Carl Traugott Riedel – Ritratto di Ludwig van Beethoven, 1801 – Wikipedia, pubblico dominio.

Nato a Bonn nel 1770, Beethoven non ebbe un’infanzia felice a causa delle notevoli ristrettezze economiche e dei problemi psicologici del padre Johann, che era tenore della cappella arcivescovile.
Nel 1784 giunse a Bonn l’arcivescovo Maximilian Franz che prese Beethoven al suo servizio come organista, gli dette la possibilità di studiare e gli permise anche di recarsi a Vienna ove il giovane musicista poté incontrare, fra gli altri, anche il grande Haydn, a cui fece conoscere alcune delle sue prime composizioni.

Proprio mentre si trovava a Vienna, l’invasione delle truppe francesi costrinse l’arcivescovo Maximilian Franz a fuggire da Bonn. 
Beethoven si trovò così in una situazione praticamente da libero professionista, e seppe abilmente approfittarne per strappare la musica dai salotti aristocratici in cui fino ad allora era rimasta e divulgarla presso il ceto borghese, che stava assumendo sempre maggiore importanza nella società.

Beethoven fu il primo grande musicista che partecipò attivamente alla vita del suo tempo, esprimendo attraverso la sua arte le passioni, gli entusiasmi, gli ideali dell’epoca e divulgandoli presso le masse borghesi che affollavano i teatri pubblici che proprio allora stavano nascendo in tutta Europa.
Il periodo tra il 1795 e il 1815 fu quello in cui Beethoven compose le sue opere più famose, fra cui alcune sonate per pianoforte, tre concerti per pianoforte e orchestra, le prime sette sinfonie e molti quartetti per archi.
Nello stesso periodo però egli cominciò ad avvertire i primi sintomi della sordità che lo accompagnò per il resto della sua vita, costringendolo a troncare l’attività concertistica e a rinchiudersi in solitudine. Cominciò così un periodo molto sofferto, in cui il naturale ottimismo di Beethoven si scontrava continuamente con la situazione in cui era costretto a vivere.

Beethoven compone la Missa Solemnis, ritratto di Joseph Karl Stieler – Wikipedia, pubblico dominio.

Dalle crisi di sconforto che ne derivavano, egli riusciva a risollevarsi facendo appello a una serie di grandi ideali positivi: l’amore per l’umanità, la fratellanza di tutti gli uomini, la sostanziale bontà della natura e del suo creatore; questi ideali emergono soprattutto nelle ultime opere, e in particolare nel famoso Inno alla gioia della Nona sinfonia, la cui musica è oggi stata scelta come inno europeo.
Beethoven morì a Vienna nel 1827.

.

testo tratto da: scuolissima.com

 

.

.