Una visione di Licata, sotto la custodia del protettore Sant’Angelo; disegno di Sebastiano Conca, incisa da Arnaldo Westerhent nel 1765. – Wikipedia, pubblico dominio

Il 5 maggio 1220 Sant’Angelo, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, venne martirizzato a Licata, nella Chiesa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, antichi patroni della città, mentre predicava dal pulpito posto fuori della stessa chiesa per consentire ai numerosi fedeli ivi accorsi di ascoltare la Parola di Dio da lui proclamata.

Sant’Angelo, nato a Gerusalemme nel 1185 da Ebrei convertitisi al Cristianesimo, tra i primi eremiti del Monte Carmelo, negli anni che precedettero immediatamente il suo martirio dalla Palestina si recò in Occidente per sollecitare l’approvazione della Regola carmelitana al Papa Onorio III a Roma, che verrà concessa nel 1226, per predicare in varie parti della Campania e della Puglia, fondando diversi conventi che in seguito avrebbero accolto alcuni tra i Carmelitani che trasmigrarono in Europa, considerata la loro difficile situazione sul Monte Carmelo a causa delle crociate, e per combattere le eresie del tempo come si conveniva ad un grande e dotto predicatore qual egli era.

Antonio de Pereda – Sant’Angelo, 1667 circa – Museo del Prado – Wikipedia, pubblico dominio

Sceso in Sicilia, predicò in diverse località dell’isola, tra le quali Palermo, Cefalà, Caltabellotta, Muxaro e Girgenti. Sepolto nello stesso luogo del martirio, Sant’Angelo ricevette presto un culto pubblico, diffuso dai Carmelitani nelle varie parti del mondo dove erano presenti. Nel 1223 il corpo del Santo Martire venne prelevato dal sepolcro e deposto in un’urna lignea per meglio essere venerato. Il luogo del martirio e della sepoltura, da cui in seguito sgorgarono acqua ed olio miracolosi, divenne presto meta di pellegrinaggi di numerosi devoti.

Il 7 agosto 1486 le reliquie del Santo Martire vennero traslate in un’urna argentea, di piccole dimensioni, finché il 5 maggio 1623 vennero traslate nell’attuale urna argentea, più grande e più ricca della precedente, opera dell’argentiere ragusano Lucio de Anizi.

Nel 1564 il Vescovo di Girgenti, Rodolfo Pio da Carpi, fece costruire nello stesso luogo una chiesa dedicata al Santo Martire Angelo.  Nel 1625, in seguito alla liberazione della città dalla peste per intercessione del Santo Martire Angelo, avvenuta nel giugno di quell’anno, dopo aver attinto acqua al pozzo del Santo ed asperso con la stessa persone e cose, i Giurati ed il popolo di Licata decisero di costruire una nuova chiesa al Santo Martire e di trasferirne la festa dal 5 maggio al 16 agosto. La richiesta del trasferimento della festa venne accolta dal Vicario Generale di Girgenti, Corrado Bonincontro, con atto del 14 agosto di quell’anno.
Dal 1626 al 1662 venne costruita l’attuale chiesa in onore del Santo Martire ed il 15 agosto di quest’ultimo anno venne trasportata l’urna argentea del Santo dalla vecchia alla nuova chiesa e collocata nella cappella a lui dedicata e protetta da un’artistica cancellata in ferro battuto. Nel 1673 venne realizzato il pozzo marmoreo del Santo, dal maestro trapanese Giovanni Romano, per dare maggiore dignità al primitivo luogo del martirio e della sepoltura di Sant’Angelo.

Stralcio testo tratto dalla pagina: monasterocarpineto.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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