Ilizia, figlia di Zeus e di Era, era la sorella di Ebe, di Ares e di Efesto.
Presso gli antichi Greci era la dea che presiedeva all’evento del parto. Era in stretto rapporto con Artemide, che talvolta veniva chiamata essa stessa Ilizia, con Afrodite e con Demetra, considerate sotto l’aspetto di dee della maternità, e soprattutto con Era, che veniva invocata anch’essa come protettrice delle partorienti; nell’Iliade si parla delle Ilizie, personificazioni delle doglie del parto, che Era, loro madre, manda a suo arbitrio in terra.

Ilizia assiste alla partenogenesi di Atena dalla testa di Zeus. Particolare da un’anfora Attica a figure nere, 550-525 a.C., Parigi, Louvre. – Wikipedia, pubblico dominio

Fedele serva della madre, l’aiuta nei suoi odi.

Jean Jacques Francois Le Barbier – Nascita di Eracle – Wikipedia, pubblico dominio

Quando Latona era incinta dei due gemelli divini, Era, ingelositasi, cercò di tenere lontana Ilizia e incaricò il serpente Pitone di inseguire Latona, e decretò che essa non avrebbe potuto partorire in alcun luogo dove brillasse il Sole.

Sulle ali del Vento del Sud, Latona giunse infine a Ortigia presso Delo. Tutte le dee erano accorse ad assistere Latona partoriente, ma l’assenza di Ilizia impediva il compimento dell’evento. Iride allora fu inviata sull’Olimpo come messaggera dalle dee: promettendo a Ilizia una collana d’oro e d’ambra la convinse ad assistere l’infelice.

Così Latona mise alla luce Artemide, che appena nata aiutò sua madre ad attraversare lo stretto e a Delo, tra un olivo e una palma da datteri che crescevano sulle pendici settentrionali del monte Cinto, Latona partorì Apollo dopo nove giorni di travaglio.

Era cercò anche di ritardare la nascita di Eracle, facendo sedere Ilizia davanti alla porta di Alcmena con le gambe, le braccia e le dita incrociate; la fedele serva di Alcmena, Galantide, o Galena, lasciò la camera del parto per annunciare, mentendo, che Alcmena si era sgravata. Quando Ilizia balzò in piedi stupita, allargando le dita e raddrizzando le ginocchia, Eracle nacque e Galantide rise per la buona riuscita del suo inganno.

Dei molti luoghi sacri in cui Ilizia era venerata, si ricordano quelli più antichi di Creta e di Delo. Era rappresentata come una donna velata dalla testa ai piedi, con una fiaccola in mano. I Romani la identificarono con Juno Lucina.

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…