Ho trovato in rete un interessante articolo che non condivido a pieno (vedi nota in calce) ma che mi è parso abbastanza interessante..

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Origini del Mar Nero – un diluvio

In origine, ovvero in età preistorica, era un grande lago di acqua dolce quello che ora si chiama Mar Nero. Nel periodo delle grandi glaciazioni il lago Nero dai riflessi di quelle acque, spesso limacciose, era circondato da pianure (in gran parte fertili) e altipiani. 

Di questo lago si ha notizia in testi antichissimi dei Sumeri, una popolazione remota, di cui non si conoscono neppure oggi le origini. 
Attraverso i frammenti di documenti (rari) conservati fino ai nostri giorni, si è scoperto che questo lago Nero era alimentato da un sistema fluviale della odierna Russia meridionale e scaricava le proprie acque attraverso un emissario che versava, percorrendo il Bosforo, nel Mar Egeo. 

La trasformazione di questo bacino di acqua dolce in un vero e proprio mare avvenne circa dodicimila anni fa. Con il progressivo aumento della temperatura dovuto al periodo post-glaciale, con lo scioglimento dei grandi ghiacciai, che nei millenni precedenti avevano formato le calotte polari e che si estendevano su gran parte della terra, tutto il livello degli oceani iniziò a salire sensibilmente. 
Il mare prese a delineare il nuovo profilo delle terre emerse. Anche il lago Nero risentì di questo fenomeno e le sue acque cominciarono a evaporare proprio per l’innalzamento del clima: la superficie del lago si ridusse notevolmente. Ad ogni modo le zone adiacenti continuarono a conservarsi fertili e produttive grazie ai corsi d’acqua numerosi. 
Le civiltà che si affacciavano sulle rive del lago Nero trovavano il loro habitat ideale. L’ambiente sembrava perfetto oltreché per gli uomini anche per gli animali in fuga da territori avviati ormai all’inaridimento o al deserto.

Attorno all’ottavo millennio a.C. però le popolazioni di quelle zone si accorsero che il lago stentava a scaricare le proprie acque attraverso il Bosforo per la pressione del mar Egeo il cui livello tendeva ad alzarsi vertiginosamente.

Finché a un certo punto l’acqua salata ebbe la meglio e riuscì a passare nel lago respingendo quella dolce. 
Si parla nelle fonti di quel lontano periodo di una gigantesca cascata che dal mare si scaricava nel lago, diminuito di livello, con una potenza pari a oltre quattrocento volte quella che si può misurare nella cascata del Niagara, tra gli Stati Uniti e il Canada.

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LA LEGGENDA DEL DILUVIO UNIVERSALE

Il Diluvio – Incisione di Gustave Doré – Wikipedia, pubblico dominio

Il lago prese ad alzarsi tanto da rendere impossibile ai fiumi delle pianure circostanti di versare le proprie acque; le pianure del nord ovest si trasformarono in paludi, invadendo tutti i territori, boschi e campi coltivati. Non è assolutamente da scartare l’ipotesi che il ricordo di questa formidabile inondazione sia da mettere in relazione al diluvio universale. Di questo straordinario evento non si ha solo notizia nella Bibbia. A questo proposito vale la pena di rileggere il passo della Genesi, 6, 5-8: “…Il Signore vide che nel mondo gli uomini erano sempre più malvagi e i loro pensieri erano di continuo rivolti al male. Si pentì di aver fatto l’uomo e fu tanto addolorato che disse: ‘Sterminerò dalla terra quest’uomo da me creato, e insieme con lui anche il bestiame, i rettili e gli uccelli del cielo’. Ma Noè incontrò i favori del Signore”. E ne derivò la costruzione dell’Arca, sulla quale Noè imbarcò – secondo l’ordine del Signore – i suoi familiari e un maschio e una femmina di ogni specie vivente.

Del diluvio si parla anche nei libri di una popolazione che non aveva contatti, allora, con gli ebrei e quindi non conosceva la Bibbia: i Sumeri, appunto. 
Tra i miti che vengono tramandati di questo popolo antico, ce n’è uno riguardante un personaggio leggendario di nome Gilgamesh. Si tratta di un eroe che può essere paragonato all’Ulisse d’omerica memoria, anch’egli celebre per i suoi viaggi nelle terre allora conosciute. Durante uno di questi lunghi viaggi Gilgamesh raggiunse Utnapishtim, un vegliardo scampato al diluvio universale allo stesso modo di Noè, di cui riferisce il Vecchio Testamento. Anche questo grande vecchio, secondo tali ricordi sumerici, si era costruito un’arca. Utnapishtim, ricevuto Gilgamesh, gli raccontò delle sue peripezie con l’arca, della sua salvezza dal diluvio e gli riferì di quanto esisteva prima sulla terra. Il mito si intreccia con la realtà. Il libro di Gilgamesh, eroe sumerico, può considerarsi un prototipo delle Mille e una Notte, tanti sono gli episodi e le avventure che egli incontra e supera.

