Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo vedono “così come egli è” (1 Gv 3, 2), faccia a faccia. Questa vita perfetta, questa comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, gli angeli e tutti i beati è chiamata “il cielo”. Il cielo è il fine ultimo dell’uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva.

Con la sua morte Cristo ci ha “aperto” il Cielo. La vita dei beati consiste nel pieno possesso dei frutti della Redenzione compiuta da Cristo, il quale associa alla sua glorificazione celeste coloro che hanno creduto in lui e che sono rimasti fedeli alla sua volontà. Il cielo è la beata comunità di tutti coloro che sono perfettamente incorporati in lui.

Dal “Catechismo della Chiesa Cattolica”

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Esponiamo un fatto storico, narrato e comprovato dall’autorità di un grande luminare della Chiesa, San Giovanni Bosco.

Don Bosco a Torino nel 1880 (foto originale) – Wikipedia, pubblico dominio

Nel 1881 il Conte Colle, di Tolone, pregò Don Bosco che andasse a benedire il figlio diciassettenne, Luigi, gravemente infermo. Il Santo si portò dall’ammalato e restò ammirato dell’ingenuità e del candore del giovane; sembrava un altro san Luigi Gonzaga. Dopo circa un mese il Colle ricevette gli ultimi Sacramenti ed il 3 aprile moriva. Prima di spirare, disse ai genitori: Vado in Paradiso; me l’ha detto Don Bosco! Il Santo Educatore scrisse un opuscolo su Luigi Colle, presentandolo quale modello alla gioventù.
Iddio permise che Luigi apparisse una ventina di volte a Don Bosco, facendogli conoscere la felicità che egli godeva in Paradiso. Tutto registrò Don Bosco e tutto oggi è pubblicato. Qui riporto i tratti salienti di qualche apparizione, lasciando la penna a Don Bosco.
“Mi apparve Luigi Colle in un mare di luce, bellissimo nell’aspetto, con vesti bianco-rosate e sul petto ricami d’oro, con una collana a vari colori, bianco, nero e rosso; ma con questi tre ve n’erano infiniti altri, da non potersi descrivere. Gli domandai: Perché vieni, caro Luigi?
– Non è necessario che io venga; non ho bisogno di camminare.
– Sei felice?
– Godo perfetta felicità.
– Non ti manca proprio nulla?
– Soltanto la compagnia del babbo e della mamma.
– Perché non ti fai loro vedere?
– E perché vuol sapere quello che Dio ha riservato a se? Ci vuole la permissione di Dio. Se io parlassi a loro, le mie parole, non otterrebbero il medesimo effetto bisogna che queste passino per lei.
– Cosa devo dire ai tuoi genitori?
– Che si facciano precedere dalla luce, e si procaccino amici nel Cielo.-
Dice Don Bosco: Il volto di Luigi era radioso e di una luminosità che cresceva sino ad abbagliare la vista; i suoi lineamenti erano i medesimi che da vivo.
– Dimmi, Luigi: Tu sei morto o vivo?
– Sono vivo.
– Eppure sei morto!
– Il mio corpo è sepolto; ma io vivo.
– Non è il tuo corpo quello che io vedo?
– Non è il mio corpo.
– È il tuo spirito?
– Non è il mio spirito.
– È la tua anima?
– No!
