Atlante, il titano che reggeva il mondo sulle sue spalle, ebbe diverse relazioni amorose tra le quali quella con Pleione dalla quale nacquero le Pleiadi (perseguitate da Orione vennero mutate in stelle da Zeus) conosciute anche come le “Sette sorelle” perché sette sono le stelle più luminose che possono essere osservate dalla terra anche a occhio nudo: Alcyone (magnitudine 2,9), Atlas, Electra, Maia, Merope, Taygeta, Pleione, Celaeno e Asterope (che è doppia, con componenti di magnitudine 5,6 e 6,4).

Le Pleiadi con i nomi delle stelle principali – Wikipedia, pubblico dominio

Se ci si spinge fino alla quattordicesima magnitudine si contano 625 stelle, tutte nate nel grembo della stessa nebulosa 20-30 milioni di anni fa. La distanza è di circa 430 anni luce.
La parola Pleiadi, secondo la tradizione classica, significa “colombe” perché si narra che Zeus trasformò sette sorelle in colombe e le posizionò in cielo, ma secondo un’altra versione deriverebbe dal greco “plein”, navigare, perché considerate le stelle dei naviganti, grazie alle quali stabilivano l’inizio della stagione propizia per solcare i mari. Si tratta di un piccolo raggruppamento di stelle che rappresenta un buon test per la vista: normalmente se ne distinguono sei o sette, ma c’è chi ne ha contate 14.

Se ne vedete solo sei non spaventatevi, la settima è visibile solo in condizioni di buio totale o da un osservatore dalla vista acutissima.

La storia delle “sette sorelle” ha affascinato da sempre tutte le culture, dai greci ai maya, passando per gli aborigeni australiani, ma il destino delle Pleiadi è sempre stato quello di diventare stelle.

Le Pleiadi, uno dei più famosi ammassi aperti. – Wikipedia, pubblico dominio

Gli astronomi ci dicono che ci troviamo al centro di una ruota in una ruota, in una macchina cosmica del tempo che i Maya e gli Egizi conoscevano, e proprio come ci muoviamo in relazione al nostro paradigma solare contingente, il nostro intero sistema galattico si muove in relazione alla più ampia configurazione delle Pleiadi, che ora gli astronomi indicano con il nome di Messier 45 (M45).

Questa ruota più ampia è conosciuta come la Precessione degli Equinozi, il tempo che la terra impiega a effettuare tutto il ciclo delle costellazioni dello zodiaco. È l’oscillazione della Terra, o asse di rotazione su se stessa (con una angolatura) la ragione per cui lo zodiaco sembra muoversi a “ritroso”, un segno ogni 2.200 anni circa, o approssimativamente un grado ogni 72 anni.
Questo corrisponde in media a 12 segni ogni 26.000 anni. Le Pleiadi ricoprono un ruolo fondamentale sia per l’emisfero settentrionale che per quello meridionale durante gli equinozi e i solstizi che sono definiti da questa Precessione.

Nell’emisfero settentrionale, all’Equinozio di Primavera, le Pleiadi sorgono durante il giorno e possono essere viste solo brevemente durante la notte. Ogni giorno il sole si avvicina sempre di più all’allineamento con le Pleiadi sino a che, durante il Solstizio d’Estate, le Pleiadi sorgono poco prima della luce dell’alba.

La prima volta che le Pleiadi sono visibili prima del sorgere del sole, viene chiamata la levata eliaca delle Pleiadi. Durante l’Equinozio d’Autunno, le Pleiadi sorgono a mezzanotte.
Al Solstizio d’Inverno, le Pleiadi sono visibili ad oriente subito dopo l’imbrunire. Questo avviene perché sorgono nella volta celeste con quattro minuti di anticipo ogni giorno.

 

Stralcio testo tratto dalla pagina: vascello-stelleperdute.forumfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

vedi anche:

In mitologia


in Ufo, extraterrestri e dintorni

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