Ritratto di Giuseppe Verdi ad opera di Giovanni Boldini – Wikipedia, pubblico dominio

Giuseppe Verdi nacque a Roncole, vicino a Busseto (nel Ducato di Parma), il 10 ottobre 1813 da una famiglia umile: i suoi genitori lavoravano in una osteria di campagna. Quando era ancora un bambino, un droghiere, grossista di suo padre, Antonio Barezzi, amante della musica e presidente della Filarmonica di Busseto, si accorse che il piccolo Giuseppe aveva un talento particolare per la musica e gli pagò le prime lezioni private affinché questo talento fosse sviluppato. Iniziò gli studi musicali con don Pietro Baistrocchi, organista della chiesa, esercitandosi poi sulla spinetta che il padre gli aveva acquistato di seconda mano.

Verdi fece pratica nella chiesa di Busseto, ma venne il momento che il piccolo paese natale si dimostrò troppo stretto, e aiutato dallo stesso Barezzi, decise di presentarsi al Conservatorio di Milano; non riuscì tuttavia a superare l’esame di ammissione (per ironia della sorte, oggi quel conservatorio porta il suo nome). Verdi aveva 19 anni; non si dette per vinto e grazie ad una borsa di studio del Monte di Pietà di Busseto, oltre all’aiuto economico di Barezzi, cominciò ad entrare nel mondo della Scala: prima attraverso le lezioni private del cembalista Vincenzo Lavigna, e poi assistendo alle rappresentazioni.

Augusto Mussini – Ritratto di Margherita Barezzi – Wikipedia, pubblico dominio

Nel 1836 vinse il concorso di maestro di musica del comune di Busseto e lo stesso anno sposò la figlia del suo benefattore, Margherita Barezzi, da cui ebbe due figli: Virginia e Icilio.
Il lavoro sicuro e lo stipendio fisso non soddisfacevano però il sogno milanese di Verdi, che decise di tornare a Milano con la famiglia. Finalmente nel 1840 Verdi riuscì a far rappresentare al Teatro alla Scala la sua prima opera: Oberto Conte di San Bonifacio, che riscosse un discreto successo. Purtroppo cominciò allora un periodo davvero triste e difficile: morirono prima i figli e poi in seguito la moglie Margherita, a cui Verdi era legato da un profondo affetto; proprio allora gli era stata commissionata un’opera comica Un giorno di regno, che, andata in scena, si rivelò un cocente e clamoroso fiasco.

Verdi dichiarò che non avrebbe più composto musica; tuttavia una nuova occasione gli si presentò allorché l’impresario della Scala, Bartolomeo Merelli, gli consegnò un libretto dalla storia interessante: era il Nabucco.
In pochissimo tempo l’opera fu pronta e fu un trionfo (1842). Il coro del Nabucco ebbe un successo strepitoso e veniva cantato e suonato perfino per le strade. Nel frattempo Verdi aveva conosciuto due donne importantissime nella sua vita: la soprano Giuseppina Strepponi, che sarebbe diventata la sua compagna e poi la sua seconda moglie, e la contessa Clarina Maffei, un’amica carissima grazie alla quale poté entrare nei salotti milanesi.

Karoly Gyurkovich – Giuseppina Strepponi – Wikipedia, pubblico dominio

Foto Giuseppe Verdi 1844 – Wikipedia, pubblico dominio

Francesco Hayez – Ritratto di Clara Maffei – Wikipedia, pubblico dominio

L’opera successiva al Nabucco, I Lombardi alla Prima Crociata, fu un altro successo, sebbene duramente censurato dal governo austriaco, poiché, insieme al Nabucco, era stato rivisitato in chiave patriottica dagli italiani che volevano la libertà dall’impero asburgico.

Teresa Stolz – Wikipedia, pubblico dominio

Dopo Giovanna d’Arco, Verdi si allontanò dalla Scala e da Milano: si recò prima a Parigi e nel 1849 tornò a Busseto insieme a Giuseppina, divenuta ormai la sua compagna. Molte voci girarono su questo rapporto e sulla convivenza dei due, ufficializzata con il matrimonio solo nel 1859. In questi anni Verdi scrisse la cosiddetta trilogia popolare: Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata.