 
GLI  STORICI ALLE PRESE CON L’ENIGMA

Gilgamesh per i Sumeri è in effetti l’omologo dell’Ercole della mitologia greca, come questi dovette affrontare fatiche terribili, prove sovrumane che difatti lo consacrarono come una vera e propria divinità. Attorno alla figura di Gilgamesh, e al suo mito, venne formandosi un poema epico, di cui sono arrivati brandelli e frammenti, un poema tramandato di padre in figlio dai Sumeri nell’antichità e poi diffusosi nella memoria dei popoli (per lo più della regione tra il Tigri e l’Eufrate, la vecchia Mesopotamia, culla dei Persiani, con i quali essi entrarono in contatto prima di scomparire del tutto). Recenti studi hanno accertato l’esistenza di questo Gilgamesh. Un profondo conoscitore di miti sumerici, come la professoressa Stephanie Dailey – docente all’università di Oxford – ha però avanzato forti dubbi sull’esistenza di un poema epico imperniato sull’eroe di cui abbiamo riferito. Gilgamesh, secondo la Dailey, sarebbe stato in realtà solo un re, signore e padrone della città di Uruk, in Mesopotamia, vissuto attorno al 4500 a. C., un periodo dunque troppo lontano dagli eventi che caratterizzarono i millenni tra l’8000 e il 7500, che corrispondevano, più o meno, alla catastrofe abbattutasi sul Mar Nero e sulle zone circostanti.

Ma il Gilgamesh cui si riferisce la docente di Oxford potrebbe essere in effetti un omonimo dell’eroe di cui i miti sumerici parlano e che si fa vivere appunto attorno al 7500 o anche prima. D’altronde, la storia dei Sumeri è ancora piuttosto nebulosa: le leggende si confondono con la realtà, benchè gli storici siano impegnati nella ricostruzione della storia e della cultura di questa antica popolazione. In questi ultimi anni interessanti studi hanno rivelato la veridicità dell’esistenza di questa popolazione, la cui comparsa nella regione attorno al mar Nero (già lago in epoca antidiluviana) si fa risalire alla metà del settimo millennio a.C.. Fin dall’epoca mesopotamica tutta la storia del popolo sumerico si è sostentata e sovente arricchita di una fervida speculazione letteraria attraverso una tradizione mitologica e leggendaria: questo ha contribuito non poco a rivelare avvenimenti ed eventi che sarebbero altrimenti andati perduti.

GILGAMESH, IL RE GANIMEDE

Preziosi i riferimenti storiografici che si trovano in quella che viene designata come la Lista reale sumerica, una sorta di elenco delle dinastie dalla lontana epoca antecedente il diluvio fino al secondo millennio. Ma naturalmente a dare maggior concretezza alla storia è l’apparizione di originali iscrizioni. Grazie a esse si può ricostruire la vicenda di questa popolazione dalle sue antiche origini che risalgono, come si è accennato, all’età antidiluviana.

The Epic of Gilgamish 1928 di Reginald Thompson Campbell – Wikipedia, pubblico dominio

E proprio attraverso le iscrizioni si ricavano interessanti notizie di leggendari personaggi come appunto Gilgamesh, un re amante delle arti e dei viaggi. Su di lui è fiorita una ricca leggenda, anche di amori con alcune figure femminili entrate anch’esse nel mito. Insomma Gilgamesh non è solo un re soldato, ma un re molto sensibile al fascino muliebre. Le epigrafi che lo riguardano e che riferiscono di sue avventure erotiche lo confermano. Ma non c’è solo Gilgamesh, altre figure di sovrani sumerici si riscontrano nella ricca messe di iscrizioni, a cominciare da una regina chiamata Puabi. Rileggendo questi nomi si ricostruiscono le varie dinastie succedutesi nei millenni, nelle varie città dei Sumeri. La parola Sumeri deriva da un etimo che trova il suo corrispettivo nella radice ki.en.gj. di incerto significato. Anche la loro provenienza è sconosciuta; ad ogni modo si pensa che, prima di trasferirsi nella regione tra il Tigri e l’Eufrate, attorno al 2500 a. C., i Sumeri abbiano abitato lungo le rive del lago poi divenuto Mar Nero. Altrimenti non si spiegherebbero i miti a loro attribuiti che fanno riferimento alla catastrofe avvenuta nella zona. Certamente, in Mesopotamia essi hanno trasferito i loro usi e costumi, una cultura di buon livello e una loro scrittura. Dell’età protostorica faceva parte la cultura di Uruk, la città legata all’eroe Gilgamesh, il più celebre e famoso, di cui si è parlato. Diversi i segni di questa cultura attraverso testi, sia pure frammentari, e resti di architettura delle aree sacre. Mediante questi, si può ricostruire quella che era l’economia della città di Uruk, sotto la signoria di Gilgamesh: doveva essere in prevalenza agricola e pastorale, ma anche artigianale, quest’ultima inserita in un’organizzazione templare attorno alla quale si sviluppava l’attività dell’intera comunità.

