Isaac Newton diceva: “Se ho visto più lontano è perché sono salito sulle spalle dei giganti che mi hanno preceduto”. Questa affermazione può essere estesa anche a tutte le civiltà moderne, che devono molto agli antichi popoli vissuti in epoche precedenti.
La storia di Sumeri ed Egizi, così come degli antichi Greci e Romani, fanno parte del bagaglio culturale di ognuno di noi, ma ci sono altre civiltà, poco conosciute e studiate, che forse hanno ugualmente contribuito allo sviluppo dell’umanità.

 

Gli Harappani

Figura femminile, forse dea della fertilità – Di DaderotOpera propria, CC0, Collegamento

Conosciuta anche come la civiltà della valle dell’Indo, gli Harappani erano una popolazione che viveva in alcune zone dell’attuale Pakistan e dell’India.
Intorno al 2600 a.C., alcuni villaggi degli Harappani si svilupparono in vere città, che contavano migliaia di abitanti. Probabilmente per repentini cambiamenti climatici, tutte le città furono completamente abbandonate intorno al 1800 a.C. Le popolazioni migrarono in altre zone, fino a che si perse la memoria della civiltà della valle dell’Indo, e del suo nome. Harappa e Mohenjo-Daro sono i due più grandi siti di questa civiltà.

 

Gli Hatti

Anatolia durante l’epoca dell’Impero ittila: principali città e regni confinanti. – Wikipedia, pubblico dominio

Quella degli Hatti era una antica civiltà, che abitava l’attuale Anatolia, che significa appunto terra di Hatti. Probabilmente si trattava di una popolazione indigena, presente nella zona da 26° secolo fino al 18° secolo a.C.
Questo fu il primo popolo a realizzare un centro abitato in muratura, Çatal Huyuk, la cui caratteristica era di non avere strade, ma case attaccate una all’altra, a cui si accedeva tramite scale a pioli, appoggiate sui tetti a lastrico solare e passando da un tetto all’altro.
Gli Hatti vivevano in città-stato o in piccoli regni teocratici che, dal 2200 a.C. furono progressivamente conquistati dagli Ittiti. Certamente parlavano una lingua propria, ma non hanno lasciato testimonianze scritte, e quello che si sa di questo popolo si deve proprio agli Ittiti, che assorbirono molta della loro cultura.

Gli Hurriti

Un’altra civiltà che influenzò molto gli Ittiti fu quella degli Hurriti, che vissero nel nord della Mesopotamia durante l’età del bronzo.
Nel terzo millennio a.C. questo popolo viveva in città-stato, la più importante delle quali era Urkesh, dove sono stati scoperti i primi documenti in lingua hurrita, e la statua di un leone, ora al museo del Louvre di Parigi.
Purtroppo, esistono pochissimi manufatti della loro civiltà; la maggior parte di ciò che si sa proviene dagli scritti di altre culture, tra cui gli Ittiti, i Sumeri, e gli Egizi, che apprezzavano particolarmente i loro oggetti in ceramica.
Verso la fine del 16° secolo a.C., gli Hurriti furono sottomessi dagli Ittiti e persero la propria autonomia.

La civiltà di Nok

Figura in terracotta (VI secolo a.C.) – Wikipedia, pubblico dominio

Prende il nome dal villaggio nigeriano in cui sono stati scoperti i primi reperti di questa misteriosa cultura: la civiltà di Nok fiorì durante il primo millennio a.C., prima di scomparire nel II secolo d.C.
Alcune teorie ipotizzano che l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali abbia giocato un ruolo importante nel declino della popolazione. In ogni caso, gli studiosi ritengono che questo popolo svolse un ruolo importante nello sviluppo di altre culture nella zona, come ad esempio quella degli Yoruba e degli abitanti del Benin.
Forse gli esempi più noti dei loro manufatti artistici sono le figure in terracotta, che probabilmente rappresentano i loro dei.
Furono anche il primo popolo dell’Africa subsahariana a praticare la siderurgia, forse appresa dai Cartaginesi. Nessun reperto scritto può aiutare a conoscere meglio questa cultura, e anche se è ritenuta una delle prime civiltà africane, gli studi su questo popolo sono lentissimi, perché purtroppo la Nigeria è una nazione dove è difficilissimo effettuare studi archeologici.

