Tomba di Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero – Cattedrale di Palermo – Wikipedia – User: © José Luiz Bernardes Ribeiro, foto rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

Il pensiero della morte non pare di quelli che frequentassero la mente di Federico di Svevia.
Eppure quest’uomo, che per tutta la vita si comportò come se non dovesse morire mai, si era preparata la tomba da qualche tempo: un sarcofago di porfido rosso fatto venire a Palermo da Cefalù dove l’aveva trovato vuoto, con le tombe che il nonno Ruggero II aveva dato a sé e ai suoi, quando vi aveva eretto quel duomo, in scioglimento d’un voto.
Una specie di timpano triangolare sormonta la base a semicerchio poggiata su quattro leoni. Strani simboli pagani decorano quell’arca imponente.
La salma vi fu deposta dopo una sosta a Messina.
Al saio dei cistercensi che primo la ricopri, furono sostituiti gli ornamenti imperiali. Sul camice di lino dal collare e i polsini adorni d’iscrizioni in caratteri cufici, una funicella di seta scarlatta ricoperta dal manto ricamato di perle e chiuso da un gioiello prezioso. Anche le scarpe, di seta rossa; alla mano destra l’anello d’oro con un grosso smeraldo; a lato, il cinturone in oro e argento che sostiene la spada decorata.
Sul capo una corona sobria, simile a cuffia, di bronzo e d’oro; deposto vicino alla testa il globo imperiale d’oro, adorno d’un cerchio di piccoli smeraldi e di una perla enorme.
La tomba fu aperta nel 1781. Il volto era ben conservato “come quello d’un santo” osservò uno dei presenti. Si prese nota del contenuto, si fecero rilievi e disegni.
Ancora nel 1962 fu compiuta un’altra ricognizione. La leggenda che diceva Federico sprofondato col cavallo nell’Etna era dimenticata.

La morte tolse a Federico di Svevia la possibilità di vincere. Ma il trionfo dei suoi nemici non durò a lungo.
L’idea dell’indipendenza dello Stato dalla Chiesa – scrive Benedetto Croce – fu ripresa da altri sovrani di Europa e dagli stessi comuni, non più nella forma dell’invecchiato Impero, né dell’assolutismo cesareo-bizantino-islamitico, ma dei nuovi stati nazionali, i quali, volessero o non volessero i pontefici, si ricordarono sempre di Federico svevo, e, con Dante, lo dannarono e lo ammirarono, e, per conto loro lo imitarono.
Quello da lui portato al fastigio fu il primo stato opera d’arte, com’ebbe a dire il Burckhardt. Di Federico – ricorda ancora il Croce – “sono state sempre e giustamente celebrate la legislazione ricondotta ad altezza romana e a sistema, l’amministrazione e la giurisdizione commesse a ufficiali regi,… il favore alla cultura e all’intelligenza, la costante tendenza razionalistica opposta al superstizioso e barbarico e passionale procedere che ancora perdurava in altre parti d’Europa“.
L’Italia perse con lui, per secoli, la speranza dell’unità. Il nascere attorno a lui di leggende che soltanto in seguito furono riferite al nonno Barbarossa mostra quale alta luce promanasse al mondo dal fascino della sua idea imperiale.

“Distruggere sino agli ultimi discendenti questa razza di vipere che mai più cingeranno corone imperiali e reali” era stato il giuramento di papa Innocenzo IV, nel condannare, con Federico, i suoi figli e nipoti. E la tremenda condanna doveva compiersi nel giro di pochi anni dalla morte dell’imperatore.

Abbandonata la lotta in Germania, Corrado IV scendeva in Italia a riconquistarvi la Puglia e Napoli. La morte lo colse a Lavello il 10 ottobre 1253; lasciava un figlio di due anni, Corradino. Enrico, il giovane figlio che Federico aveva avuto da Isabella, la sposa inglese, era morto anche lui, un anno dopo suo padre.
A tener alta la bandiera degli imperiali rimaneva il solo Manfredi.

Manfredi viene incoronato Re di Sicilia a Palermo (1258), miniatura dalla Chronica di Giovanni Villani, seconda metà del XIII secolo, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Cod. Chigi L VIII 296, fol. 85r – Wikipedia, pubblico dominio

Sedici anni riuscì a contrastare le forze del Papa, padrone del regno e di parte dell’Italia settentrionale finché anche lui dovette soccombere. Andò incontro alla morte il 26 febbraio 1266 sul campo di battaglia di Benevento, nell’estrema lotta contro Carlo d’Angiò, tanto diverso dal suo santo fratello, il re Luigi IX di Francia.

Battaglia di Benevento, miniatura di Giovanni Villani – Wikipedia, pubblico dominio

L’aveva chiamato, dandogli in feudo il regno di Sicilia, il francese Gui Faucoi, Clemente IV, eletto alla cattedra di Pietro nel febbraio 1265. Era il terzo pontefice romano dopo che Innocenzo era morto, nel 1254, ma la maledizione contro gli Hohenstaufen non si spegneva.

Bertel Thorvaldsen, Monumento e tomba di Corradino di Svevia – Napoli, Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore – Wikipedia – User: Maurizio Rea, foto rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Né miglior sorte toccava più tardi al figlio di Corrado.
A quindici anni era sceso dalla Germania a reclamare l’eredità del grande nonno, di cui la leggenda diceva che non era morto, ma dormiva il lungo sonno, in attesa di risorgere a restaurare la gloria dell’Impero. Caduto prigioniero a Tagliacozzo il 21 agosto 1268, Corradino era fatto decapitare da Carlo d’Angiò sulla piazza del mercato di Napoli, il 29 ottobre dello stesso anno.
Aveva sedici anni.
Testimone lontano di quei tragici eventi era l’unico figlio superstite di Federico, Enzo, nella sua dorata prigionia di Bologna.

