Giuturna, ninfa romana delle fonti e delle sorgenti, amata da Giove che le concesse l’immortalità.

Ninfa con conchiglia. Marmo, copia romana del I secolo a.C. Museo del Louvre, Parigi – Wikipedia, pubblico dominio

Ovidio racconta come la ninfa si trasformava in mille modi per sfuggire all’amore del dio, ma Giove riunì tutte le ninfe del Lazio e chiese loro di aiutarlo a prendere la fuggitiva. Secondo Virgilio era figlia del re mitico Dauno e sorella di Turno, il nemico di Enea.
Inviata da Giunone per rompere il duello che doveva finire con la morte di Turno, fu spaventata dall’arrivo di una Furia mandata da Giove: copertosi il capo con un velo azzurro, si gettò gemendo nel fiume Numicio, e fu mutata in fonte.

Giuturna si invocava specialmente nei periodi di siccità, e ne erano devoti gli operai addetti a lavori idraulici.

Tempio di Giuturna, eretto nel Campo Marzio (ora Largo di Torre Argentina) per celebrare la vittoria nella Battaglia delle Isole Egadi. – Wikipedia, pubblico dominio

L’antico culto che ebbe presso Lavinio fu trasferito a Roma presso il lago di Giuturna nel Foro Romano; il console Lutazio Catulo nel 241 a.C. le eresse un tempio nel Campo di Marte.
Giuturna fu considerata anche moglie del dio Giano e madre di Fons, il dio delle fonti..

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree.net sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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