Panorama di Carpegna – Wikipedia, pubblico dominio

Molti non sanno o non ricordano che la sera del 1 novembre del 1970 esattamente alle 20,15 in una tranquilla cittadina marchigiana iniziò un evento straordinario nella chiesa di San Nicolò. Il frate Giuseppe conversava con il frate Mario quando all’improvviso e senza alcuna ragione udirono i rintocchi della campana chiamata Cendino, quella per intenderci che viene utilizzata per richiamare i fedeli alla messa. Non vi era alcun motivo perché ciò accadesse, non un evento straordinario, nulla che potesse essere considerato qualcosa fuori dal normale. Meravigliati ed incuriositi i due frati si precipitarono nel refettorio dove altri due frati erano intenti a guardare la TV. Alle loro domande sul perché quella campana avesse suonato i due frati del refettorio risposero di non aver udito nulla e nulla aveva udito il parroco e soprattutto Gino il campanaro. L’immediata ispezione al campanile non dette risposte: la cella campanaria era chiusa a chiave e le campane e le relative corde erano assolutamente immobili. Questo il primo evento poco rilevante, se preso come fatto episodico. L’eco portato dal vento delle campane della chiesa di San Pietro poco distante o addirittura un’allucinazione dei due frati. Ma alle 22 precise della stessa sera ecco di nuovo i rintocchi chiarissimi del Cendino all’interno della chiesa, inconfondibile alle orecchie dei frati. Uscendo però dalla chiesa nulla si udiva dei forti rintocchi, come se una barriera insonorizzata invisibile impedisse al suono di superare una zona ben circostanziata. Anche con le porte della chiesa spalancate chi era all’esterno non udiva nulla, chi era nella chiesa era assordato dallo scampanio. Quella notte i frati non chiusero occhio perché il misterioso evento si ripeté nel dormitorio a mezzanotte e successivamente alle due.

Il giorno successivo, 2 novembre, la campana tornò a far udire i suoi rintocchi, questa volta però all’esterno della chiesa, lasciando interdetti i fedeli che si accingevano ad assistere alla santa messa. Centinaia di persone poterono vedere le campane assolutamente immobili ed ascoltare il loro suono. Ma anche in questa occasione il rintoccar di campane si udiva esclusivamente sul sagrato della chiesa mentre a pochi metri di distanza, all’interno del convento e all’esterno del sagrato nulla si percepiva.

Carpegna, chiesa di San Nicolò – Wikipedia, foto di Mongolo1984 rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

Da quel giorno l’evento inspiegabile si è ripetuto sotto gli occhi e le orecchie di tutti gli abitanti del paese. Poi altri fatti: il 13 novembre il Cendino non suonò più ma fu la grande campana di mezzogiorno a rintoccare con potenza pur rimanendo assolutamente immobile.

Questo inspiegabile fenomeno non tardò ad uscire dal ristretto ambito cittadino: giornalisti, tecnici del suono, scienziati si precipitarono per assistere di persona, chi per giustificata curiosità, chi pensando di smascherare un infame trucco. Ma nessuno, pur ricorrendo ad esperimenti con l’aiuto delle tecnologie del suono di allora riuscì a risolvere il mistero. Il fenomeno si è ripetuto per quasi tutto il 1971, con la novità che in quell’anno anche la terza campana cominciò a suonare però a morto, annunciando o la morte avvenuta di un cittadino o preannunciandone la prossima dipartita.

La quarta campana non ha mai suonato ma si dice in città che quando suonerà preannuncerà un grave evento ( si mormora il crollo di una parte della montagna ).

Il fenomeno si diradò fino a scomparire alla fine del 1971, pur se tutto l’anno si manifestò con un alternarsi di suoni che una volta venivano ora da una campana ora da un’altra.

La testimonianza di un tecnico audio stupisce ancor oggi: con un registratore posto all’interno della chiesa registra due rintocchi poi esce precipitosamente all’esterno ma c’è solo silenzio. Rientrato in chiesa ascolta la registrazione. Oltre ai due rintocchi che aveva udito in chiesa, il nastro magnetico ha registrato tanti altri rintocchi che all’esterno non si erano uditi.

Fin qui la cronaca di quei tempi; ma oggi cosa accade a Carpegna e quali altri fenomeni inspiegabili si sono verificati e si verificano ancor oggi?.

Ho intervistato il signor Graziano Mancini Cilla, che vive a Carpegna in Via Amaducci il quale mi ha autorizzato a pubblicare il suo nome ed a rendere pubblico il colloquio. Il signor Graziano ha vissuto in prima persona gli eventi del 1970; da quel fatidico giorno ha dedicato la vita per cercare di capire e per essere testimone di tanti altri eventi inspiegabili che si verificano ancor oggi. Non è vero che le campane smisero di suonare nel 1971 ma seppur senza la regolarità di quei tempi hanno suonato con certezza fino al 1998. Lui però afferma che in altre circostanze, anche in tempi recentissimi le campane hanno fatto sentire il loro rintocco. Il fenomeno non ha mai avuto termine. Il signor Graziano mi ha invitato a prendere visione della grande quantità di testimonianze che riguardano il caso. Sicuramente registrazioni audio, probabilmente video ma tante testimonianze dei frati che allora vivevano nella chiesa. Da quel che ho potuto percepire dalle dichiarazioni del cittadino di Carpegna il vero centro focale degli eventi misteriosi è proprio all’interno della chiesa di san Nicolò. I rintocchi delle campane non sono altro che la manifestazione eclatante di quello che in modo più ristretto e riservato accadeva sotto gli occhi dei quattro frati: altari che si trovavano addobbati senza l’intervento di alcuno, ampolle vuote chiuse a chiave, che venivano poi trovate colme di un vino particolare. Queste solo poche cose delle tante che mi ha narrato il signor Graziano. Ho la sensazione che molte cose siano state omesse e che questo garbato testimone sappia molto di più di quanto ha detto. Non a caso sul mancato scampanio della quarta campana la sua sensazione non è quella di una calamità locale ma ben altro e lo scampanio non dovrebbe tardare a farsi udire. Un altro elemento a cui viene dato una importanza rilevante è che le campane sono dislocate sui quattro punti cardinali e se non ho capito male, la quarta punta verso oriente….


