La dea Ate nella mitologia greca era la potente dea della sventura e della vendetta, colei che toglieva la ragione dagli uomini e agli stessi dei. Era la personificazione della maledizione divina.

Racconta Omero nell’Iliade (iliade XIX)

Busto di Omero nel museo di Ercolano – Wikipedia, pubblico dominio

“… Un Dio
Così dispose, la funesta a tutti
Ate, tremenda del Saturnio figlia,
Lieve ed alta dal suolo ella sul capo
De’ mortali cammina, e lo perturba,
e a ben altri pur nocque. Anche allo stesso
Degli uomini e de’ numi arbitro Giove
Fu nocente costei ……..
D’alto dolor ferito infuriossi
Giove; e tosto ai capelli Ate afferrando ,
Per lo Stige giurò: che questa a tutti
Furia dannosa, non avria più mai
Riveduto l’Olimpo. E, sì, dicendo,
La rotò colla destra, e fra’ mortali
Dagli astri la scagliò ….”

Frequentemente induce al peccato di “hýbris”, la tracotanza che nasce dalla mancanza di senso della misura.

Ate non tocca il suolo: cammina leggera sul capo dei mortali e degli stessi dei, inducendoli in errore.
La seguono, senza riuscire mai a raggiungerla, le Litai, le rugose Preghiere, che si prendono cura di coloro cui Ate ha nuociuto nel suo cammino. Quando qualcuno si rivela sordo alle Preghiere, queste si rivolgono al padre Zeus perché faccia perseguitare da Ate chi le ha respinte.

A lei Agamennone attribuisce la responsabilità degli eventi che portarono alla disputa con Achille. Lo stesso Agamennone narra che Zeus, quando suo figlio Eracle stava per nascere da Alcmena, si vantò con gli dei Olimpi che il suo prossimo discendente avrebbe regnato su tutti i vicini; sollecitato da Era, il dio ne fece giuramento, non sospettando che sulla sua testa si era in quel momento posata Ate.
Era fece in modo che Euristeo, figlio di Stenelo, nascesse prima di Eracle, e questi fu dunque costretto a servire per molti anni il fratellastro. Quando Zeus scoprì l’accaduto, prese Ate per le trecce e la scagliò sulla terra, giurando che non avrebbe mai più rivisto l’Olimpo.

Stando allo Pseudo-Apollodoro, Ate atterrò su una collina in Frigia, in una località che assunse il nome della dea. Nello stesso luogo Zeus scaraventò anche il Palladio, e Ilo vi fondò Troia.

Ate ed Eris sono talora confuse. Secondo alcuni non fu Eris, ma Ate, infuriata per non essere stata invitata alle nozze di Peleo e Teti, a lasciare scivolare durante il banchetto una mela d’oro recante la scritta “alla più bella”.

Rubens – Il giudizio di Paride – Wikipedia, pubblico dominio

La mela della discordia generò una disputa fra Era, Atena e Afrodite, poi risolta in favore di quest’ultima con il giudizio di Paride, ponendo le premesse per la guerra di Troia.

 

Stralcio testo tratto dalla pagina: terralab.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…