– Cosa è dunque ciò che io vedo?
– È la mia ombra.
– Ma un’ombra come può parlare?
– Per permissione di Dio.
– E l’anima tua dov’è?
– E’ presso Dio, sta in Dio e lei non può vederla.
– E tu in che modo vedi noi?
– In Dio si vedono tutte le cose; il passato, il presente e l’avvenire vi si vedono come in uno specchio.
– Che cosa fai in Cielo?
– Dico: ” Gloria a Dio! ” A Dio si rendono grazie! Grazie a Colui che ci ha creati, a Colui dal quale tutto ha principio! Grazie! Lodi! Alleluia! … “.
Continua Don Bosco: Luigi prese a magnificare la grandezza delle opere di Dio, parlando in latino: Se si andasse in treno diretto dalla terra al sole, vi s’impiegherebbe non meno di trecentocinquanta anni. Per arrivare poi all’altra parte del sole, vi sarebbe uguale distanza. Ogni nebulosa è cinquanta milioni di volte maggiore del sole, e la sua luce per giungere alla terra impiega dieci milioni di anni. La luce del sole percorre trecentomila chilometri al secondo…
– Basta, basta! – esclamò Don Bosco. La mia mente non ti può più tener dietro.
– Eppure è soltanto il principio della grandezza delle opere di Dio!…-
– Dimmi ancora: Come va che tu sei in Paradiso ed anche qui?
– Più presto della luce e con la rapidità dei pensiero io vengo qui, nella casa dei miei genitori e altrove.
– Dimmi qualche cosa utile ai giovani!
– Bisogna che i fanciulli si comunichino con frequenza. Devi ammetterli presto alla Santa Comunione. Dio vuole che si nutrano della Santa Eucaristia.
– Ma come si fa a comunicarli, quando sono ancora troppo piccoli?
– Dai quattro ai cinque anni si mostri loro la Santa Ostia e preghino Gesù guardandola. I fanciulli devono essere ben compresi di tre cose: amore di Dio, Comunione frequente e amore ai Sacro Cuore di Gesù.
– Prima di lasciarmi, dammi un’altra spiegazione! I tuoi genitori ed io pregammo perché tu non morissi. Perché non fu esaudita la nostra preghiera?
– Fu meglio che io non guarissi.
– Come mai? Avresti fatto opere buone, avresti dato molte consolazioni ai genitori, ti saresti occupato maggiormente a far glorificare Iddio. . .
– Ne è lei ben sicuro? Pronunziò lei stesso la sentenza, amara per me, amara per i miei genitori, ma tuttavia fu per il mio bene. Quando lei domandava il mio ristabilimento in salute, la Santa Vergine diceva a Gesù: Luigi adesso è mio figlio; lo voglio prendere ora che è mio!
– Quando ci dovremo preparare noi per venire in Paradiso?
– In seguito le darò la spiegazione che desidera… – . L’apparizione cessò.
Quando Don Bosco fece la narrazione di tutto ai Conti Colle, osservò:
– È indicibile la bellezza degli ornamenti che rivestivano la persona di Luigi. La sola corona che gli cingeva la fronte, avrebbe richiesto non giorni o mesi, ma anni per esaminarla particolarmente, divenendo sempre più brillante e dilatandosi a misura che la si contemplava. –
La Contessa Colle prese appunti sulla narrazione avuta ed aggiunse: – don Bosco era commosso quando parlava ed i suoi occhi si bagnavano di lacrime. 

