«DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA»
di S. Alfonso Maria de Liguori
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DISCORSI SULLE SETTE FESTE PRINCIPALI DI MARIA.

DISCORSO I. – Dell’Immacolata Concezione di Maria.
Punto I, Punto II, Punto III

Punto III.

Se dunque al Padre convenne preservar Maria dal peccato come sua figlia, ed al Figlio come sua madre, benanche allo Spirito Santo convenne preservarla come sua sposa.
Maria, dice S. Agostino, fu quella sola che meritò d’esser chiamata madre e sposa di Dio: Haec est quae sola meruit mater et sponsa vocari (Serm. de Ass.). Poiché asserisce S. Anselmo che ‘l Divino Spirito venne già corporalmente in Maria, ed arricchendola di grazia sopra tutte le creature, in lei riposò e fe’ regina del cielo e della terra la sua sposa: Ipse Spiritus Dei, ipse amor Patris et Filii corporaliter venit in eam, singularique gratia prae omnibus in ipsa requievit, et reginam caeli et terrae fecit sponsam suam (De Ex. Virg., c. 4). Dice che venne in lei corporalmente in quanto all’effetto, poiché venne a formar dal suo corpo immacolato l’immacolato corpo di Gesù Cristo, siccome già l’Arcangelo le predisse: Spiritus Sanctus superveniet in te (Luc. I, [35]). Che perciò, dice S. Tommaso, chiamasi Maria tempio del Signore, sacrario dello Spirito Santo, perché per opera dello Spirito Santo fu fatta madre del Verbo Incarnato: Unde dicitur templum Domini, sacrarium Spiritus Sancti, quia concepit ex Spiritu Sancto (Opusc. 8).
Or se un eccellente pittore avesse mai a sortir la sua sposa bella o deforme, qual egli medesimo se la dipingesse, qual diligenza ei mai non porrebbe a farla quanto più bella potesse? Chi dunque può dire che lo Spirito Santo abbia operato altrimenti con Maria, che, potendo egli stesso farsi questa sua sposa tutta bella quale gli conveniva, non l’abbia fatto? No, che così gli convenne e così ha fatto, come attestò il medesimo Signore, quando lodando Maria le disse: Tota pulchra es, amica mea, et macula non est in te (Cant. IV, 7). Le quali parole dicono S. Idelfonso e S. Tommaso che propriamente di Maria s’intendono, come riferisce Cornelio a Lapide sul detto passo; e S. Bernardino da Siena (To. 2, serm. 52) con S. Lorenzo Giustiniani (Serm. de Nat. Virg.) asseriscono che s’intendono le parole citate precisamente della sua immacolata Concezione; onde l’Idiota le dice: Tota pulchra es, Virgo gloriosissima, non in parte, sed in toto; et macula peccati sive mortalis, sive venialis, sive originalis, non est in te (In Contempl. B.V., c. 3).

Giovanni Battista Tiepolo – Immacolata Concezione di Maria –
Museo del Prado – Wikipedia, pubblico dominio

