Giovanni Luca von Mechel nacque a Basilea, il 3 ottobre 1807, in una famiglia modesta. Suo padre era un parruccaio, un artigiano del popolo, e nessuno avrebbe potuto immaginare che quel bambino, cresciuto tra le strade tranquille della città svizzera, avrebbe trascorso la vita sui campi di battaglia d’Europa.
Giovanni Luca o, come lo chiamavano i suoi compatrioti, Johann Lucas von Mechel, mostrò fin da giovane una disciplina ferrea e un naturale senso dell’ordine, qualità che lo spinsero verso la carriera militare.
Negli anni della sua giovinezza, l’Europa era ancora percorsa dalle scosse dell’epopea napoleonica.
I reggimenti svizzeri erano allora richiesti come truppe di ventura: uomini precisi, fedeli, e capaci di combattere sotto qualsiasi bandiera. Von Mechel si arruolò negli eserciti svizzeri al servizio della Francia, e con essi prese parte alle campagne in Spagna, tra il 1827 e il 1828. L’esperienza forgiò il suo carattere: ne uscì come un ufficiale esperto e determinato, ma anche consapevole della crudeltà e della fragilità della guerra.
Tornato in patria, negli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento, von Mechel divenne una figura di rilievo nelle milizie cantonali svizzere. Comandò i cosiddetti “Corpi franchi basilesi”, organizzando la difesa locale in tempi di grande instabilità politica. La Svizzera attraversava allora tensioni tra cantoni conservatori e liberali, e lui, con il suo rigore e la sua autorità, si impose come istruttore capo della fanteria cantonale di Basilea dal 1842 al 1850.
Ma l’uomo che aveva trascorso la vita in uniforme cominciava a guardare oltre i confini del suo piccolo paese. La Svizzera, neutrale e pacifica, non poteva più offrirgli l’adrenalina e il riconoscimento che cercava.
Fu così che, intorno al 1850, Giovanni Luca von Mechel decise di entrare al servizio del Regno delle Due Sicilie.
A Napoli trovò una corte cosmopolita, affascinata dai militari stranieri e desiderosa di modernizzare l’esercito borbonico.
Assunse il comando di un battaglione svizzero, e in breve tempo si guadagnò la fiducia dei superiori. Uomo di disciplina ferrea e di mentalità europea, portò tra le file napoletane metodi d’addestramento rigorosi e una visione strategica più moderna.
Il destino, tuttavia, lo avrebbe condotto nel cuore di una delle più grandi rivoluzioni dell’Ottocento: l’Unità d’Italia.
Nel 1860, quando Giuseppe Garibaldi sbarcò in Sicilia con i suoi Mille, von Mechel fu chiamato a difendere il regno dei Borbone. Comandava allora una brigata formata in parte da svizzeri e da tedeschi, uomini che combattevano non per patria, ma per contratto e per onore militare. Le sue truppe si scontrarono con i garibaldini in Sicilia e poi sul continente, in una serie di battaglie tanto confuse quanto decisive.
Il nome di von Mechel comparve anche nella battaglia del Volturno, combattuta nell’ottobre del 1860.

Giovanni Fattori – Battaglia del Volturno – Wikipedia, pubblico dominio
Le sue unità, inizialmente vittoriose, riuscirono a respingere gli attacchi garibaldini nei pressi di Porta Romana, ma la fortuna della guerra stava ormai voltando le spalle al Regno delle Due Sicilie.
Quando la resistenza borbonica si ritirò a Gaeta, von Mechel fece tutto ciò che poteva per mantenere la disciplina e la dignità delle truppe straniere. Nel dicembre di quello stesso anno lasciò la piazzaforte, recandosi a Roma nel tentativo, vano, di ottenere aiuti internazionali. Era la fine di un mondo, e lui ne fu testimone diretto.
Dopo la caduta del regno e l’assorbimento del Sud nel nuovo Stato italiano, von Mechel non cercò nuovi eserciti da servire.
Tornò in Svizzera, nella sua Basilea, dove trascorse in silenzio gli ultimi anni della vita.
Morì il 9 giugno 1873, lontano dai clamori delle battaglie, in quella stessa città dove era nato sessantasei anni prima.
Così si chiude la parabola di un uomo che attraversò l’Ottocento seguendo il destino dei soldati senza patria: fedele al proprio onore più che a una bandiera, rigoroso, coraggioso e irrimediabilmente legato al suo tempo.
Giovanni Luca von Mechel fu l’emblema di un’epoca in cui le frontiere contavano meno dell’uniforme, e in cui la vita di un soldato era una lunga marcia tra la gloria e l’oblio.
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