Trent’anni dopo, nessuna spiegazione attendibile

L’avvenimento, in mancanza di un’esauriente spiegazione scientifica, è caduto ormai nell’oblio.
Chiunque, me compreso, è portato a pensare all’inizio che qualche buontempone si fosse divertito a lanciare sassi contro le campane con una fionda. Ma, a parte la straordinaria abilità richiesta per far suonare una campana con un minimo d’attendibilità a suon di sassate unita alla necessità di doversi mantenere ben distante dal quel luogo affollato per non farsi scoprire, la supposizione è smontata dal fatto che chi stava sul campanile accanto alle campane, non percepiva alcun suono.
Altra supposizione: l’eco di qualche campana lontana? Mai successo prima, e il suono era troppo forte per provenire da lontano. Inoltre continuava a non spiegarsi come mai chi stava vicino alle campane non udiva nulla.
Tuttavia, per non tralasciare l’ipotesi che una qualche straordinaria combinazione atmosferica potesse giocare un tiro del genere, tutte le campane dei comuni limitrofi furono messe a tacere con un’ordinanza, per verificare questa eventualità, ma il fenomeno continuava a ripetersi.
Su suggerimento dei tecnici, l’8 dicembre, in attesa del verificarsi del ricorrente fenomeno di mezzogiorno, fu tolta in segreto la corrente a tutto il paese a partire dalle 11.45, per scongiurare l’eventualità che qualche burlone avesse piazzato un grosso impianto audio ben nascosto da qualche parte della chiesa.
Ora, nonostante l’evidente difficoltà di poter piazzare un simile impianto senza che ne rimanesse traccia, per non tralasciare nessuna possibilità di spiegazione, ogni angolo della chiesa fu accuratamente setacciato.
In ogni caso non si sarebbe spiegato che il suono si propagasse solo in ambienti limitati, ora sulle scale, ora sul sagrato o all’esterno della chiesa o sulla piazza, senza che a distanza di un metro, cambiando ambiente, se ne percepisse la più lontana eco.Anche senza corrente, tuttavia, la campana, puntualmente, suonò a mezzogiorno.

Un’equipe di tecnici del suono, arrivata da Bologna con le loro apparecchiature, rilevò che il diagramma di struttura del suono misterioso era identico a quello della registrazione del suono reale delle campane.
Il “suono fantasma” (si definisce suono fantasma un evento sonoro chiaramente ed oggettivamente percepibile quando l’origine che dovrebbe produrli sia assolutamente silenziosa ed immota), fu analizzato anche dal tecnico Li Causi, perito in radiofonia, trasmissioni televisive ed elettronica.
Assieme alla commissione del Centro Studi Parapsicologici si accertarono dapprima che il suono fosse realmente udibile da tutti senza il minimo dubbio.

Così scrisse Piero Cassoli, direttore scientifico della commissione:
“Abbiamo potuto accertare che effettivamente il suono si sente in un luogo e non in un altro, luogo in cui, secondo le leggi della trasmissione dei suoni, si sarebbe dovuto sentire forte e nitido. Infatti, mentre Li Causi udiva e registrava il suono stando in mezzo al chiosco, io, appena fuori, non udivo né registravo nulla. Come ulteriore passo dell’indagine abbiamo perquisito il convento da cima a fondo frugando anche fra i paramenti e gli ossari, seppure apparissero chissà da quanti anni abbandonati, alla ricerca di fili o altro che potesse fornire una spiegazione normale. Dopo una giornata d’indagini varie abbiamo fatto togliere segretamente l’energia elettrica a tutto il paese dalle 11.45 alle 12.15 per sottrarre a qualche eventuale male intenzionato almeno un mezzo per attuare il suo programma. Comprendevamo bene i limiti di una simile tattica e in ogni modo, a mezzogiorno, lo scampanio si udì di nuovo.”

Anche il giornalista Sergio Conti fece le sue prove e scrisse:
“… alle 12 in punto il suono della campana giunge netto e preciso. Conto diciotto rintocchi suonati a distesa. Il suono cala dall’alto come se piovesse dal cielo. Le campane sono ferme, immobili. Ho modo di constatare, spostandomi, che il suono, nitido e chiaro nel sagrato, scompare oltre un certo limite ed entrando in chiesa non se ne ode neanche una lontana risonanza.”
“…faccio una prova e ne rimango sconcertato. Dopo due rintocchi esco dalla stanza lasciandovi il registratore in funzione. Piombo nel silenzio più assoluto. Riascolto il nastro. L’apparecchio ha registrato quattro rintocchi, io ne ho uditi due soli. Degli altri due che sono stati fissati dal magnetofono, mentre mi trovavo fuori della stanza, io non ho udito neppure l’eco.”

Massimo Inardi, Presidente del Centro Studi di Parapsicologia di Bologna non poté far altro che costatare oltre ogni ragionevole dubbio l’esistenza del fenomeno senza riuscire a fornire altre spiegazioni…

Stralcio testo tratto dalla pagina: forum.termometropolitico sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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