I SUMERI. CHI ERANO COSTORO?

Tipica espressione di questa realtà era la città di Kish che si trovava a sud di Uruk: erano due centri di grande attrattiva religiosa e quindi di diffusione culturale. Non è un caso che la tradizione letteraria appare copiosa, e tra i libri che furono composti ci sono i poemi riguardanti le leggende più rinomate sulla vita e sulle avventure oltreché sulle gesta dei Sumeri e dei loro eroi, comprese quelle relative ai fatti naturali ed extranaturali che rappresentano fonti importanti per ricostruire le vicende legate ai luoghi e alle zone che dalla odierna Russia meridionale arrivano, passando per il Mar Nero, alla Mesopotamia.
La conferma della tradizione per lo più leggendaria e mitologica dei Sumeri coincidente con quella della Bibbia, gli studi scientifici hanno portato ad accertare la veridicità di alcuni avvenimenti, primo tra tutti il diluvio e l’origine dell’agricoltura, un’attività svolta ancor prima dell’ottavo millennio dalle popolazioni attorno al lago Nero.
Del resto, proprio attraverso alcune interessanti scoperte geologiche, gli studiosi sono venuti a conoscenza che il Mar Nero era stato un lago di acqua dolce. Tuttavia, che la trasformazione da lago in mare fosse avvenuta attorno al 7500 a.C., ovvero solo un paio di secoli prima dell’apparizione dell’agricoltura in Europa, è una scoperta abbastanza recente, esattamente del 1993, quando un gruppo di geologi americani guidati da William F. Ryan e Walter C. Pittman del Lamont-Doherty Eart Observatory della Columbia University di Palisades, N.Y., hanno illustrato i risultati di loro ricerche geologiche e oceanografiche sulle origini del Mar Nero. Dai prelievi di sedimenti sulle rive fossili oggigiorno sommerse sono venuti alla luce frammenti di conchiglie d’acqua dolce scolorite dalla luce del sole; il che proverebbe che erano state a lungo all’asciutto, insomma fuori dall’acqua. Sopra questi resti si sono rinvenute tipiche forme di vita marina.
I tests eseguiti su questi materiali dall’Istituto oceanografico di Galveston (Texas), hanno appurato anche la data – sicura, sia pure con una lieve approssimazione – in cui il grande lago Nero è stato invaso dal mare: 7540 a. C.

Di Lionello Bianchi

stralcio testo tratto dalla pagina: win.storiain.net sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

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Un Commento »

Gaetano ha scritto:

Gentilissimo sig Bianchi,
mi sembra alquanto riduttivo indicare il mar Nero come luogo originari del mito del diluvio, detto anche universale, quando si hanno tracce di questo evento in tutto il mondo, anche quello che allora era considerato sconosciuto.
Secondo gli Aztechi sopravvissero solo Coxcoytli e sua moglie perché, seguendo le indicazioni di un dio, costruirono una barca che finì arenata su di un monte.
Storie comuni anche agli Araucani del Cile, agli Yamani della terra del Fuoco, agli Invit dell’Alaska, ai Luiseno della California, agli Irochesi e ai Sioux, pellerossa americani.
Perfino la Cina possiede la storia di un diluvio, avvenuto in concomitanza del mutare delle orbite dei pianeti.
Malesia, Laos, Tailandia, Birmania, conservano il mito del diluvio. Lo stesso si dica per gli aborigeni dell’Australia, per gli indigeni delle Hawai, che condividono un Noè con i Greci (Deucalione), con l’India di Manu e con l’Egitto.
L’impatto in mare aperto con un grossissimo meteorite mi sembra un’ipotesi da non trascurare (cadendo in pieno oceano avrebbe provocato una miriadi di tusnami per le popolazioni costiere dell’intero globo)

La ringrazio per l’impegno profuso nella ricerca ed attendo una sua considerazione

Gaetano

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Vedi anche:  

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