Premessa di Sandro Boccia

“Quanno viè la Cannelora da l’inverno semo fora
ma se piove o tira vento ne l’inverno semo dentro”:
‘st’antico proverbio de carattere metereologgico
nacque dall’osservazione der tempo, me sembra loggico,
ner corso de centinara d’anni mentre la Cannelora
era, er 2 febbraro, festa religgiosa de la Purificazione
e ne le chiese de cannele benedette c’era la distribbuzione
che, seconno la tradizione popolare, ‘na vorta appicciate
evitavano furmini e spiriti maligni sicchè l’anime erano sarvate!

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Sta per arrivare Febbraio, il mese più corto dell’anno, che ci riporta alla festa della candelora.

Statua di Giunone Sospita, II secolo d.C., Musei Vaticani – Wikipedia, foto di Darafsh, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Febrarius, in latino significa purificare. Numa aveva dedicato questa porzione di anno al dio Februus ed aveva anche stabilito che durante questo mese si celebrassero riti funebri agli dèi Mani. Nelle feste, che cadevano nella seconda quindicina di gennaio, era ricordata anche Dea Februa ovvero Iunio Februata, Giunone Purificata, ed anche, nelle Calende di febbraio, come Iuno Sospita, Giunone Salvatrice. Per la purificazione della città le donne giravano per le strade portando fiaccole accese.
La Chiesa occidentale, nel VII secolo, adattò al 2 febbraio una festa che già era celebrata in oriente fin dal IV secolo, ovvero la presentazione al tempio del Signore. La presentazione del neonato al tempio, e la conseguente purificazione della madre, dovevano avvenire quaranta giorni dopo il parto e, poiché il giorno della nascita era stato fissato, per convenzione, al 25 dicembre, ecco coincidere perfettamente la purificazione della Vergine con la festa pagana di Giunone Purificata. Successivamente, la Purificazione della Vergine aveva preso il sopravvento sulla presentazione al tempio di Gesù. Questo giorno venne e viene tutt’ora chiamato “Giorno della Candelora“, perché vi si benedicono le candele che saranno distribuite ai fedeli. E’ un rinnovare l’antica usanza dei romani che durante i festeggiamenti a Giunone Purificata e Giunone Salvatrice correvano per la città portando fiaccole accese.

Nel VII secolo, in occasione della festa cristiana, si svolgeva già a Roma una processione notturna con ceri accesi. I fedeli si riunivano a Sant’Adriano da ogni parrocchia della città e confluivano tutti verso Santa Maria Maggiore. Successivamente si instaurò l’usanza della benedizione delle candele a fine processione. Secondo la tradizione, i ceri benedetti erano conservati in casa dai fedeli ed erano accesi anche per placare i violenti temporali, nell’attesa di una persona che non tornava, o che si pensava fosse in grave pericolo, assistendo un moribondo, durante le epidemie o i parti difficili. In quest’ultimo caso abbiamo ancora un retaggio degli usi dell’antica Roma che ci fa ricordare che Giunone era detta anche Lucina, dea della luce, protettrice tra l’altro delle partorienti.
Infine dobbiamo ricordare che a Febbraio ricorre la festa celtica per la purificazione e la rinascita, la festa di IMBOLC (Il termine “Vergine” in irlandese significa “in grembo”, in riferimento alla gravidanza delle pecore, ed è anche il termine celtico per “Primavera”.)
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“Quando vien la Candelora, dell’inverno semo fora
ma se piove e tira vento, dell’inverno semo dentro”.

E’ un’usanza stregonesca festeggiare la Candelora accendendo dei piccoli lumini galleggianti in uno specchio d’acqua o addirittura una bacinella, dando a questo gesto l’accezione della luce novella che emerge dalle acque del grembo di Gea, la Madre Terra.
Candelora è la celebrazione della femminilità naturale ed è anche vista come la festa dell’infanzia della vita, periodo in cui ogni strega guarda con positività e speranza al proprio futuro, lasciandosi alle spalle gli aspetti negativi e le situazioni infauste del passato. Sebbene l’inverno stia continuando il proprio corso, possiamo già da ora notare intorno a noi il timido affacciarsi della primavera con l’apparire dei primi bucaneve, fiori sacri e simbolici della Candelora.
Tradizionalmente sono noti alcuni piccoli rituali che fanno della Candelora la festa della purificazione mediante la luce, come l’accensione di candele bianche e la conseguente meditazione personale sulle cose e sugli aspetti negativi che vogliamo bandire dalla nostra vita terrena.
In questa ricorrenza è uso comune tra le streghe benedire di nuova luce la propria abitazione, girando per le stanze di casa in senso orario (senso magico apportatore di energia) con in mano la candela bianca accesa, visualizzando la potenza della luce permeare nei muri, nelle suppellettili ed in tutti gli oggetti che “vivono” della nostra esistenza. Le streghe maschio possono recarsi in un bosco o in un prato e raccogliere un dono per la propria casa come una penna d’uccello, una pietra, un sacchetto d’erbe, mentre le streghe femmine hanno il compito di spazzare fuori dall’uscio le energie morte dell’anno trascorso con la propria scopa celebrativa.

.Stralcio testo tratto dalla pagina: blog.libero.it/cinciarella10 sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

fonte radice

 

vedi anche:  1 febbraio la festa di IMBOLC

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