Briareo era uno dei Titani, figlio di Gèa (la terra) e di Urano (il cielo). Talvolta è detto figlio di Poseidone.
Aveva cento braccia tutte armate e dalle bocche delle sue cinquanta teste vomitava fiamme e fumo.

Briareo, con i fratelli Gige e Cotto, partecipò alla lotta contro i Titani come alleato degli Olimpici. Una volta che questi ultimi vinsero e i Titani furono rinchiusi nel Tartaro, Briareo e i suoi due fratelli furono incaricati di sorvegliarli nella loro prigione sotterranea.

Quando Era, Poseidone, Apollo e tutti gli altri olimpi, a eccezione di Estia, si ribellarono contro Zeus e lo legarono al letto con corde di cuoio, annodate cento volte, cosicché non si potesse più muovere, la nereide Teti, prevedendo una guerra civile sull’Olimpo, andò a chiamare il centimane Briareo che rapidamente sciolse tutti i nodi, servendosi di tutte le sue mani, e liberò il suo padrone.

John Flaxman – Teti chiama Briareo per difendersi dagli dei rivoltosi. – Omero, Iliade I. 402. – Wikipedia, pubblico dominio

Poiché la congiura contro di lui era stata organizzata da Era, Zeus appese la dea al cielo fissandole due bracciali d’oro ai polsi, e le legò un’incudine a ogni caviglia. Briareo fu ricompensato da Zeus con la mano di Cimopole; gli fu anche richiesto di fare da arbitro in una contesa per il possesso di Corinto: attribuì a Elio l’acropoli di Corinto e a Poseidone il resto della città.
Omero nell’Iliade lo chiama anche Egeone.

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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