La protostoria è il periodo compreso fra la preistoria degli uomini primitivi e la storia degli uomini che hanno conosciuto la scrittura.
La differenza tra protostoria e storia si basa infatti sulla presenza di vere e proprie civiltà e non solo di insediamenti umani organizzati; e un fondamentale elemento di distinzione è proprio la presenza di una scrittura avanzata, non più arcaica.

La protostoria è così un periodo in cui le società certamente non sono più primitive ma neanche raffinate e alfabetizzate; generalmente, infatti, la sola differenza che conta è quella tra la preistoria e la storia, e la protostoria è considerata solo come la parte finale della preistoria.
Il periodo è molto breve e, naturalmente, varia da area ad area; la Mesopotamia del 2500 a.C., per esempio, è una società protostorica, mentre l’Europa settentrionale lo sarà solo più di tremila anni dopo!

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Oggetto rituale in bronzo e oro della Media Età del Bronzo da Trundholm (Danimarca) – Wikipedia, foto di Malene Thyssen rilascata con licenza CC BY-SA 3.0

Seguendo un approccio economico-materialista della paletnologia, per protostoria si può intendere lo stadio storico delle società umane organizzate in forme più complesse e sofisticate rispetto alla tribù clanica, spesso coincidente con le formazioni sociali che hanno preceduto immediatamente l’organizzazione di uno Stato propriamente inteso (“chiefdom”); ad essa corrisponde un aumento del grado di specializzazione artigianale nelle attività economiche secondarie (quelle cioè di trasformazione delle materie prime/produzione, quali la metallurgia), ed elevata diversificazione e complessità culturale rispetto ai gruppi umani dell’età della pietra, riscontrabile sia nella cultura materiale che negli aspetti ideologici (deducibili dalle pratiche funerarie e cultuali).

Protostoria in Italia

La protostoria italiana corrisponde al processo che ha portato al passaggio dalle piccole comunità neolitiche allo stato.
L’elemento fondamentale che consentì questo passaggio fu l’accumulo di ricchezza (v. plusvalore), reso possibile dalla metallurgia; la crescente differenziazione socioeconomica permessa dal commercio fu la causa della creazione di contrasti interni all’interno delle forme di organizzazione sociale che portarono al superamento dei vincoli di tipo parentale alla base delle comunità neolitiche.

Le caratteristiche peculiari della mutata organizzazione sociale sono riscontrabili nell’accresciuta importanza dell’elemento guerriero per il controllo del territorio, nella sedentarizzazione degli insediamenti, dalla nuova spinta verso il commercio e dalla mutata coscienza dell’appartenenza ad uno stesso territorio rispetto ai vecchi vincoli di consanguineità.

La civiltà nuragica nacque e si sviluppò in Sardegna, abbracciando un periodo di tempo che va dalla piena età del bronzo (1800 a.C.) al II secolo a.C., ormai in epoca romana.

Nuraghe Albucciu di Arzachena, un esempio di protonuraghe. – Wikipedia, foto di rosshuggett rilasciata con licenza CC BY 2.0

Fu il frutto della graduale evoluzione di preesistenti culture già diffuse sull’Isola sin dal neolitico, le cui tracce più evidenti giunte sino a noi sono costituite da dolmenmenhir e domus de janas.

Nel bronzo medio assistiamo ad un avvenimento che ebbe una notevole ripercussione sul modello sociale che si era andato configurando: l’arrivo dei primi commercianti micenei.
L’afflusso di nuovi oggetti esotici, in grado di attirare le élite dominanti che gestivano il commercio all’interno della comunità, portò alla creazione di nuovi rapporti di dipendenza clientelare ed alla nascita delle prime comunità gentilizie.

In seguito il bisogno di protezione militare reciproca e le necessità di creare un mercato più ampio spinse queste comunità ad unirsi in un unico spazio e a dare vita alle grandi comunità urbane etrusche e laziali dell’età del ferro. Un ulteriore passaggio di questo processo fu la creazione di leghe politico-religiose tra città, che fu alla base della nascita dei popoli italici.

Stralcio testo tratto dalla pagina: wikipedia.org e rilasciato sotto licenza Creative Commons CC BY-SA 3.0

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