Nel frattempo fu finalmente pronta la villa di Sant’Agata, a Villanova d’Arda, dove Verdi e la moglie si trasferirono definitivamente: una dimora bellissima circondata da un grande parco, curato da Verdi stesso.
Nel 1869, con La forza del destino, Verdi segnò il suo ritorno alla Scala, da cui non si allontanò mai più; strinse inoltre un’intensa amicizia con Teresa Stolz, trasformatasi ben presto in qualcosa di più: il soprano boemo fu la prima e più grande interprete dell’Aida (1872).

Durante la sua attività di musicista e compositore, Verdi trovò anche il tempo di dedicarsi agli altri, di pensare a chi aveva più bisogno: nel 1888 inaugurò un ospedale a Villanova D’Arda, da lui interamente finanziato; nel 1880 comprò il terreno per costruire quella che ancora oggi è la Casa di Riposo per musicisti, terminata nel 1899 (ma finché visse volle tenerla chiusa, perché non voleva essere ringraziato da nessuno!).

Nel 1893, Verdi dette l’addio al teatro con la sua unica opera comica, il Falstaff; quattro anni dopo morì la Strepponi, e Verdi passò gli ultimi anni della sua vita all’Hotel de Milan, dove morì il 27 gennaio 1901.

Esequie di stato del compositore – Wikipedia, pubblico dominio

La tomba di Verdi – Wikipedia, pubblico dominio

Stralcio testo tratto dalla pagina: roncoleverdi.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

Compose le seguenti opere:

  • Oberto, conte di S. Bonifacio, dramma in 2 atti di Antonio Piazza rivisto da Temistocle Solera (Mi, Teatro alla Scala, 17 nov. 1839);
  • Un giono di regno ossia Il finto Stanislao, melodramma giocoso in 2 atti di Felice Romani (Mi, Teatro alla Scala, 5 set. 1840);
  • Nabucco, dramma lirico in 4 atti di T. Solera (Mi, Teatro alla Scala, 9 mar. 1842);
  • I Lombardi alla prima crociata, opera in 4 atti di T. Solera (Mi, Teatro alla Scala, 11 feb. 1843. Tradotta in francese con il titolo di Jerusalem: Parigi, Théâtre des Italiens, 26 nov. 1847);
  • Ernani, dramma lirico in 4 atti di Francesco Maria Piave da Victor Hugo (Ve, Teatro La Fenice, 9 mar. 1844);
  • I due Foscari, tragedia lirica in 3 parti di Fr. M. Piave da George Byron (Roma, Teatro Argentina, 3 nov. 1844);
  • Giovanna d’Arco, dramma lirico in 3 atti di T. Solera (Mi, Teatro alla Scala, 15 feb. 1845);
  • Alzira, tragedia lirica in 1 prologo e 2 atti di Salvatore Cammarano da Voltaire (Na, Teatro di S. Carlo, 12 ago. 1845);
  • Attila, dramma lirico in 1 prologo e 3 atti di T. Solera (Ve, Teatro La Fenice, 17 mar. 1846);
  • Macbeth, opera in 4 atti di Fr. M. Piave e Andrea Maffei da Shakespeare (Fi, Teatro della Pergola, 14 mar. 1847. Nuova versione: Parigi, Théâtre Lyrique, 21 apr. 1865);
  • I masnadieri, opera in 4 atti di A. Maffei da Schiller (Londra, Her Majesty’s Theatre, 22 lug. 1847);
  • Il corsaro, opera in 3 atti di Fr. M. Piave da G. Byron (Trieste, Teatro Grande, 25 ott. 1848);
  • La battaglia di Legnano, tragedia lirica in 4 atti di S. Cammarano (Roma, Teatro Argentina, 29 gen. 1849);
  • Luisa Miller, melodramma tragico in 3 atti di S. Cammarano da Schiller (Na, Teatro di S. Carlo, 8 dic. 1849);
  • Stiffelio, melodramma in 4 atti di Fr. M. Piave da Emile Souvestre e Eugène Bourgeois (Trieste, Teatro Grande, 16 nov. 1850. Nuova versione con il titolo diAroldo; Rimini, Teatro Nuovo, 16 ago. 1857);
  • Rigoletto, melodramma in 3 atti di Fr. M. Piave da Victor Hugo (Ve, Teatro La Fenice, 11 mar. 1851);
  • Il trovatore, dramma lirico in 4 atti di S. Cammarano da Antonio Garcia Gutierrez (Roma, Teatro Apollo in Tordinona, 19 gen. 1853);
  • La traviata, opera in 4 atti di Fr. M. Piave da Alexandre Dumas figlio (Ve, Teatro La Fenice, 6 mar. 1853);
  • I vespri siciliani, grand opéra in 5 atti di Eugène Scribe e Charles Duveyrier (Parigi, Théâtre de l’Opéra, 13 giu. 1855);
  • Simon Boccanegra, opera in 1 prologo e 3 atti di Fr. M. Piave da A. G. Gutierrez (Ve, Teatro La Fenice, 12 mar. 1857. Edizione riveduta e libretto revisionato da A. Boito: Mi, Teatro alla Scala, 24 mar. 1881);
  • Un ballo in maschera, melodramma in 3 atti di Antonio Somma (Roma, Teatro Apollo in Tordinona,17 feb. 1859);
  • La forza del destino, opera in 4 atti di Fr. M. Piave (S. Pietroburgo, Teatro Imperiale, 10 nov. 1862. Riveduta con rifacimenti nel libretto di Antonio Ghislanzoni: Mi, Teatro alla Scala, 27 feb. 1869);
  • Don Carlos, opera in 4 atti di Joseph Méry e Camille Du Locle (Parigi, Théâtre de l’Opéra, 24 dic. 1867);
  • Aida, opera in 4 atti di A. Ghislanzoni da C. Du Locle e Auguste Mariette (Il Cairo, Teatro dell’Opera, 24 dic. 1871);
  • Otello, dramma lirico in 4 atti di A. Boito da Shakespeare (Mi, Teatro alla Scala, 5 feb. 1887);
  • Falstaff, commedia lirica in 3 atti di A. Boito da Shakespeare (Mi, Teatro alla Scala, 9 feb. 1893).

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Musica vocale. Romanze per v e pf:

  • Non t’accostare all’urna;
  • More, Elisa, lo stanco poeta;
  • In solitaria stanza;
  • Nell’orror di notte oscura;
  • Perduto ho la pace;
  • Deh! Pietosa ho addolorata (1838);
  • L’esule, aria (1839);
  • La seduzione, romanza (1839);
  • Notturno a 3 v acc fl obbl (1839);
  • Album di 6 romanzeIl tramontoLa zingaraAd una stellaLo spazzacaminoIl misteroBrindisi (1845);
  • Il poveretto, romanza (1847);
  • Suona la tromba, inno (1848);
  • Inno delle nazioni (1862);
  • Stornello (1869).

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Musica da camera:

  • Quartetto in mi min, per 2 vl, vla e cello.

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Musica sacra:

  • Messa da requiem, per soli, coro e orch (1874);
  • Pater noster, volgarizzato da Dante, per coro a 5 parti (1880);
  • Ave Maria, volgarizzata da Dante, per s acc strumenti a corde (1880);
  • Ave Maria, scala enigmatica armonizzata a 4 parti (1898);
  • Stabat Mater, per coro a 4 parti e orch (1898);
  • Te Deum, per doppio coro a 4 parti e orch (1898);
  • Laudi alla Vergine Maria, per 4 v bianche, testo del canto XXXIII del Paradiso di Dante.

Stralcio testo tratto dalla pagina: scienze-astratte.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

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