Lo stesso significò lo Spirito Santo, quando chiamò questa sua sposa orto chiuso e fonte segnato: Hortus conclusus, soror mea sponsa, hortus conclusus, fons signatus (Cant. IV, 12). Maria appunto, dice S. Girolamo, fu quest’orto chiuso e fonte suggellato; poiché in lei non entrarono mai i nemici ad offenderla, ma sempre ella ne fu illesa, restando santa nell’anima e nel corpo: Haec est hortus conclusus, fons signatus, ad quam nulli potuerunt doli irrumpere, nec praevalere fraus inimici; sed permansit sancta mente et corpore. Così S. Girolamo (Ep. 10, ad Eust., de Ass.). E similmente S. Bernardo disse, parlando colla B. Vergine: Hortus conclusus tu es, quem ad deflorandum manus peccatorum numquam introivit (V. in loc. cit. Cant. 4). Sappiamo che questo divino Sposo amò più Maria che tutti gli altri santi ed angeli insieme uniti, come asserisce il P. Suarez con S. Lorenzo Giustiniani ed altri.73 Egli sin dal principio l’amò e l’esaltò nella santità sopra di tutti, com’espresse Davide: Fundamenta eius in montibus sanctis; diligit Dominus portas Sion super omnia tabernacula Iacob… Homo natus est in ea, et ipse fundavit eam altissimus(Ps. LXXXVI, [1, 2, 5]). Parole che tutte significano che Maria fu santa sin dalla sua Concezione. Lo stesso significa ciò che le disse il medesimo Spirito Santo in altri luoghi. Multae filiae congregaverunt divitias, tu supergressa es universas (Prov. XXXI, [29]). Se Maria ha superati tutti in ricchezze della grazia, dunque ha avuto ancora la giustizia originale, come l’ebbero Adamo e gli angeli. Adolescentularum non est numerus: una est columba mea, perfecta mea – l’ebreo legge, integra, immaculata mea – una est matris suae (Cant. VI, [7, 8]). Tutte l’anime giuste son figlie della divina grazia, ma fra queste Maria fu la colomba senza fiele di colpa, la perfetta senza macchia d’origine, l’una conceputa in grazia. Quindi è che l’angelo, prima ch’ella fosse Madre di Dio, già la trovò piena di grazia e così la salutò: Ave, gratia plena. Sulle quali parole scrisse Sofronio che agli altri santi la grazia si dà in parte, ma alla Vergine fu data tutta: Bene gratia plena dicitur, quia ceteris per partes praestatur, Mariae vero simul se tota infudit plenitudo gratiae (Serm. de Ass. B.V.). Talmenteché dice S. Tommaso che la grazia non solo fe’ santa l’anima, ma benanche la carne di Maria, acciocché di quella avesse indi potuto la Vergine vestirne il Verbo Eterno:Anima B. Virginis ita fuit plena, quod ex ea refudit gratiam in carnem, ut de ipsa conciperet Deum (Opusc. 8). Or tutto ciò conduce ad intendere che Maria sin dalla sua concezione dallo Spirito Santo fu fatta ricca e piena della divina grazia, come argomenta Pietro Cellense: Simul in ea collecta est gratiae plenitudo, quia ab exordio suae conceptionis aspersione Spiritus Sancti tota deitatis gratia est superfusa (Lib. de Panib., c. 10). Onde dice S. Pier Damiani: A Deo electam et praeelectam totam eam rapturus erat sibi Spiritus Sanctus (Serm. de Ann.). Rapturus,per ispiegare il santo la velocità del Divino Spirito in prevenire e far sua questa sposa, prima che Lucifero la possedesse.
Voglio finalmente chiudere questo discorso, in cui mi son diffuso più che negli altri, per ragione che la nostra minima Congregazione ha per sua principal protettrice la SS. Vergine Maria appunto sotto questo titolo della sua Immacolata Concezione: voglio, dico, finire con dichiarare in breve quali siano i motivi che mi fan certo, ed a mio parere dovrebbero far certo ognuno di questa sentenza così pia e di tanta gloria della divina Madre, ch’ella sia stata immune dalla colpa originale.
