corvo, recante in bocca la scritta cras cras (domani), simbolo delle dilazioni ingiustificate. Il santo impugna la spada, all’elsa della quale è intrecciata la palma del martirio, e guarda verso l’emblema della SS.Trinità, recato da un angelo. In alto si legge: “Peregrinare in terra eroque tecum et benedicam tibi” (Gen. XXVI, 3) e “In pinguetudine terrae et in rore coeli desuper erit benedictio tua” (Gen. XXVII, 39, 40). Ai piedi sono poi rappresentate  navi in partenza ed in arrivo, la pesca, due pellegrini che si mettono in viaggio, la buona cacciagione e le ricche messi.
  • La terza è un’incisione in rame raffigurante la statua scolpita da Castorina e reca scritto: “S. ESPEDITO MARTIRE – Protettore dei Negozi dei Litigi e delle spedizioni, e per privilegio dell’anno 1791 Padrone della Città di Aci Reale.

Palermo il culto si diffuse nella seconda metà del secolo scorso e fu approvato dal Card. Michele Ceresia con un rescritto del 29 dicembre 1899, ma già nel convento delle Religiose Basiliane del SS. Salvatore si trovavano delle immaginette del santo. Nel 1935 fu costruita una chiesa (in via Nicolò Garzilli) in suo onore, poiché esisteva già una cappella a lui dedicata. In questa parrocchia sono conservate una statua ed una reliquia, la cui attendibilità storica non è verificata.  
All’inizio del XX secolo vi furono numerose dispute intorno alla soppressione del culto di S.Espedito: nel 1905 si diffuse addirittura la voce, infondata, che esso era stato vietato. A questo proposito scrive Alfonso Sciacca: “Alcuni vescovi … ne contrastarono il culto, perchè i devoti del Santo lo veneravano solo perchè egli giungeva «spedito» ad esaudire le loro richieste. Sant’Espedito era il santo che non rimandava nulla al domani, neppure la concessione delle grazie. Così almeno la pensava il popolino che, in tal modo, trasformava la fede (quella vera e senza condizioni di sorta) in una specie di do ut des: io ti venero perchè tu mi esaudisci subito”. 

Un’ulteriore curiosità è evocata dal libro “Sud e magia di Ernesto De Martino, in questo suo saggio al secondo capitolo intitolato “Fascinazione ed eros” a conclusione di una pratica divinatoria si afferma che “dovrà esser chiusa con tre Credo, sette Pater e sette gloria a S. Espedito”; evidentemente l’auspicio è che il Santo conduca a buon fine la fattura d’amore.

Questo è un chiaro esempio di come il culto ad un Santo può essere manipolato e gestito per fini personali e temporali.

In America cresce sempre più il culto di Sant’Espedito, ”il Santo delle consegne veloci”.
Nel 2002 la Chiesa ha nominato Sant’Isidoro di Siviglia come protettore dei programmatori di computer, ma sembra che oggi gli utenti del Web siano devoti a Sant’Espedito, benché il martire non sia stato ancora riconosciuto ufficialmente dalle autorità ecclesiastiche.
La sua popolarità è aumentata nel corso degli ultimi anni, tanto che la basilica di Nostra Signora di Guadalupe a New Orleans, che ne custodisce la statua, è visitata da numerosissimi internauti…

 

Stralcio testo tratto dalla pagina: santespedito.jimdofree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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