Cosa centrano due illustri personaggi come Dante Alighieri e Leonardo da Vinci con le divinità sumere meglio note come Annunaki?

Apparentemente nulla ma se andiamo a scavare, con molta attenzione, nelle conoscenze astronomiche del Sommo Poeta noteremo come queste abbiano un origine molto ma molto remota.
Tali origini risiedono essenzialmente nelle conoscenze del popolo Sumero ed è stato proprio li che ho trovato il primo elemento in grado di spiegare molte cose.

Stando alle ricerche della scrittrice Chiara Dainelli, autrice del libro “Il Codice Astronomico di Dante – il sapere proibito della divina commedia”, ho appreso come Dante non solo avesse delle elevate conoscenze inerenti l’astronomia, ma come tali conoscenze non solo le aveva nascoste all’interno della Divina Commedia ma avevano un origine risalente alla civiltà Sumera.

Le origini della scienza astronomica, collocate tra il XXIII sec e il XI sec a.C., nonostante possono essere ancora più remote.

Noteremo ora come i Babilonesi furono i veri cultori dell’astronomia. I punti cardine dell’astronomia Babilonese furono i seguenti:

  • Introduzione del ciclo luni-solare che troviamo ben definito in Grecia nel V secolo con il nome di “ciclo metodico”
  • Riduzione delle antiche costellazioni a forma e dimensione, divisione, geometrica corrispondenti ai dodici mesi dell’anno con conseguente invenzione dello zodiaco
  • Metodo di Kidinnu per calcolare la durata della rivoluzione sinodica e la rivoluzione siderale. Per quanto riguarda la luna la rivoluzione anomalistica e draconica.
  • Scoperta dei cicli planetari e costruzione delle effemeridi perpetue di alcuni pianeti

Kidinnu (300 a.C. – 400 a.C.) era un famoso matematico e astronomo babilonese vissuto nello stesso arco temporale di Eudosso di Cnido, di cui parleremo a breve, nato a Babilonia e capo della scuola astronomica di Sippar in Mesopotamia.

Secondo Zecharia Sitchin, Sippar, era la città del porto spaziale (prima del diluvio universale) comandato da Utu ed era anche il suo centro di culto dopo il Diluvio.

Lo stesso Utu era il fratello gemello di Inanna; comandante del porto spaziale di Sippar prima del diluvio universale e figlio di Nannar e Ningal. Nannar a sua volta, oltre ad essere figlio di Enlil e Ninlil, era anche il primo capo Annunaki nato sulla terra e dio protettore di Urim (Ur) e Harran. Urim, inoltre, era un centro fiorente di cultura, industria e commercio internazionale.

Tutto questo dove ci porta?
Tutto questo ci porta a dedurre, anche se inizialmente con una buona dose di scetticismo, che veramente le conoscenze astronomiche del Sommo Poeta derivano dai Sumeri.

Cosa c’entra allora da Vinci?
In un manifesto Rosacrociano del XIX secolo, fanno la comparsa, un presunto Dante Alighieri con indosso una presunta veste Templare e un presunto Leonardo da Vinci il quale impugna una pergamena ed ha sul capo un curioso copricapo.

Vedi:
Manifesto Rosacrociano del XIX Secolo.
Alla vostra destra un presunto Leonardo da Vinci con un curioso copricapo e alla vostra sinistra un presunto Dante Alighieri con indosso una presunta veste templare. Trai i due l’immagine del Santo Graal

Dopo una lunga serie di ricerche sono riuscito ad identificare nel copricapo indossato dal presunto da Vinci lo stesso copricapo indossato da Utu, Inanna, Enki, Enlil,ecc…

Ovviamente, non tutti i copricapi degli Annunaki sono uguali, in quanto possiedono delle evidenti varianti.
Quindi possiamo ipotizzare che ci troviamo di fronte a una cerimonia in cui Alighieri consegna un qualcosa a da Vinci. Forse una grande fonte di conoscenza che viene indicata con il simbolo del Santo Graal, guarda caso posto tra i due.

