Agostino Veneziano – Il giovane Ercole seduto nella sua culla schiaccia un serpente in ciascuna mano mentre Anfitrione e Alcmena guardano – British Museum, Londra – Wikipedia, pubblico dominio

Quando Elettrione era ancora re di Micene, giunsero i figli di Pterelao che chiesero restituzione del regno del loro antenato Mestore, fratello di Elettrione.
Nella guerra che sorse per il potere, Pterelao perse tutti i figli tranne Everes in battaglia, e stessa sorte toccò anche ad Elettrione a cui restò solo Licimnio.

Elettrione decise poi di rifarsi della guerra contro Tafo e, poiché aveva perso tutti suoi figli meno uno, affidò ad Anfitrione il suo regno e sua figlia Alcmena, facendogli richiesta di mantenerla vergine fino al suo ritorno dalla guerra. Comunque, Elettrione non tornò mai, perché fu ucciso accidentalmente, come alcuni dicono, da Anfitrione.
Ma altri dicono che Anfitrione e Elettrione litigarono per il bestiame e che il primo uccise il secondo per l’ira. Questo è espresso in una frase che Eracle pronunzia in Euripide (Eracle,260):
“Sono il figlio di un uomo che incorse nella colpa di sangue, prima che lui sposò mia madre Alcmena, uccidendole padre anziano”.

A causa dell’uccisione di Elettrone, suo genero e nipote (Anfitrione, infatti, era figlio di Alcaeus, figlio di Perseo) perse l’autorità, e il trono di Micene e Tirinto fu conquistato dal fratello di Elettrione, Stenelo, che bandì Anfitrione dal territorio per la morte di suo fratello.
Alcmena seguì il suo fidanzato in esilio e, in compagnia di Licimnio, vennero a Tebe, dove Anfitrione fu purificato da Creonte, l’uomo che regnò su Tebe per molto tempo.
Più tardi in tempi storici secondo Pausania (9.11.1) la casa di Alcmena e Anfitrione ancora si poteva ammirare in città con la seguente iscrizione: “Quando Anfitrione portò qui la sua sposa Alcmena, scelse questa come casa per lui. Trofonio e Agamede la fecero“. (Trofonio e Agamede, figli di Ergino, erano i costruttori del quarto tempio di Apollo a Delfi.)

Quando la coppia giunse a Tebe, Alcmena rifiutò di sposare Anfitrione finché lui non vendicasse i suoi fratelli che erano periti nella battaglia contro i figli di Re Pterelao di Tafo. Così Anfitrione, desiderando sposare Alcmena, chiesto a Creonte e ai Tebani un aiuto militare, dopo avere adempiuto certe condizioni che Creonte richiese, formò una coalizione, sostenuto da Cefalo di Atene, da Eleo di Argo figlio di Perseo, e da Creonte stesso. Con tutte queste forze Anfitrione attaccò tutte le isole dei vicini che erano dominate da Tafo; ma dal momento che Re Pterelao era immortale grazie dei suoi capelli d’oro e perciò Tafo non poteva essere presa, Anfitrione ricorse all’aiuto di Cometo, figlia di Pterelao, che si era innamorato di lui: ella infatti tagliò i capelli d’oro di suo padre, causandone la morte e lasciando che Anfitrione soggiogasse l’isola.

 

Concepimento di Ercole ed Ercole bambino che strangola i serpenti – Di Testard, Robinet – [1], Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11241820

Così Anfitrione, per accontentare Alcmena, vendicò i figli di Elettrione. Ma mentre lui era sulla strada del ritorno, a Tebe Zeus, facendosi simile ad Anfitrione, giacque con Alcmena fingendo di essere tornato dalla guerra e raccontandole l’accaduto.
Quando anche Anfitrione ritornò, giacque con sua moglie nella stessa notte dopo che Zeus andò via: Alcmena non sembrò accoglierlo cordialmente poichè pensò di essere già stata con suo marito.

Alcuni raccontano che, dopo avuto dormito con Alcmena, Zeus dichiarò fra gli dei che il discendente di Perseus che avrebbe visto la luce del sole per primo sarebbe stato re di Micene. La moglie Era , meditando vendetta per il tradimento con Alcmena persuase la dea di parto Ilithyia a ritardare il parto della ragazza, cosicché potesse nascere prima Euristeo, sebbene fosse un bambino di sette mesi. E dal momento che anche Euristeo era un discendente di Perseus, la proclamazione di Zeus indicò contro il desiderio del dio Euristeo e non Eracle come re di Micene.

Cornelis Sylvius, ca 1550 – Giove e Alcmene – Rijksmuseum Amsterdam – Wikipedia, pubblico dominio

Zeus giacque con Alcmena secondo alcuni perché intendeva generare uno che difendesse dei e uomini, contro i mali e la distruzione. Per quanto riguarda gli dei, infatti, quando più tardi i Giganti attaccarono cielo, vi fu bisogno di un mortale per lottare contro loro, e Eracle fu chiamato ad intervenire. Riguardo agli uomini Eracle fu benefattore dell’umanità grazie alle tante imprese compiute contro mostri che seminavano il terrore sulla terra…
Quell’unione di Zeus e Alcmena era destinata a generare un essere straordinario dal momento che Zeus aumentò la lunghezza della notte quando lui giacque con Alcmena tre volte. Zeus non effettuò la sua unione con Alcmena per desiderio di amore, ma solamente nell’interesse di procreare un figlio semidivino, quindi il dio non le recò violenza, né tentò di persuaderla a tradire la sua castità, ma l’ingannò prendendo la forma di suo marito e dando così legalità ai suoi abbracci.
Alla nascita prematura di Euristeo, però, Zeus non poteva tradire la sua promessa, ma desiderando di prendersi cura di suo figlio lui persuase Era che, mentre Euristeo dovesse essere re, ad Eracle sarebbe stato permesso di servirlo e compiere dodici Fatiche, prescritte da Euristeo stesso. Ma dopo aver compiuto queste fatiche, Heracles avrebbe avuto l’immortalità
Naturalmente Alcmena non seppe nulla di questi accordi e assistette alla vita di suo figlio che si rivelò piena di eventi fenomenali e addirittura sopravvisse a suo figlio. Ma suo marito Anfitrione, invece, assistè a poco: secondo alcune fonti, infatti, all’inizio della “carriera eroica” di Eracle, ci fu la guerra tra Tebani e Minii per una questione di tributi. Eracle condusse i Tebani alla vittoria, ma Anfitrione cadde morto sul campo di battaglia.

Stralcio testo tratto dalla pagina: terralab.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…