Tra pochi giorni e precisamente il 23 settembre alle ore 08:21 (nel 2022 avverrà il 23 settembre alle ore 01:04 ndr), si verificherà l’equinozio d’autunno, l’attimo in cui il sole si presenterà all’intersezione tra eclittica ed equatore terreste. La mattina del 23 settembre il sole “si sposterà” dall’emisfero settentrionale a quello meridionale, sorgendo precisamente a est e tramontando precisamente a ovest, al punto che la durata di giorno e notte saranno praticamente identiche.
Il 23 settembre la stagione estiva sarà ufficialmente chiusa e incomincerà il periodo in cui la natura si tinge di colori caldi e profondi.

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Tanti i miti legati a questo periodo, tra cui il celebre “Ratto di Proserpina”, secondo il quale Persefone fu rapita da Ade, dio degli Inferi e del sottosuolo, invaghitosi di lei e deciso a farne la sua sposa e regina.

Il “Ratto di Proserpina”, di Luca Giordano – Wikipedia, pubblico dominio

Demetra, madre di Persefone e dea della terra e della fertilità, disperata per la sparizione dell’amata figlia, smise di generare le forme di vita terrestri che davano sostentamento ai viventi, gettando l’intera creazione nel panico, compresi gli stessi dei. Quando sembrò che Demetra fosse riuscita a riottenere la figlia grazie alla intercessione di altre divinità tra cui Ecate; Ade fece mangiare a Persefone un seme di melograno, cibo infero, legandola così per sempre al sottosuolo e a dover periodicamente tornare da lui.
Fu così che i nostri antichi predecessori spiegarono lo scorrere delle stagioni, poiché autunno ed inverno sono lo specchio della disperazione di Demetra nei sei mesi in cui Persefone, divisa tra l’amore della madre e quello del suo sposo oscuro, è costretta a tornare negli inferi; mesi in cui la terra è triste e piena di nostalgia, rifiutando di generare.

Ma il buio invernale, nonostante il disagio fisico e le paure ataviche suscitate negli esseri umani, è parte integrante di un ciclo di generazione. Dedicati al culto di Demetra e di Persefone erano i Misteri Eleusini, riti che si svolgevano annualmente a Eleusi, vicino ad Atene, divisi in piccoli e grandi. L’iniziazione di Eleusi, infatti, prevedeva due momenti: all’Equinozio di primavera, i “Piccoli Misteri”, con funzione preparatoria e selettiva, per poi accedere ai Grandi Misteri, in autunno, che rappresentavano lo stadio finale e duravano 9 giorni. Dopo la preparazione e la purificazione, gli iniziandi assistevano alla sfilata di un carro coperto con ruote a tamburo, trainato da buoi, con donne con ceste d’oro contenenti focacce, lana bianca, melagrane e papaveri.
Le fasi successive comprendevano deambulazioni notturne, rivelazioni di simboli segreti, sino all’esperienza mistica e al risveglio iniziatico.

Ruota dell’anno – Image by Witchgarden from Pixabay

Nella mitologia celtica, l’Equinozio d’autunno è indicato col nome di Mabon, figlio della Grande Dea gallese Modron (Madre). Ma cosa centra Mabon, dio della giovinezza e della luce, con l’autunno? Come ogni divinità legata al percorso del Sole e alla rinascita primaverile, il suo destino ciclico è quello di nascere da una Grande Madre, morire scendendo negli Inferi (sottoterra), rimanerci come un seme piantato, per poi rinascere ancora in primavera come un germoglio, nel grande ciclo della Natura. Nella mitologia gallese, Mabon viene rapito e portato nell’Annwn e, come Persefone, riportato alla vita in primavera. Mabon, essendo legato al Sole, fu identificato dai Romani con Apollo Maponus, simile all’alter ego celtico in tutto e per tutto: è l’aspetto giovanile e luminoso del Dio, anch’egli cacciatore come la sorella Diana e dallo spirito silvano.

Come noto, il termine “equinozio” deriva dal latino “aequus nox” ovvero “notte uguale [sottinteso: al giorno]” ed il fatto che giorno e notte abbiano la stessa lunghezza, si riassume con l’immagine della bilancia perfettamente in equilibrio… non a caso, il segno zodiacale della Bilancia entra in concomitanza con l’Equinozio autunnale e l’idea di perfetto equilibrio compare persino nella carta dei Tarocchi della Giustizia, con un primo piano della bilancia equinoziale.

Guido Reni – San Michele arcangelo (1635), Chiesa di Santa Maria Immacolata a via Veneto, Roma. – Wikipedia, pubblico dominio

Si dice che “a Mabon è tempo di bilanci” poiché questo è il momento dell’anno in cui si tirano le somme, “si mette sulla bilancia” ciò che si è fatto e ciò che si deve fare per affrontare il futuro. Il simbolo chiave di Mabon è la cornucopia: la cesta senza fondo dalla quale sgorga, come una cascata,  tutto il cibo che si desidera.

Connessa ai significati dell’Equinozio è anche la festa dell’Arcangelo Michele, che separa l’anima dal corpo in quanto l’anima deve viaggiare, visitare altri mondi dello spazio e non rimanere eternamente sulla terra.

La separazione è una legge della vita e dall’Arcangelo Michele occorre imparare l a selezione, il discernimento, l’apprendere, separarando il puro dall’impuro, l’utile dall’inutile, il nocivo dal salutare, la cosa morta da quella viva. 

Simbolo potente dell’Arcangelo Michele è la spada, elemento di forza e simbolo di guarigione, che impedisce il diffondersi del male e della sua azione di corruzione sull’essere umano.

L’immagine di Michele che tiene la sua spada di ferro puntata sul drago è un grande stimolo per l’interiorità umana, affinchè l’uomo impari a festeggiare la festa di S. Michele, facendone una festa di liberazione da ogni timore o paura, una festa dell’iniziativa e della forza interiore.

Con la festività di S. Michele, il 29 settembre, l’Equinozio d’autunno è stato appena superato, passando da Uriele a Michele…. 


Stralcio testo tratto da un articolo di  Caterina Lenti pubblicato sulla pagina di meteoweb.eu sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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