Vi sono molti Dottori ch’anzi difendono che Maria sia stata esente dal contrarre anche il debito del peccato; come sono il cardinal Galatino (De arca, l. 7, c. 18), il cardinal Cusano (Lib. 8, exercit. 8), De Ponte (L. 2, Cant., ex. 10), Salazar (De V. Conc., c. 7, § 7), il Caterino (De pecc. orig., c. ult.), il Novarino (Umbra Virg., c. 10, exc. 28), Viva (P. 8, d. 1, q. 2, a. 3), De Lugo, Egidio, Richelio, ed altri. Or questa opinione è ben ella probabile; poiché, s’è vero che nella volontà di Adamo come capo degli uomini furono incluse le volontà di tutti, secondo probabilmente tengono Gonet (Man., to. 3, tr. 5, c. 6, § 2), Habert (T. 3, de pecc., c. 7), ed altri, fondati sul testo di S. Paolo: Omnes in Adampeccaverunt (Rom. V); se ciò dunque è probabile, probabile benanche è che Maria non abbia contratto il debito del peccato: mentre avendola Dio molto distinta nella grazia dal comune degli uomini, dee piamente credersi che nella volontà di Adamo non abbia inclusa quella di Maria.
Questa opinione è solamente probabile, ed a questa io aderisco come più gloriosa per la Signora mia. Ma poi tengo per certa la sentenza che Maria non ha contratto il peccato di Adamo; siccome la tengono per certa, anzi per prossimamente definibile di fede, come la chiamano il cardinale Everardo (In exam. theol.), Duvallio (I-II, qu. 2, de pecc.), Rainaldo (Piet. Lugd., n. 29), Lossada (Disc. Th. de Imm. Conc.), Viva (Qu. Prod. ad Trut.), ed altri molti. 
Lascio pertanto le rivelazioni che confermano la suddetta sentenza, specialmente quelle fatte a S. Brigida, approvate già dal cardinale Torrecremata e da quattro Sommi Pontefici, come si legge nel libro sesto di dette rivelazioni in più luoghi (al cap. 12, 49 e 55); ma a patto veruno lasciar non posso di notar qui le sentenze de’ SS. Padri su questo punto, per dimostrare quanto essi sono stati uniformi in accordar tale privilegio alla divina Madre. S. Ambrogio dice: Suscipe me non ex Sara, sed ex Maria, ut incorrupta sit virgo, sed virgo per gratiam ab omni integra labe peccati (Serm. 22, in Ps. 118). Origene parlando di Maria dice: Nec serpentis venenosis afflatibus infecta est(Hom. I). S. Efrem: Immaculata, et ab omni peccati labe alienissima (Tom. 5, or. ad Dei Gen.). S. Agostino sulle parole dell’Angelo, Ave, gratia plena, scrisse: Quibus ostendit ex integro – nota ex integro – iram primae sententiae exclusam, et plenam benedictionis gratiam restitutam (Serm. 11, in Nat. Dom.). S. Girolamo: Nubes illa non fuit in tenebris, semper in luce (In Ps. 77). S. Cipriano o chi altro ne sia l’autore: Nec sustinebat iustitia, ut illud vas electionis communibus laxaretur iniuriis, quoniam plurimum a ceteris distans natura communicabat, non culpa (Lib. de card. Chr. oper., de Nat.). Sant’Anfilochio: Qui antiquam virginem sine probro condidit, ipse et secundam sine nota et crimine fabricatus est (Tr. de Deip.). Sofronio: Virginem ideo dici immaculatam, quia in nullo corrupta est (In. Ep., ap. 6 Syn., t. 3, p. 307). S. Idelfonso: Constat eam ab originali peccato fuisse immunem (Contr. Disp. de Virg. Mar.). S. Gio. Damasceno: Ad hunc paradisum serpens aditum non habuit (Or. 2, de Nat. Mar.). S. Pier Damiani: Caro Virginis ex Adam sumpta maculas Adam non admisit (Serm. de Ass. V.). S. Brunone: Haec est incorrupta terra illa, cui benedixit Dominus: ab omni propterea peccati contagione libera (In Ps. 101). S. Bonaventura: Domina nostra fuit plena gratia praeveniente in sua sanctificatione, gratia scilicet praeservativa contra foeditatem originalis culpae(Serm. 2, de Assumpt.). S. Bernardino da Siena: Non enim credendum est quod ipse Filius Dei voluerit nasci ex Virgine et sumere eius carnem quae esset maculata aliquo originali peccato (Tom. 3, serm. 49). San Lorenzo Giustiniani: Ab ipsa conceptione fuit in benedictionibus praeventa (Serm. de Ann.). L’Idiota su quelle parole,Invenisti gratiam, dice: Gratiam singularem, o dulcissima Virgo, invenisti, quia fuerunt in te ab originali labe praeservatio, etc. (Cap. 6). E lo stesso dicono tanti altri Dottori.

