Gan De, chi era costui? Non se ne sa molto salvo che fu uno dei più rinomati astronomi imperiali cinesi vissuto, più o meno, intorno al 350 a.C. durante il periodo della dinastia Zhou che si estese dal 1121 al 221 a.C.
In particolare, il periodo in cui Gan De visse e operò corrispose allo sviluppo della dinastia degli Zhou Orientali. Quel periodo, antecedente alla unificazione dell’impero cinese, obbiettivo raggiunto dalla dinastia Qin nel 221 a.C., fu piuttosto cruento. Infatti il periodo storico che va dal 403 a.C al 222 a.C. è noto con il nome di “Periodo degli Stati Combattenti”.Gan De pare fosse contemporaneo di un altro grande astronomo e matematico cinese, tal Shi Shen, ma lui operava nello stato di Chu o in quello di Qi, due dei quattro stati combattenti.
Il testo da lui composto, il “Tianwen Xing Zhang” che letteralmente significa “Divinazione Basata sugli Astri” contiene tutta l’opera di Shi Shen che egli aveva provveduto a modificare e migliorare. Quest’opera, al pari di quelle di Wu Xian e Shi Shen, ando’ perduta dopo il VI secolo, ma esistono attualmente delle trascrizioni basate sugli originali che furono portate a termine prima della distruzione.
I cataloghi stellari compilati da questi tre astronomi servirono da base per la compilazione di tutte le mappe celesti usate anticamente in Cina, tra le quali quella di Chen Zhuo prodotta agli inizi del IV secolo e quella di Qian Luozhi pubblicata un secolo più oltre.
Tutti e tre gli astronomi citati si occuparono dell’osservazione dei pianeti visibili ad occhio nudo, che a quel tempo erano denominati “Wu bu“, cioè “i Cinque Camminatori” e dello sviluppo di teorie dei moti planetari.
I cinesi non pensavano assolutamente che i cinque pianeti visibili ad occhio nudo fossero situati a distanze differenti dalla Terra, ma erano convinti che essi, al pari del Sole e della Luna, camminassero sulla “Strada Gialla”, cioè l’Eclittica a pari distanza. Infatti nel capitolo XVIII del “Kaiyan zhanjing” Gan De ordina i pianeti due volte in sequenze differenti: Venere, Giove, Marte, Saturno, Mercurio e poi successivamente: Giove, Saturno, Marte, Venere e Mercurio….
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Stralcio testo tratto un ampio e dettagliato articolo di Adriano Gaspani pubblicato su brera.mi.astro.it sulla quale, se siete appassionati e studiosi di astronomia, vi suggerisco di continuare la lettura…
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A seguire, vi sottopongo uno stralcio tratto da  Wikipedia

Gan De riportò le prime osservazioni dettagliate di Giove della storia. Descrisse il pianeta come “molto grande e luminoso”, riportando di aver visto ad occhio nudo uno dei satelliti di Giove (forse Ganimede o Callisto) nel 364 a.C., quasi duemila anni prima della loro scoperta per opera di Galileo Galilei.

Fotomontaggio di Giove con i satelliti galileiani. – Wikipedia, pubblico dominio

Teoricamente i satelliti medicei sarebbero visibili ad occhio nudo raggiungendo una magnitudine apparente inferiore alla 6ª – che corrisponde al limite di visibilità – se non fossero nascosti dalla luminosità di Giove. Occultando la vista di Giove dietro un albero alto con profilo perpendicolare al piano orbitale dei satelliti, uno o più di essi potrebbe essere visto in condizioni favorevoli. Shi Shen e Gan De fecero insieme accurate osservazioni dei cinque pianeti maggiori.

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