Una pagina a cura di Aster.

Corneille de Lyon – Catherine de’ Medici – Wikipedia, pubblico dominio

Caterina nacque a Firenze il 13 aprile del 1519 da Lorenzo de’ Medici duca d’Urbino e da Maddalena de-la-Tour d’Auvergne.

Rimasta prestissimo orfana dei genitori, era stata condotta, in età di cinque mesi, presso Leone X a Roma, poi nel 1525 era stata rimandata in Firenze per essere educata. Nel 1527, durante la prigionia del Papa a Castel Sant’Angelo, era stata chiusa nel convento di Santa Lucia e in quello delle Murate; poi era andata a Roma e a Bologna e infine nuovamente a Firenze.

Jacopo Chimenti – Matrimonio per procura di Maria de’ Medici con Enrico VI di Francia, rappresentato da Ferdinando I, granduca di Toscana. – Wikipedia, pubblico dominio

Si trovava in questa città quando le fu comunicato che doveva recarsi a Marsiglia, dove l’aspettavano il Pontefice e lo sposo. 
Partì da Firenze il 1° settembre del 1533, accompagnata da Filippo Strozzi.

Qui quattro giorni dopo venivano con grande solennità celebrate le nozze e Filippo Strozzi consegnava al re di Francia il ricchissimo regalo nuziale del Pontefice alla nipote.

Pare che l’uso dei profumi in Francia sia stato portato proprio da Caterina che lo diffuse anche a causa del cattivo odore che emanava lo sposo poco propenso a curare la pulizia della propria persona; e poiché Caterina usava dei profumi importati dalla città di Colonia in Germania quei primi profumi presero il nome di acqua di Colonia.

Caterina aveva fama ed era grande mangiatrice e bevitrice; spinta dal gusto per la buona tavola portò in Francia: salse – l’uso delle rigaglie – l’olio d’oliva – le crespelle – gli spinaci – i fagioli – i piselli – i carciofi – l’uso di cucinare i volatili all’arancio e tanti piatti che poi si imposero nella cucina internazionale come francesi. A lei si deve l’influenza che la cucina fiorentina ebbe su quella francese perché i cuochi e i pasticceri che la seguirono fecero scuola; questo fatto fu ammesso dagli stessi francesi e Flammarion scrisse: 
“Dobbiamo riconoscere che i cuochi italiani che vennero in Francia al seguito di Caterina de’ Medici all’epoca del suo matrimonio con Enrico II, furono all’origine della cucina francese, per gli elementi e i condimenti, per noi nuovi, che essi portarono.”

Durante il regno del marito non si occupò mai di questioni di stato ma era anche una grande donna politica, seguace del suo conterraneo Machiavelli, e non poteva, quindi, accontentarsi di stare a cincischiarsi con ricami, apparizioni di rappresentanza e poesia, quando sul trono regnavano i suoi amatissimi figli, quasi tutti deboli o stravaganti.

Così fu lei, Caterina dé Medici, a governare la Francia per circa trent’anni dopo la morte del marito Enrico II (1559), nel burrascoso periodo delle interne guerre di religione e delle esterne continue lotte e rivalità con la potente Spagna di Filippo II e l’ascendente Inghilterra di Elisabetta I, soprattutto. Opera ancor più ardua in un paese dove vigeva la legge salica, dove lei era straniera e per giunta non di sangue reale.

Chenonceau è uno dei primi castelli del Rinascimento. Fu costruito dal 1513 al 1521 dal banchiere Thomas Bohier. Nel 1535 il figlio Antoine Bohier per pagare i debiti del padre fu costretto a cedere Chenonceau a re Francesco I, che lo utilizzò come residenza di caccia. 

Castello di Chenonceau – Image by Laure GREGOIRE from Pixabay

Qui si svolsero anche intrighi amorosi, protagoniste mogli e favorite del re, nel parco c’è il giardino di Diana di Poitiers e quello di Caterina de’ Medici, uno di fronte all’altro, come se ancora perpetuassero la loro rivalità. Alla morte del monarca nel 1559 la vedova, Caterina de’ Medici, costrinse la favorita di suo marito a cederle il maniero in cambio del più severo Chaumont e a ritirarsi ad Anet, nel vicino Eure-et-Loir, dove morì sette anni più tardi. Il castello sorge sullo Cher e vi si accede attraverso un magnifico viale. All’interno vi sono pregiati quadri, mobili e arazzi.