Ma i motivi che finalmente della verità di questa pia sentenza assicurano son due. Il primo si è il consentimento universale su questo punto de’ fedeli. Attesta il P. Egidio della Presentazione (De praes. Virg., q. 6, a. 4) che tutti gli Ordini religiosi seguitano la detta sentenza; e dello stesso Ordine di S. Domenico, dice un moderno autore, benché siano 92 scrittori per la contraria, nulladimeno 136 sono per la nostra. Ma sopra tutto dee persuaderci che la nostra pia sentenza sia conforme al comun sentimento de’ Cattolici, ciò che ne attesta il Papa Alessandro VII nella sua celebre bolla, Sollicitudo omnium ecclesiarum, uscita sin dall’anno 1661, in cui si dice: Aucta rursus et propagata fuit pietas haec et cultus erga Deiparam… ita ut, accedentibus Academiis ad hanc sententiam – cioè alla pia – iam fere omnes Catholici eam complectantur. Ed in fatti questa sentenza è difesa dalle accademie della Sorbona, di Alcalà, di Salamanca, di Coimbra, di Colonia, di Magonza, di Napoli, e da altre molte, in cui ciascun laureato si obbliga con giuramento alla difesa di Maria Immacolata. Di questo argomento, cioè del comun senso de’ fedeli, sopra tutto s’avvale a provarla il dotto Petavio (Tom. 5, p. 2, l. 14, c. 2, n. 10); il quale argomento, scrive il dottissimo vescovo D. Giulio Torni (In adn. ad Aest., l. 2, dist. 3, § 2) che non può non convincere, mentre in verità, se non altro che ‘l comun consentimento de’ fedeli ci rende certi della santificazione di Maria nell’utero, e della sua Assunzione in cielo in anima e corpo; perché poi questo stesso comun sentimento de’ fedeli non ci ha da render certi della sua Concezione immacolata? L’altro motivo più forte del primo, che ne fa certi dell’esenzione della Vergine dalla macchia originale, è la celebrazione ordinata dalla Chiesa universale della sua Concezione immacolata. E circa di ciò io vedo da una parte che la Chiesa celebra il primo istante, quando fu creata la di lei anima ed infusa al corpo, come dichiara Alessandro VII nella bolla mentovata, in cui si esprime darsi dalla Chiesa alla Concezione di Maria quello stesso culto che le dà la pia sentenza, la quale la vuol conceputa senza la colpa originale. Dall’altra parte intendo esser certo che la Chiesa non può celebrare cosa non santa, secondo gli oracoli di S. Leone Papa (Ep. Decr. 4, c. 2) e di S. Eusebio pontefice: In sede apostolica extra maculam semper est catholica servata religio (Decr., 24, q. 1, c. In sede); e come insegnano tutt’i Teologi con S. Agostino (Serm. 95 et 113), S. Bernardo (Ep. ad Can. Lugd.), e S. Tommaso, il quale per provare che Maria fu santificata prima di nascere, di questo argomento appunto si serve, cioè della celebrazione che fa la Chiesa di sua nascita, e perciò dice: Ecclesia celebrat nativitatem B. Virginis; non autem celebratur festum in Ecclesia nisi pro aliquo sancto; ergo B. Virgo fuit in utero sanctificata (3 p., q. 27, a. 2). Or s’è certo, come dice l’Angelico, che Maria fu santificata nell’utero, perché così la S. Chiesa celebra la sua nascita; perché poi non abbiamo da tenere per certo che Maria fu preservata dal peccato originale fin dal primo istante di sua Concezione, or che sappiamo che in questo senso la stessa Chiesa ne celebra la festa?
In conferma poi di questo gran privilegio di Maria son note già le grazie innumerabili e prodigiose che il Signore si compiace di dispensare tutto giorno nel regno di Napoli per mezzo delle cartelline della di lei Immacolata Concezione.

Stralcio testo tratto dalla pagina: radiospada.org sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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