Il mito di Atlantide divenne oggetto di studio della teosofia e, grazie ad alcuni suoi esponenti, come Helena Blavatsky, Annie Besant e Rudolf Steiner, si giunse alla cosiddetta tesi delle razze-radici.
I teosofi, la cui dottrina filosofico-religiosa mischiava misticismo e indagine scientifica, pensavano che l’umanità fosse divisa in sette razze-radice e a ciascuna di esse corrispondesse sia un’epoca storica sia un tipo di sviluppo delle capacità umane. Le prime cinque razze di questa teoria sono la Polare, l’Iperborea, la Lemuriana, l’Atlantidea e l’Ariana.
Quest’ultima è la nostra razza attuale e le ultime due ancora non sono comparse, ma porteranno le persone a trascendere la loro natura umana per trasformarsi in esseri divini. Ogni razza-radice, a sua volta, ha sette sotto-razze e noi della razza Ariana deriviamo dalla quinta sotto-razza degli Atlantidei, i Protosemiti. La prima sotto-razza atlantidea erano i Rmoahals, che svilupparono il linguaggio; seguirono i Tlavatli, gli artefici della nascita della memoria, e i Tolteki, la cui civiltà corrispondeva al periodo di massimo splendore di Atlantide.
La decadenza ebbe inizio con i Turanici, puniti con terremoti e tsunami per il loro egoismo. Le ultime tre sotto-razze erano i Protosemiti, gli Accardi e i Mongoli, che cercarono di porre rimedio agli errori dei predecessori.
Il punto in comune di queste sotto-razze è che tutti gli Atlantidei possedevano poteri sovrannaturali e la distruzione dell’isola fu colpa dei Turanici, che iniziarono ad abusare della magia per scopi personali e a mettersi gli uni contro gli altri.
La teoria delle razze-radice ebbe un seguito con il Terzo Reich, il cui interesse per l’esoterismo è ben noto. Alcuni gerarchi nazisti, fra cui Alfred Rosenberg ed Heinrich Himmler, diedero adito alla leggenda della discendenza atlantidea degli ariani e, per cercare i resti dei loro mitologici antenati, promossero una serie di spedizioni, ovviamente infruttuose.
L’eruzione del Thera e la distruzione di Santorini
Misticismo e razze a parte, qualcuno ipotizzò che l’impossibilità di giungere a una localizzazione certa fosse imputabile a Solone, ovvero alla fonte storica di Platone, e che i sacerdoti egizi che gliene avevano parlato fra il VII e VI secolo a.C. avevano sbagliato a tradurre le date: anziché esser stata distrutta 9.000 anni prima, Atlantide era affondata 900 anni prima.
Questo dubbio sulla datazione ci porta intorno al 1628 a.C., quando, nel mar Egeo, Santorini fu vittima di una violentissima eruzione del vulcano Thera, a cui seguì un terribile maremoto, che fece collassare la parte centrale dell’isola, lasciò intatte le zone esterne e le diede l’attuale conformazione.
Si presume che l’eruzione del Thera abbia contribuito alla fine della civiltà minoica, e alcuni superstiti sarebbero fuggiti in Egitto, dove i sacerdoti ne tramandarono i racconti attraverso una veste mitologica.
Stralcio testo tratto da un articolo di NICOLA IANUALE pubblicato nella pagina di vanillamagazine.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…
Vedi anche:
- Atlantide, il grande mistero
- Diodoro Siculo, le Amazzoni e Atlantide
- Il mito di Atlantide: conseguenza dell’eruzione minoica dell’isola di Thera?
- La Sardegna sulle tracce della perduta Atlantide