Un gruppo di scienziati tedeschi afferma di avere decifrato il significato di una delle scoperte archeologiche più spettacolari degli anni recenti: il disco di Nebra era usato come un avanzato orologio astronomico.
Lo scopo del disco di 3,600 anni or sono, che generò grande clamore quando fu portato all’attenzione del pubblico tedesco nel 2002, non sarà più oggetto di speculazioni.

II disco del cielo di Nebra – Mostra ‘Der schöne Schein’ di repliche di opere d’arte famose nel Gasometro di Oberhausen – Wikipedia, pubblico dominio

Un gruppo di studiosi tedeschi ha scoperto evidenze che suggeriscono che il disco fosse usato come complesso orologio astrologico per l’armonizzazione del calendario lunare e di quello solare.
A differenza del calendario solare, che indica la posizione della terra mentre essa gira attorno al sole, il calendario lunare si basa sulle fasi della luna. L’anno lunare è di 11 giorni più breve dell’anno solare poiché i 12 mesi sinodici, ossia i 12 ritorni della luna ad una nuova fase, richiedono solo 354 giorni.

Il disco solare di Nebra era usato per determinare se e quando un tredicesimo mese – il cosiddetto mese intercalare – dovesse essere aggiunto all’anno lunare per mantenere il calendario lunare allineato alle stagioni.
Il funzionamento di questo orologio era probabilmente noto ad un’elite molto ristretta” spiega l’archeologo Harold Mellar.

Il disco di bronzo di 32 cm di diametro, con applicazioni di lamina d’oro a rappresentare il sole, la luna, e le stelle è la rappresentazione più antica del cosmo conosciuta ad oggi. Un gruppo di sette punti era stato già in precedenza interpretato come la costellazione delle Pleiadi come appariva 3,600 anni or sono. La spiegazione del proposito del disco getta ora nuova luce sulle conoscenze e capacità astronomiche dei popoli dell’Età del Bronzo, che usavano una combinazione di calendari solare e lunare come importanti indicatori per le stagioni agricole ed il passare del tempo.
Quel che più sorprende è che i popoli dell’Età del Bronzo riuscirono ad armonizzare l’anno solare quello lunare. Non li avremmo mai creduti capaci di tanto” ha aggiunto Mellar.

Stadio odierno: Al momento della scoperta, mancava l’arco di orizzonte sinistro ed erano già presenti i fori sul bordo. La tacca sulla parte superiore sinistra e il danneggiamento della luna piena furono causate dai tombaroli. – Wikipedia, pubblico dominio

Secondo l’astronomo Wolfhard Schossler della Università della Ruhr di Bochum, gli osservatori del cielo dell’Età del Bronzo conoscevano quel che i Babilonesi avrebbero descritto solo 1,000 anni più tardi.
Se si trattasse di una scoperta locale, o se invece la conoscenza provenisse da lontano, non è ancora chiaro” ha aggiunto.
Dal momento della scoperta del disco, archeologi ed astronomi sono stati incuriositi dalla forma della luna come appare sul disco.
Volevo spiegare la dimensione di quella luna crescente sul disco del cielo, perché non è una nuova fase della luna” ha dichiarato l’astronomo di Amburgo Ralph Hansen.
Nel suo tentativo di spiegare perché gli astronomi di Nebra crearono una mappa del cielo con una luna vecchia di quattro o cinque giorni, Hansen ha consultato la collezione di documenti babilonesi “Mul-Alpin” risalente ad un periodo compreso tra VII e VI secolo a.C.,
Queste scritture cuneiformi rappresentano, secondo Hansen, un compendio di “conoscenze astronomiche dei primi tempi”. Contengono inoltre una regola per il calcolo della luna crescente che sembra sorprendentemente simile a quello di Nebra.
Secondo l’antica regola babilonese, solo un tredicesimo mese doveva essere aggiunto al calendario lunare e sola quando si vedeva la costellazione delle Pleiadi e la luna esattamente per come appaiono sul disco. (continua a leggere sul sito originario)

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stralcio testo tratto dalla pagina: ilterzoorecchio.wordpress.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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Il Disco di Nebra, un articolo di Francesco Garufi

Il Disco di Nebra, il recente straordinario e ritrovamento del reperto archeologico è avvenuto vicino al villaggio di Nebra situato presso Mittelberg, una collinetta coperta della foresta di Ziegelroda alta circa 250 mt, a 50 km ad ovest di Lipsia, nella Germania Est. Nello stesso sito sono state ritrovate anche delle spade stile miceneo.

Il disco di Nebra è un artefatto circolare in bronzo e oro datato circa 1600 a.C. circa, con un diametro di circa 32 cm. con raffigurati sole, luna e stelle tra le quali si distinguono le sette Pleiadi (attualmente visibili appena sei). Il disco di Nebra fino a questo momento è la più antica rappresentazione astronomica in assoluto.
Questo ritrovamento archeologico sembra di sicura manifattura locale poichè il rame ha caratteristiche minerali isotopiche della zona stessa del ritrovamento e sembra corroborare gli stretti legami, evidenziati nel libro “Omero nel Baltico” di Felice Vinci, tra l’Europa centro-settentrionale e il mondo omerico.
Il disco è il perfetto pendant dei versi del XVIII libro dell’Iliade in cui Omero illustra le decorazioni astronomiche fatte dal dio fabbro Efesto sullo strato in bronzo posto al centro dello scudo di Achille: “Vi fece la terra, il cielo e il mare, l’infaticabile sole e la luna piena, e tutti quanti i segni che incoronano il cielo, le Pleiadi, le Iadi, la forza d’Orione“.
I reperti di Nebra insomma mostrano lo stretto rapporto, per così dire “triangolare”, che, attraverso l’archeologia, si può stabilire tra il mondo nordico della prima età del bronzo, quello omerico (lo scudo) e quello miceneo (le spade).

L’importante scoperta archeologica è avvenuta in Germania ed è stata resa pubblica solo recentemente. Ce ne siamo occupati superficialmente qualche numero fa parlando del sito sacro agli antichi germani Exterstaine. Ora lo faremo con maggiore approfondimento, essendo questa scoperta di fondamentale importanza per la comprensione della scienza dell’Uomo del Neolitico. Si tratta di Goseck, il più antico sito preistorico conosciuto con evidenti relazioni astronomiche, un luogo in cui gli uomini che, ancor oggi sono definiti “primitivi”, osservavano i movimenti del Sole, i cicli lunari e il moto delle costellazioni.
Ciò avveniva circa 7.000 anni fa, ben 2.000 anni prima della realizzazione di Stonehenge. L’archeologo che coordina il team di ricerca dell’Università di Halle-Wittemberg è fermamente convinto che Goseck rappresenti, oltre che un punto di osservazione astronomica, uno dei siti sacri più antichi e importanti del Centro Europa.
Il sito di Goseck tratteggia dunque, semmai ve ne fosse bisogno, una nuova immagine dell’uomo del Neolitico, rivolto alla conoscenza del proprio habitat, ma anche proiettato verso l’osservazione del cielo in cerca, forse, delle risposte ai grandi misteri della sua esistenza.

Una scoperta inaspettata
Come si è giunti alla scoperta dell’importante sito di Goseck? L’archeologo Francois Bertemes, responsabile del progetto Goseck, ci ha raccontato le circostanze che hanno portato alla scoperta del sito. (continua a leggere)

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stralcio testo tratto dalla pagina: didaweb.net sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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