“A quanto dicono la sua bellezza in sé non era del tutto incomparabile né tale da colpire chi la guardava; ma la sua conversazione aveva un fascino irresistibile, e da un lato il suo aspetto, insieme alla seduzione della parola, dall’altro il carattere, che pervadeva contemporaneamente i suoi colloqui, erano un pungiglione penetrante. […] Pochissimi erano i barbari con i quali trattava mediante un interprete; alla maggior parte dava da sé le risposte, come a Etiopi, Trogloditi, Ebrei, Arabi, Siri, Medi, Parti. Dicono anche che conoscesse la lingua di molti altri popoli, mentre i re precedenti non si erano sottoposti nemmeno ad apprendere l’egiziano e alcuni avevano dimenticato anche il dialetto macedone” – Plutarco ne “Vita di Antonio”

Plutarco, biografo e scrittore greco romano, descrive così Cleopatra, una delle figure più leggendarie del mondo antico, l’ultima regina tolemaica d’Egitto e colei che per due volte, attraverso i suoi due grandi amori Giulio Cesare e Marco Antonio, fu ad un passo dal divenire imperatrice di Roma e del mondo.

Regno tolemaico. Cleopatra VII. 51-30 a.C. Dracma AE 40. Alessandria – Wikipedia, pubblico dominio

Come spesso accade, alle donne potenti che segnano la storia, attorno alla sua figura nacquero dicerie e leggende di ogni tipo, come ad esempio che fosse una meretrice, che bevesse molto e che amasse indulgere eccessivamente ai piaceri della carne. Orazio la chiama il “fatale monstrum” di Roma, mentre lo storico del III secolo, Cassio la descrive così: “era una donna dalla sessualità e dall’avarizia insaziabili, la sua aspirazione era ottenere il dominio sui Romani, fallì e finì per perdere il suo regno, incantò i due più grandi romani dell’epoca e finì per distruggere se stessa”

Anche per gli autori classici è una donna immorale e perfida: Dante la condanna all’inferno da lussuriosa “rapace, crudele e lasciva”, Shakespeare la demonizzata e la chiama “il serpente del Nilo”.

Ma è proprio vero che la storia viene scritta dai vincitori, in questo caso nella successiva epoca imperiale, quando era già stata sconfitta dal suo grande nemico Ottaviano Augusto. Tutte le rappresentazioni della regina egiziana nella storia e nella poesia augustea sono animate dal medesimo astio, e mettono in rilievo sempre gli stessi tratti negativi. Quasi tutto quello che sappiamo di lei è stato scritto dai suoi nemici e proviene solo da fonti romane, scritte da storici come Plutarco, Dione e Appia. Cicerone non menziona neanche il suo nome da quanto ha disprezzo per Cleopatra.

Frederick Arthur Bridgman – Cleopatra sulle terrazze di Philae, 1896 – Wikipedia, pubblico dominio

Tuttavia l’immagine stereotipata che abbiamo di lei è molto lontana dalla verità, Cleopatra, la donna destinata a segnare il futuro del mondo mediterraneo, incarnava tutto quello che non piaceva agli uomini romani. Innanzitutto era una donna e in secondo luogo era una donna di potere, questo faceva di lei un individuo estremamente minaccioso e pericoloso, certamente da odiare.

Essere donna di potere al pari degli uomini, nell’antico Egitto era usuale: le regine, da abili consigliere, vivevano al fianco dei faraoni condividendo diritti e privilegi, gestendo con esso il potere e partecipando attivamente alla vita politica del regno.

La libertà e l’autonomia della quale godevano le regine non erano esclusiva dei palazzi reali, in generale tutte le donne dell’antico Egitto vivevano una condizione emancipata, sapevano leggere e scrivere, giuridicamente avevano gli stessi diritti degli uomini, disponevano dei propri beni liberamente, potevano addirittura scegliersi il marito. Privilegi impensabili per le altre civiltà dell’epoca.

Essere “Nebet Per” ossia signora della casa non impediva però alle donne di lavorare nei campi accanto al marito o come tessitrici oppure intraprendere professioni come quella di danzatrice, musicista o addirittura scriba.

Cleopatra, nata e cresciuta in Egitto, eredita questo stile di vita improntato alla libertà e all’indipendenza sconosciuto alle donne appartenenti ad altre culture del suo tempo e non solo.

Una donna affascinante, sensuale e seducente, ma in realtà non sono queste qualità la sua arma migliore. 

Probabilmente non è mai stata una donna di straordinaria bellezza ma sicuramente di straordinaria vitalità e intelligenza certa.

La sua vera forza è la sua personalità, è infatti una donna molto colta, intelligente, raffinata, che sa parlare su temi diversissimi, che conosce tante lingue e con la quale è piacevole conversare e passare il tempo. Forte e abile politicamente, è una donna, appunto, libera e indipendente molto diversa dalla maggior parte delle donne romane che sono relegate ad un ruolo di secondo piano nella vita sociale. E questo sicuramente colpisce molto uomini tipici romani come lo sono Cesare e Marco Antonio.

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Stralcio testo tratto da un articolo di Amani Sadat pubblicato nella pagina di oubliettemagazine.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

Desidero inserire una realizzazione grafica dell’amica Aster che ha visto, con gli occhi del cuore, la bellezza di Cleopatra

 

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