La Terra di Punt

Processione del principe di Punt, accompagnata da familiari e seguaci – Wikipedia, pubblico dominio

La terra di Punt è un luogo quasi leggendario: non si sa con certezza dove fosse, l’attuale Somalia rappresenta l’ipotesi più convincente.
La prova dell’esistenza di questa terra e del popolo che la abitava, arriva da alcune iscrizioni sul tempio di Amon, in Egitto, fatto edificare dalla regina Hatshepsut (XV° secolo a.C.), che inviò una spedizione commerciale in quel paese ricco di incenso, mirra, ambra, oro, lapislazzuli, avorio ed ebano. Anche la Bibbia cita il Punt, come il luogo dove si stanziarono i discendenti di Cam, figlio di Noè.

La civiltà di Norte Chico

La civiltà di Norte Chico, che prende il nome dalla regione costiera del Perù centro- settentrionale, rappresenta la più antica forma di organizzazione sociale del Sud America, costituita da una decina di popolazioni, che vissero in quel territorio tra il 5000 ed il 1800 a.C., costruendo palazzi e piramidi, città e sistemi di irrigazione.
Una società evoluta, che influenzò tutte le successive civiltà andine, compresa quella degli Incas. La loro scomparsa è probabilmente dovuta alla perdita di fertilità del territorio in cui vivevano.

Gli Elamiti

Anche se il nome che questo popolo dava a se stesso era Haltam, il nome di “Elam” deriva dalla trascrizione ebraica della parola.
La civiltà Elamita si sviluppò principalmente nell’odierno Iran, ed in una piccola porzione dell’Iraq. Fu una delle prime civiltà della regione, nata nel terzo millennio a.C., e che per più di mille anni rimase un regno indipendente.
Si sa molto poco di questo popolo, perché gli scribi elamiti non documentavano la loro mitologia o le espressioni artistiche, la scrittura era usata solo per onorare il re o svolgere compiti amministrativi, quindi la ricostruzione della storia dell’Elam si base principalmente su fonti esterne mesopotamiche.

La civiltà Dilmun

Di Rapid Travel Chai – https://picasaweb.google.com/107936777304326941410/BahrainLayover?authkey=WHXz6HDYDTs#5761475086526577026, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20870715

Una fiorente civiltà, che si sviluppò grazie alla posizione privilegiata lungo le vie commerciali del Golfo Persico, fu quella di Dilmun, che comprendeva un’area situata tra gli attuali Bahrain, Kuwait, e zone costiere dell’Arabia Saudita.
Anche se esistono poche prove concrete, gli studiosi ritengono che alcuni siti, in particolare Saar e Qal’at al-Bahrain, siano antichi insediamenti del popolo Dilmun.
Saar è ancora in fase di studio, ma un gran numero di reperti già trovati risalgono al III millennio a.C., dando credito alla teoria che sia stata costruita dalla civiltà Dilmun. Numerose sorgenti d’acqua scorrono in tutta l’area, e i ricercatori ritengono che ciò possa aver fatto nascere la leggenda che il Giardino dell’Eden si trovasse in Bahrain.
Descritto come “il luogo dove sorge il sole”, Dilmun ha svolto un ruolo importante nella mitologia sumera: secondo la leggenda, Dilmun era il luogo dove Utnapishtim, eroe divinizzato, fu portato dagli dei a vivere per l’eternità.

Gli Zapotechi

Mappa che mostra la posizione della civiltà zapoteca, sviluppata nell’era precolombiana in Mesoamerica – Wikipedia, pubblico dominio

Le civiltà Maya ed Azteca sono le più conosciute dell‘America Centrale, è poco nota invece quella degli Zapotechi, che furono tra i primi, in quella zona, a praticare l’agricoltura e ad usare la scrittura.
Le prime tracce di questa civiltà risalgono al 1000 a.C. Costruirono una delle prime città conosciute del Centro America, Monte Alban, edificata intorno al 500 a.C., che raggiunse i 25.000 abitanti, e cominciò a declinare solo dopo il 1000 d.C.
A Monte Alban, una classe privilegiata composta da sacerdoti, guerrieri, e artisti governava sulle classi inferiori. Malgrado gli Zapotechi siano stati sottomessi dagli Aztechi, rimasero sempre un popolo fiero e guerriero, che si ribellò per molto tempo anche ai conquistadores spagnoli.

La civiltà di Vinča

Ricostruzione di una casa della cultura Vinca – Wikipedia, pubblico dominio

La cultura di Vinča, che deve il nome al villaggio dove fu ritrovato il più grande insediamento neolitico in Europa, fu una civiltà preistorica che si sviluppò nei Balcani tra il VI e il III millennio a.C. Le popolazioni assimilabili a questa cultura, sapevano lavorare i metalli, e forse furono i primi ad usare il rame….

 

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Stralcio testo tratto da un articolo di Annalisa Lo Monaco pubblicato sulla pagina di vanillamagazine.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

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