Sebbene praticamente fosse lei a governare la Francia dietro i suoi tre figli succedutisi sul trono di Francia coi nomi di Francesco II, Carlo IX ed Enrico III, ufficialmente non fu mai altro che regina consorte di Enrico II e del primogenito Francesco II (1560) fu reggente del secondo figlio Carlo IX. Tentò la riconciliazione tra cattolici e protestanti, concedendo agli ugonotti libertà religiosa con la pace di Amboise (1563), ma nel 1572 Caterina dei Medici temendo l’influenza del partito ugonotto organizza nella notte del 23/24 agosto la strage degli ugonotti detta “Della notte di S. Bartolomeo“.

Édouard Debat-Ponsan – Davanti alla porta del Louvre, 1880 (Caterina de ‘Medici osserva i protestanti uccisi all’indomani del massacro di San Bartolomeo) – Wikipedia, pubblico dominio

Sono uccisi migliaia di nobili protestanti ugonotti. Quelli che più teme Caterina, la corte cattolica e naturalmente il Papa dal quale è arrivato l’ordine, o almeno che non si é opposto al disegno criminale, anzi lo ha patrocinato. Finita la strage ha celebrato un solenne Te Deum di ringraziamento.

Oltre che di politica si occupò di arti, aveva una biblioteca senza uguali nella Francia di allora, e di architettura facendo edificare una nuova ala del Louvre, il castello di Monceau e facendo iniziare il palazzo e i giardini delle Tuileries.

Stralcio testo tratto dalla pagina: lalivornina.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

La personalità di Caterina de’ Medici è difficile da delineare con precisione perché alla sua figura è da sempre legata una leggenda nera. La tradizione popolare ne ha perpetuato la memoria facendo di lei l’incarnazione della spietatezza, del machiavellismo e del dispotismo, dimenticando l’ottimismo che la sovrana mostrava in qualunque occasione. Per molto tempo persino gli storici hanno divulgato questa immagine senza rendersi conto dei propri errori. 
Si è dovuto attendere il XX secolo perché la storiografia tradizionale della regina fosse completamente rimessa in questione da storici come Jean Hippolite Mariéjol, Janine Garrisson, Jean-Louis Bourgeon, Arlette Jouanna.

Dall’epoca delle guerre di religione sia i cattolici che i protestanti hanno deriso e disdegnato la politica di tolleranza della regina madre. Un’efficace propaganda, rivolta contro i Valois, ha perpetuato un’immagine completamente falsata della regina. La sconfitta dei Valois nel 1589 non ne ha permesso la riabilitazione. Peggio, nel XVII secolo, gli storici ed i memorialisti hanno deliberatamente disprezzato questi ultimi per elevare ancor più l’immagine della nuova dinastia dei Borbone. Si dimenticò allora che i risultati ottenuti da Enrico IV prima e da Richelieu poi non furono che la pura continuità della politica di Caterina de’ Medici.

Nel XVIII secolo la saggia politica della regina è percepita come un dispotismo opprimente ed arbitrario. La denuncia dei re del resto andava di moda. Marat ripeté con la descrizione dell’oscurantismo le storie più sordide per denunciarli. In questo modo la Rivoluzione Francese diede un aspetto definitivo alla leggenda nera di Caterina de’ Medici. Nel XIX secolo, la scuola repubblicana e la tradizione popolare ripresero tutti i pregiudizi perpetuando la leggenda, come nel romanzo La Regina Margot di Alexandre Dumas o il Sur Catherine de Médicis di Honoré de Balzac, senza tener conto della totale discordanza tra fatti e leggende.

Ritratto di Catherine de ‘Medici attribuito a François Clouet – Wikipedia, pubblico dominio

Oggi la figura di Caterina de’ Medici è stata riabilitata dagli storici, tuttavia una opinione popolare tradizionalmente negativa continua ad esistere. In alcuni castelli della Francia, ad esempio, qualche guida continua ancora a raccontare, senza fondamento alcuno che Caterina de’ Medici usava riporre negli armadi, opportunamente celati, i veleni che spesso usava per liberarsi dei suoi scomodi nemici, ovvero le storie più sordide che impressionano il pubblico. Tutto questo ha contribuito ad alimentare la leggenda nera di Caterina de’ Medici sino ai giorni nostri. 