Il suddetto episodio farà meglio comprendere certi quesiti che verranno toccati nel corso della trattazione.

Stralcio testo tratto dalla pagina: digilander.libero.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

Un pastore cattolico della Florida settentrionale afferma che durante un’”esperienza di premorte” (NDE, Near Death Experience) gli sarebbe stato mostrato l’aldilà, avrebbe anche visto sacerdoti e perfino vescovi sia in paradiso che nell’inferno.
Il sacerdote è Don Jose Maniyangat, della chiesa di S. Maria in Macclenny, e afferma che l’evento sarebbe avvenuto il 14 aprile 1985 – domenica della Divina Misericordia – quando ancora viveva nel suo Paese natale, l’India. Vi presentiamo questo caso lasciandolo al vostro discernimento.
Ora 54enne e ordinato sacerdote nel 1975, Don Maniyangat ricorda che si stava recando ad una missione per celebrare la Messa quando la moto che stava guidando – un mezzo di trasporto molto comune in quei luoghi – venne travolto da una jeep condotta da un uomo ubriaco.
Don Maniyangat ha raccontato a Spirit Daily che dopo l’incidente venne trasportato d’urgenza in un ospedale distante più di 50 chilometri e durante il tragitto accadde che «la mia anima uscì fuori dal corpo. Immediatamente vidi il mio angelo custode», spiega Don Maniyangat. «Inoltre vidi il mio corpo e le persone che mi stavano trasportando all’ospedale. Stavano gridando, e subito l’angelo mi disse, “Sto per portarti in Cielo. Il Signore desidera incontrarti”. Disse però che prima voleva mostrarmi l’inferno e il purgatorio».
Il suo angelo, che era “molto bello, luminoso e bianco”, difficile da descrivere a parole – dice Don Maniyangat, lo portò a quel punto in Paradiso. Allora un tunnel – come quello descritto in tanti casi di esperienze di premorte – si materializzò.
«Il Paradiso si aprì ed io sentii la musica, gli angeli che cantavano e che lodavano Dio» racconta il sacerdote. «Una musica bellissima. Non ho mai sentito una musica come quella in questo mondo. Ho visto Dio faccia a faccia, e Gesù e Maria, erano così luminosi e sfolgoranti. Gesù mi disse, “Ho bisogno di te. Voglio che torni indietro. Nella tua seconda vita, per il Mio popolo sarai uno strumento di guarigione, e camminerai in una terra straniera e parlerai una lingua straniera”.». Di lì ad un anno, Don Maniyangat si trovava appunto in una terra lontana chiamata Stati Uniti.
Il sacerdote dice che il Signore era molto più bello di qualsiasi immagine esistente su questa terra. Il Suo Volto somigliava a quello del Sacro Cuore, ma era molto più luminoso, dice Don Maniyangat, che paragona questa luce a quella di “mille soli”. La Madonna era accanto a Gesù. Anche in questo caso sottolinea che, le rappresentazioni terrene sono “solo un’ombra” di come Maria SS. è realmente. Il sacerdote afferma che la Vergine gli disse semplicemente di fare tutto ciò che suo Figlio aveva detto.
Il Paradiso, dice il sacerdote, ha una bellezza, una pace, e una felicità che sono “un milione di volte” superiori a qualsiasi cosa che conosciamo sulla terra.
«Ho visto anche là sacerdoti e vescovi», nota Don Jose. «Le nuvole erano differenti – non scure o cupe, ma splendenti. Bellissime. Molto luminose. E c’erano fiumi che erano differenti da quelli che si vedono qui. E’ quella la nostra vera casa. Non ho sperimentato mai nella mia vita quel genere di pace e di gioia».
Maniyangat dice che la Madonna e il suo angelo gli appaiono ancora. La Vergine appare ogni primo sabato, durante la meditazione mattutina. «E’ personale, e serve per guidarmi nel mio ministero», spiega il pastore, la cui chiesa si trova a trenta miglia dal centro di Jacksonville. «Le apparizioni sono private, non pubbliche. Il suo viso è sempre lo stesso, ma un giorno appare con il Bambino, un giorno come Nostra Signora delle Grazie, o come Nostra Signora dei Dolori. A seconda dell’occasione appare in modi diversi. Mi ha detto che il mondo è pieno di peccato e mi ha chiesto di digiunare, pregare e offrire la Messa per il mondo, perché Dio non lo punisca. Abbiamo bisogno di più preghiera. È preoccupata per il futuro del mondo a causa dell’aborto, dell’omosessualità e dell’eutanasia. Ha detto che se la gente non ritorna a Dio, ci sarà il Castigo».

Stralcio testo tratto dalla pagina: blog.libero.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

Se volessi passare in rassegna i Santi e le Sante che godettero in vita le dolcezze delle celesti visioni, dovrei scrivere dei grossi volumi; accenno soltanto a Santa Teresa D’ Avila, a San Giovanni della Croce, a S. Maria Maddalena De’ Pazzi… e a Santa Gemma Galgani.
Non è fuor di proposito una parola sulle anime privilegiate. Gesù, per convertire i peccatori, richiede sofferenze e amore generoso. Si degna scegliere, direttamente e personalmente, delle anime, che perciò sono dette privilegiate, e con loro fa dei patti di amore.
Richiede un cumulo di sofferenze, di ogni genere, fa dono dei dolori della sua Passione, trasporta talune di esse nell’oltretomba, temporaneamente, perché soffrano nel Purgatorio ed anche nell’inferno. Tuttavia Gesù concede a tali anime gioie di Paradiso, facendo pregustare innanzi tempo la beatitudine eterna.

Marguerite-Marie Alacoque, dipinto nella chiesa di Santa Maria, Eferding, Austria. – Wikipedia, pubblico dominio

Per comprendere tutto ciò, converrà leggere la biografia di Santa Margherita Alacoque, di Marta Chambon, della Serva di Dio Suor Benigna Consolata Ferrero, di Suor Consolata Betrone, di Lucia Mangano…
Di anime privilegiate ce n’è anche al presente, e forse più di quanto si possa pensare. D’ordinario Gesù richiede che durante la vita esse siano nel nascondimento; qualche volta ne permette la pubblicità, come si constatò in Teresa Neuman, la stimmatizzata di Baviera, ed in Padre Pio.

Nella sua infinita misericordia e per i suoi santi fini, Gesù ha permesso che lo scrivente sia a contatto con un’anima privilegiata e la diriga. L’anima di cui parlo e di cui non posso fare il nome, soffre in modo indicibile; è atto di carità aiutarla con la preghiera. 
Ma chi può dire quanto goda, allorché Gesù le lascia intravedere il Paradiso?