Consuderando tale ipotesi fosse corretta, possiamo ipotizzare che tale conoscenza donata da Alighieri a da Vinci fosse un conoscenza che aveva origine nella civiltà Sumera dato il copricapo di da Vinci che guarda caso richiama senza ombra di dubbio gli Annunaki.

Tutto qui ?
Abbiamo solo il copricapo in segno di rispetto verso le divinità Sumere e le conoscenze del Sommo Poeta che hanno origine dalla civiltà Sumera e Babilonese ?

La risposta è no in quanto nelle conoscenze astronomiche di Dante o meglio quelle che egli ha nascosto negli ultimi canti del Paradiso vi sono delle informazioni sul Pianeta Nibiru.

Vediamo i vari indizi nascosti nei vari versi:

Lume è là sù che visibile face
lo creatore a quella creatura
che solo in lui vedere ha la sua pace. 102

E’ si distende in circular figura,
in tanto che la sua circunferenza
sarebbe al sol troppo larga cintura
. 105

così mi si cambiaro in maggior feste
li fiori e le faville, sì ch’io vidi
ambo le corti del ciel manifeste..

Partiamo dal secondo indizio e notiamo che ciò parla di un qualcosa che è al sole di troppa larga cintura. Caso strano Nibiru compie un orbita di 3600 anni per girare attorno al nostro sole e la sua orbita è molto ma molto più ampia “larga” al sole.
Una “circunferenza” di larga cintura e Dante ci aggiunge anche la parola “troppo” come ad indicare che la grandezza di tale orbita sia molto ma molto più grande di quella della terra.
Quindi ecco il primo dettaglio che mostra come le conoscenze sumere e quelle di Dante siano le stesse.

Il secondo sta in “ambo le corti del ciel manifeste” e per “ambo” si intende “entrambe” come quando si gioca a tombola e si grida “ambo” per dire due numeri sulla stessa riga.
Partiamo dal fatto che il Sommo Poeta vede due elementi simili o meglio “ambo le corti del ciel”. Egli quindi vede due corti del cielo o meglio due fonti di luminosità e anche qui tornando ai Sumeri e alle ricerche di Biagio Russo notiamo come quest’ultimo abbiamo attirato la nostra attenzione su un puntino isolato nella famosa tavola Sumera dove viene riportato il sistema solare. Perché quel puntino isolato ?
E se fosse la famosa “Dark Star” di Andy Lloyd ?

Ed ecco che qui subentra il ricercatore americano Andy Lloyd autore del libro “Dark Star: The Planet X Evidence” nel quale l’autore ipotizza che il famoso pianeta Nibiru orbiti attorno ad una stella compagna del nostro sole, una Nana Bruna di nome Dark Star presente ai confini del nostro sistema solare tra la Nube di Oort e la fascia di Kuiper.
Quindi ecco il secondo dettaglio ossia Dante sapeva che nel nostro sistema solare non vi era un sole ma bensì due soli o meglio quello che noi ormai ben conosciamo e la sua compagna.

Ora passiamo al terzo ed ultimo dettaglio ossia quello in cui si parla di creatura e creatore.
Nel disegnare l’universo dantesco Dante mette la terra al centro con tutti gli altri pianeti attorno e poi pone sopra di ciò Dio con i nove cerchi angelici attorno ma in ciò vuole farci vedere ben altro.

La terra come noi sappiamo non va al centro del sistema e quindi è evidente che il Sommo Poeta ha invertito la posizione del nostro pianeta e ciò è dovuto al fatto che nella sua epoca la terra era il centro di tutto. E se la stessa cosa fosse per “DIO” ?

Usciamo fuori dai classici schemi e vediamo Dio come un pianeta ma gli lasciamo l’appellativo di creatore mentre alla terra quello di creatura. Tutto ciò ci dice qualcosa ?   (continua).

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Stralcio testo tratto da un articolo pubblicato da  in lombardimistero.wordpress.com sul quale vi suggerisco di continuare la lettura….

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vedi anche: 

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