Ponto (Pontos), il cui nome vuol dire “flutto”, è la personificazione maschile del mare. Non figura in alcuna leggenda specifica e compare solo nelle teogonie e nelle cosmogonie.
Alcuni testi lo danno come figlio di Gea che si autofecondò: “e il Ponto generò, senza gioia d’amor, ch’è un immane pelago, dove mai non si miete, che gonfia ed infuria” (Esiodo, Teogonia).
Da altre fonti apprendiamo che era figlio di Gea (la Terra), e dell’Etere (il Giorno). Dall’unione di Ponto con la madre Gea nacquero Nereo, Taumante, Forco, Ceto ed Euribia, forse anche Briareo e i Telchini.
In una scultura romana del II secolo d.C. (vedi illustrazione soprastante) vediamo Ponto che, con la mano destra su un timone, si appoggia sulla prua di una nave. Indossa una corona murale, e accompagna Fortuna, i cui panni vengono visualizzate nella parte sinistra, entrambi divinità patroni del porto del Mar Nero di Tomis, Mesia
Anche Talassa (Thalassa), la personificazione femminile del mare, sorella di Ponto, era una divinità marina primordiale, anch’essa figlia dell’Etere, molto venerata dai naviganti.
Secondo alcuni studiosi Talassa rappresentò la personificazione del Mar mediterraneo.
Dall’unione con Ponto partorì i nove Telchini, la ninfa Alia e i pesci del mare.
Fu anche madre di Egeo, personificazione del Mar Egeo.
Secondo altre fonti, fu madre di Afrodite, fecondata da Urano, allorché, castrato da Crono, i suoi genitali caddero nel mare.
Nella mitologia Ponto e Talassa sono stati, completamente, sostituiti da: Poseidone ed Anfitrite e da Oceano e Teti.
Stralcio testo tratto dalla pagina: tanogaboblog.it