Riporto una scena, avvenuta nel mese di luglio 1955: 2 luglio. Festa della Visitazione di Maria Santissima.-
Recitavo le ultime preghiere; erano le ore 22. Mi umiliavo davanti a Dio e baciai la terra. All’improvviso la mia celletta s’illuminò ed in un bagliore di luce vidi una bella Signora. Temendo fosse uno scherzo diabolico, dapprima presi l’acqua benedetta ed aspersi la celletta.
La Signora sorrise.
Trovandomi ancora nel dubbio, seguendo il suo consiglio, la invitai a pregare ed Ella pregò bene, anzi molto bene.
Terminata la preghiera, la Signora continuò a sorridermi ed avvicinatasi mi disse:
– Hai fatto bene! Non temere, figlia mia! Sono la tua diletta Mamma Celeste! . . . Fiorellino, caro al Cuore del mio Figlio Gesù, tu spesso piangi. Non affliggerti tanto e non preoccuparti del tuo avvenire! Faresti un torto al Signore. Egli ti custodisce e ti tiene sul Cuore; tutto dispone per il compimento dei suoi disegni divini. –

La Signora s’inchinò, mi accarezzò e mi baciò in fronte, tenendomi stretta. Poi continuò:
– Le sofferenze e le lacrime sono le gemme preziose, che orneranno la corona nel Regno dei Beati, ove tu, figlia mia prediletta, per dono gratuito della misericordiosa bontà del Signore brillerai di gran luce. Io, tua dolcissima Madre, ti aiuterò sino alla fine con materno interesse e tu stimati fortunata di essere la sposa prediletta dell’Onnipotente mio Figlio; ma non insuperbirti per sì gran dono, anzi voglio che tu, mentre da un lato consideri la tua dignità di sposa prediletta, dall’altro le tue labbra ripetano le parole che io dissi alla mia carissima cugina Elisabetta: “Fecit mihi magna qui potens est!” – confesso la mia grandezza, ma annunzio che è tutta opera dell’Onnipotente. Ripeti ancora: ~ perle che mi adornano, le ho ricevute da Colui che senza mio merito mi ha amata. Egli mi ha eletta fra mille. A Lui, a Lui solo, ogni onore e gloria! – Questo sentimento di umiltà ti è necessario, figlia mia, come alla nave sono necessarie le vele ed i remi. Guai se ti appropriassi quello che non è tuo o il vento della superbia cominciasse a commuoverti!
Tutto è frutto dell’amore misericordioso di Gesù, mio Figlio, che potendo scegliere tante altre anime, forse migliori di te, che avrebbero corrisposto con più fedeltà, ha voluto scegliere te, perché sei la più miserabile; e se ne avesse un’altra più indegna di te, l’avrebbe scelta .. . La tua vita è stata spinosa e ringraziane Gesù; pregalo incessantemente di darti la forza per continuare il doloroso cammino da Lui tracciato, per potere giungere là . . . guarda in quel luogo: (Padre mio, che belle cose ho visto!).
Mi è sembrato di trovarmi già in Paradiso. era un’immensa distesa come il mare di cui non si poteva vedere il limite. Quanto sfolgorio di luce, che non so descrivere! E poi, canti melodiosi e moltissime schiere di Angeli attorno a Gesù e numerose anime predilette. Una portava il nome scritto su una fascia attaccata al petto “Santa Gemma Galgani”; il mio Angelo Custode teneva pure una fascia con il mio nome. Furono momenti di Paradiso, che non so descrivere.

La Madonna continuò:
– In quel dolce riposo ti attendiamo, io e mio Figlio. La fiducia, l’amore a Gesù ed alle anime, la generosità, l’ubbidienza, la sofferenza continua e l’umiltà, ti porteranno al regno dei Beati. Mi sei cara e mi sarai sempre più cara, se così sarai sempre. Ti benedico e benedico tutti quelli che ti aiutano in questo doloroso cammino.

Conclude il diario: Dopo questo colloquio, per ubbidire al mio Direttore Spirituale, mi sono messa a tavolino e ho scritto; il mio Angelo Custode, che mi stava a fianco, mi ha aiutato per non dimenticare nulla.

Stralcio testo tratto dalla pagina: digilander.libero.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…