Anfesibena (o anfisbena), dal latino amphisbaena, dal greco ἀμϕίσβαινα. Il suo nome significa: ”che va in due direzioni”.
E’ infatti un serpente che ha due teste, una per ogni estremità del corpo, indipendenti una dall’altra,così da poter andare sia avanti che indietro. Quando una testa dorme o si riposa, l’altra sta di guardia.
I suoi occhi sono grandi e luminosi come fuochi.
Secondo la mitologia greca l’anfisbena venne generata dal sangue della testa mozzata  della povera Medusa che gocciolava sul deserto libico mentre l’eroe Perseo, che l’aveva decapitata, la teneva in pugno in groppa al suo Pegaso.

«Lepidosternon phocaena » = Amphisbaena microcephalum (Smallhead Worm Lizard) – Wikipedia, pubblico dominio

Usata come stemma in araldica, ha le teste color smalto dorato, quella che sta più in alto, e nero quella che sta in basso, a simboleggiare la vittoria del bene sul male che abbiamo tutti dentro.
La parte più luminosa, quella del bene, viene spesso raffigurata alata, mentre quella scura del male mostra zampe squamate e membranose. Nella sua forma più completa l’anfisbena mostra la parte luminosa alata e quella oscura membrata, cioè con un paio di zampe scagliose. Viene rappresentata anche con le due teste unite: in questo caso non sono differenziate e, dunque, lo smalto non ha rilevanza.
L’anfisbena può essere blasonata sia con gli attributi dei carnivori sia con quelli degli uccelli.
Viene citata da Marco Anneo Lucano, antico poeta spagolo/romano dei primi anni d.C., e da
Plinio il Vecchio, scrittore, naturalista (compose Naturalis historia, 27 volumi), poeta e ammiraglio, alcuni dicono veneto altri lombardo, vissuto più o meno nella stessa epoca. Compare anche nella Divina Commedia nel canto 24 dell’Inferno e nel Manuale di zoologia fantastica di Jorge Luis Borges, scrittore, poeta, saggista e traduttore argentino del ‘900, e Margarita Guerrero.
In natura l’anfesibena, dal latino Amphisbaenia, è il nome di un sottordine di rettili fossori, cioè che vivono scavando nel terreno.

 

Stralcio testo tratto dalla pagina: phehinothatemiyeyelo.wordpress.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…