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Nel mese di giugno, accanto alla solennità del Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa celebra anche il Cuore Immacolato di Maria: due cuori uniti in un unico disegno di amore e salvezza.
Lontana da qualsiasi sentimentalismo, questa festa affonda le radici in un linguaggio biblico denso di senso e di forza, che parla non solo ai sentimenti ma all’interiorità di ogni credente.
Già nella Scrittura troviamo inviti a dialogare con il cuore: «Parlate al cuore di Gerusalemme» (Is 40,2), «l’attirerò a me e parlerò al suo cuore» (Os 2,14), «Figlio, dammi il tuo cuore» (Pr 23,26). Quando la liturgia parla del «Cuore della Vergine», intende richiamare la totalità della persona di Maria: quel profondo centro interiore di mente, volontà e affetto in cui ella ha amato Dio e l’umanità, consacrandosi totalmente al progetto di salvezza del Figlio.
Nel Cuore Immacolato della Madre, pieno dello Spirito Santo, si è formato il Cuore del Figlio di Dio, dimora del Verbo e tempio del Santo Spirito.
Tutti noi, discepoli affidati a Maria da Gesù crocifisso, troviamo in quel cuore rifugio e conforto. La liturgia lo celebra con parole ricchissime: «In me ogni grazia di via e verità; in me ogni speranza di virtù e di vita» (Antifona d’ingresso), e nella preghiera colletta prosegue: «In questo Cuore di donna Dio ha posto la dimora del Verbo e il tempio dello Spirito Santo».
Il formulario festivo è un tesoro di immagini: Maria, «dotata di un cuore sapiente e docile, pronto ad ogni cenno del tuo volere; un cuore nuovo e mite, semplice e puro», meritò di accogliere il Figlio e di contemplare il volere di Dio; un cuore forte e vigilante che, pur sostenendo con fede la spada del dolore, attese l’alba della risurrezione (Prefazio). Queste parole ci mostrano la sublime altezza a cui Dio ha innalzato la sua serva, rendendola cooperatrice unica del piano salvifico.

Dipinto del XIX secolo di Nostra Signora. – Wikipedia, pubblico dominio
Così come il Cuore di Gesù esprime l’amore misericordioso del Padre, il Cuore di Maria rivela la maternità premurosa con cui la Vergine accoglie il Verbo, diventando «dimora» e «tempio» dello Spirito».
Al Vangelo secondo Luca, una voce proclama: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!» (Lc 11,27-28), e Maria canta il suo Magnificat: «Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente» (Salmo responsoriale).
Il segreto di tanta grandezza sta nella fede e nell’umiltà di Maria. Non è soltanto un modello di contemplazione, ma l’esempio che ciascuno è chiamato a imitare. Come insegna Gesù: «Non chiunque mi dice “Signore, Signore” entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio» (Mt 7,21).
Custodire nel cuore i «tesori della grazia del tuo Figlio» (preghiera sulle offerte) significa tenere fisso lo sguardo su questa missione di amore.
Nota storica.
La memoria liturgica del Cuore Immacolato di Maria, facoltativa nel Rito Romano e obbligatoria nel Rito Ambrosiano, fu estesa a tutta la Chiesa da Papa Pio XII nel 1944, a ricordo della consacrazione del mondo al Cuore di Maria compiuta nel 1942, e si celebra il giorno dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù.
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