I principali tratti attribuiti dalla leggenda nera alla figura di Caterina de’ Medici sono:

  • una donna dominatrice che cercò di accaparrarsi il potere. 
    Bisogna considerare che Caterina de’ Medici aveva la legittimità dalla propria parte. In quanto regina madre, preservare l’eredità dei suoi figli fu per lei un obbligo. Poiché la Francia era messa sottosopra dalle lotte tra fazioni, far rispettare la monarchia e salvaguardare l’integrità del regno era suo dovere. Poiché ebbe preso a cuore questa sua funzione, Caterina de’ Medici fu una donna di potere così come lo era stata la sua vicina Elisabetta I. Alla stessa maniera di Francesco I o Enrico IV, anche lei cercò di rendere il potere regale più forte.
  • una donna malvagia che è pronta a ricorrere ai mezzi più estremi per conservare il potere
    Cosa non si è detto su questi famosi veleni, su queste trappole segrete o ancora su questi assassini che avrebbe tenuto a suo servizio. Sono insinuazioni per la gran parte senza alcun fondamento. Gli storici hanno creduto a torto che fosse stata lei ad organizzare il massacro della notte di San Bartolomeo. Alcuni l’hanno persino immaginata esaminare con sdegno il mucchio di cadaveri dei protestanti massacrati nel cortile delLouvre.
  • una adepta del machiavellismo
    Gli avversari di Caterina l’accusavano di tergiversare tra i partiti e persino di creare la discordia per regnare meglio. In realtà Caterina de’ Medici non si fidava di alcun partito e passò la sua vita a cercar di contenere le loro ambizioni per mettere in luce solamente il re. Sono il degrado del potere reale e la debolezza dei suoi mezzi che obbligano Caterina de’ Medici ad appoggiarsi ora a questo ora a quel partito.
  • una italiana che lascia che la Francia venga governata dagli stranieri.
    Per molte cose Caterina era considerata come una straniera. È vero che aveva un accento italiano. Quando arrivò in Francia per sposare il duca d’Orléans sapeva a mala pena parlare il francese. D’altro canto, la regina ha effettivamente introdotto nella corte e al potere alcuni dei suoi famigliari di origine italiana come i Gondi e i Birague. Ma la maggior parte di questi era cresciuta in Francia e possedeva una cultura ed un’intelligenza raffinata fondata sulla squisita poliedricità del rinascimento italiano. La loro politica fu sempre rivolta al servizio del loro paese di adozione,purtroppo.
  • una donna irritabile divorata dalla gelosia
    Gli scrittori hanno avuto la tendenza a esagerare l’odio di Caterina de’ Medici verso Diana di Poitiers, favorita di suo marito. È vero che Caterina non provava alcuna simpatia per colei che chiamava “la puttana del re”, ma da qui ad immaginarla una selvaggia vendicativa nei riguardi della favorita alla morte di Enrico II è andare un po’ troppo lontano. I romanzieri hanno ripreso a torto la leggenda che Diana de Poitiers fosse incaricata dell’educazione dei figli reali e che ciò causava amarezza alla regina. In realtà Caterina de’ Medici vegliava sui suoi figli molto di più di quanto facesse Diana..

Stralcio testo tratto dalla pagina: ulianoblog.wordpress.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

Caterina de Medici e i suoi “Veleni”

La giovane Caterina volle con se’ a Parigi la sua governante, alcuni pasticcieri, cuoche provenienti dal Mugello ed un gelataio proveniente da Urbino.
A suo seguito giunsero gli aromi e i profumi della cucina toscana e tutte le prelibatezze preferite dalla stessa:

la salsa colla, la zuppa di cipolle,  le pezzole della nonna, la lingua in dolce e forte, il fegato farcito, i vari tipi di frittata ed ancora tante usanze e tante specialità come ad esempio l‘anitra con la melangola (o papero al melarancio), piatto questo che fu subito reinterpretato dai cuochi francesi, reso più bello nella presentazione più morbido nei sapori prese il nome di canard à l’orange, diventando così uno dei piatti di corte.

Profiterole – Wikipedia, pubblico dominio

Anche la salsa colla fu rielaborata nella presentazione e nel nome e si chiamòbéchamel la zuppa di cipolle diventò  Soupe d’oignons, le pezzole della nonna crépes alla fiorentina, le modeste frittate ed il pesce uovo presero diversi sapori e si chiamarono omelettes.

Il profiteroles è un dolce di origine francese, molto famoso anche in Inghilterra.

Fa probabilmente parte di quei dolci nati in seguito al matrimonio tra Caterina de Medici ed Enrico II di Francia.

Caterina portò con sé tutte le sue ricette e uno dei suoi chef, il famoso Popelini, creò nel 1540 la pasta per choux (per bignè), che divenne molto famosa in Francia.

Stralcio testo tratto dalla pagina: cucinatavola.wordpress.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

Caterina morì a Blois nel 1589.

Aster

 

.