Nell’antica Atene era l’offerta di fanciulle in sacrificio agli déi per liberare la città dalla peste, dalla carestia (durante la guerra contro Minosse) e per salvare Atene dall’attacco di Eleusi. Al riguardo esistono due tradizioni:

  • Secondo la prima, durante la guerra condotta da Minosse contro l’Attica, una peste e una carestia sconvolsero il paese. Conformemente a un antico oracolo, gli Ateniesi sacrificarono le figlie del lacedemone Giacinto, che si era stabilito ad Atene, ed erano quattro: Anteide, Egleide, Litea e Ortea.
    Ma il loro sacrificio non produsse alcun risultato e gli Ateniesi consultarono di nuovo l’oracolo delfico, e fu loro detto che dovevano dare a Minosse la soddisfazione che egli avesse chiesta; e Minosse volle che ogni anno (altri dicono ogni tre anni, oppure ogni nove anni) gli fosse pagato un tributo di sette giovani e sette ragazze, che dovevano giungere a Creta per essere dati in pasto al figlio mostruoso di Pasifae, il Minotauro.
    Teseo libererà l’Attica da questo tributo.

    Antoine-Louis Barye – Teseo e il Minotauro, 1843 (Baltimore Museum of Art) – Wikipedia, pubblico dominio

  • La seconda versione identificava le Giacintidi con le figlie di Eretteo, offerte come vittime espiatorie nella guerra tra Atene ed Eleusi. Allorché l’esercito degli Eleusini, guidato da Eumolpo, figlio di Poseidone, si avvicinava ad Atene, un oracolo consigliò a Eretteo di sacrificare la figlia più giovane, Ozionia, se voleva sperare nella vittoria.
    Ozionia si lasciò guidare all’altare del sacrificio dove le sue sorelle Protogenia e Pandora si uccisero, avendo un tempo fatto voto che se una di loro fosse morta di morte violenta, le altre sarebbero morte accanto a lei.
    Vennero chiamate Giacintidi poiché il sacrificio si era svolto su una collina chiamata Giacinto.

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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