Le sue poesie s’erano fatte d’anno in anno più tristi:

“Và, canzonetta mia

Salutami Toscana
quella ched è sovrana
in cüi regna tutta cortesia:
e vanne in Puglia piana,
la magna Capitana,
là dov’è lo mio core nott’e dia”

Alla sua morte, nel 1272, i bolognesi lo onorarono come un re. Il sogno di Federico era ormai un ricordo lontano. Con lui era scesa nella tomba quella forza che sola avrebbe potuto unire l’Italia e, insieme, era morto, come sistema effettivo di governo, il Sacro Romano Impero.

 


Breve cronologia inerente Federico II

1194 – 26 dicembre: nasce a Jesi dall’imperatore Enrico VI (figlio a sua volta di Federico Barbarossa) e da Costanza di Altavilla. Il giorno prima, a Palermo, il padre era stato incoronato re di Sicilia.

1197  – morte del padre.

1198 – Innocenzo III papa. Maggio: Federico è incoronato a Palermo re di Sicilia. Novembre: morte dell’imperatrice Costanza. Il figlio è affidato alla tutela di papa Innocenzo.

1202-1204 – quarta Crociata; conquista di Zara e Costantinopoli, e fondazione dell’Impero Latino d’Oriente.

1208 – Federico è proclamato maggiorenne.

1209 – agosto: Federico sposa Costanza d’Aragona. A Roma, Innocenzo III incorona imperatore di Germania Ottone di Brunswick (Ottone IV).

1212 – Federico si reca in Germania dove è incoronato re.

1214 – 27 luglio: battaglia di Bouvines combattuta tra Filippo Augusto, re di Francia, e l’imperatore Ottone IV. La vittoria di Filippo Augusto spiana l’avvio all’avvento definitivo di Federico.

1215  – IV Concilio lateranen se, che regola la procedura sulla scomunica contro gli eretici.

1216 – morto Innocenzo III, viene eletto papa Onorio III.

1218 – morte di Ottone IV.

1218-21 – quinta Crociata.

1220 – 22 novembre: Federico cinge in S. Pietro a Roma la corona imperiale e promette al papa di condurre una crociata contro gli infedeli, e di amministrare la Sicilia separatamente dall’impero.

1222 – morte della moglie Costanza d’Aragona.

1224 – 5 giugno: fonda l’università di Napoli.

1225 – gli viene presentato Pier delle Vigne che sarà suo valido collaboratore nell’opera di riordinamento della Sicilia. Sposa in seconde nozze Jolanda di Brienne, erede del regno di Gerusalemme. Nasce Tommaso d’Aquino.

1226 – morte di S. Francesco d’Assisi.

1227 – muore Onorio III; gli succede Gregorio IX. Finalmente, in settembre, Federico parte per la crociata, ma rientra poco dopo. Gregorio scomunica Federico.

1228 – giugno: sebbene scomunicato l’imperatore parte per la sesta Crociata. Mediante un accordo col sultano d’Egitto al-Kamil, e per i diritti venutigli dalla seconda moglie, ottiene Gerusalemme. Muore ad Andria, poco dopo la nascita del figlio Corrado, Jolanda di Brienne.

1229 – 18 marzo: Federico II re di Gerusalemme.

1231 – promulgazione delle Costituzioni melfitane. Dicembre: dieta di Ravenna. Viene riaffermata (ma senza pratici risultati) l’alta sovranità imperiale sui Comuni (quelli lombardi, durante la permanenza dell’imperatore in Oriente, avevano fatto causa comune col papa, che servendosi di truppe mercenarie aveva devastato il regno di Federico).

1235 – doma la rivolta del figlio Enrico (avuto da Costanza d’Aragona), che morrà prigioniero nel 1242.  15 luglio: sposa Isabella, sorella di Enrico III d’Inghilterra.

1237 – 27 novembre: battaglia di Cortenuova tra Federico II e la seconda Lega dei Comuni lombardi. L’imperatore vince.

1238 – matrimonio di Enzo, figlio naturale di Federico II con Adelasia vedova di Ubaldo Visconti, giudice di Torres e di Gallura. Il padre lo nomina re di Sardegna rincrudendo l’ostilità papale.

1241 – Federico II riesce a catturare gran parte dei prelati convocati per il concilio che si doveva riunire a Roma col fine di deporlo dopo la seconda scomunica infertagli due anni prima (20 marzo 1239). 21 agosto: muore Gregorio IX. Ottobre-novembre: pontificato di Celestino IV.

1242-43 – il seggio papale è vacante.

1243 – 25 giugno: è eletto papa Innocenzo IV.

1245 – giugno: riunito il concilio a Lione, il papa depone Federico e bandisce contro di lui una crociata.

1246 – viene eletto antire in Germania il langravio di Turingia Enrico Raspe. Cospirazioni contro Federico II.

1247 – 17 febbraio: morte di Enrico Raspe; gli succede Guglielmo d’Olanda.

1248 – Federico II è sconfitto sotto le mura di Parma caduta in mano a fazione favorevole al papa.

1249 – il figlio Enzo, sconfitto alla battaglia di Fossalta. cade nelle mani dei bolognesi che lo terranno prigioniero fino alla morte (1272). Sempre nel 1249 muore (forse suicida) Pier delle Vigne, caduto in disgrazia. Intanto, in Germania, il figlio Corrado sconfigge Guglielmo d’Olanda.

1250 – 13 dicembre: Federico II muore improvvisamente nel castello di Fiorentino, in Puglia.

Stralcio testo tratto da Sfruttiamo il web (NB: pubblicato l’1 settembre 2012)

Stralcio riportato anche da: it.paperblog.com

 

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