Laocoonte, personaggio della mitologia greca figlio di Antenore, era un veggente e gran sacerdote troiano addetto al culto di Apollo. Si era però unito con sua moglie Antiope davanti alla statua del dio attirandosi così la sua collera.

La versione più nota della sua leggenda è quella che appare nel secondo libro dell’Eneide.

Lacoonte aveva sconsigliato i suoi concittadini troiani di introdurre nella città il cavallo di legno lasciato dai Greci ingannevolmente come voto e poi corse verso di esso scagliandogli contro una lancia che ne fece risonare il ventre pieno.
Quindi proferì la celebre frase:
Timeo Danaos et dona ferentes” (Temo i greci, anche quando portano doni)

Ma subito dopo la dea Pallade Atena, che parteggiava per i Greci, punì Laocoonte mandando Porcete e Caribea, due enormi serpenti marini, che arrivarono dalla vicina isola di Tenedo. Usciti dal mare, essi prima avvinghiarono e soffocarono Antifate e Tymbreus, i due figli di Lacoonte, e poi lo stesso padre che era accorso in loro aiuto.

Laocoonte e i suoi figli, noto anche come Gruppo Laocoonte. Marmo, copia da un originale ellenistico di ca. 200 a.C. Trovato nelle Terme di Traiano, 1506. – Wikipedia, pubblico dominio

I Troiani, credendo che Lacoonte fosse stato ucciso dagli dei per punizione, presero questa uccisione come un segno e portarono il cavallo all’interno della città, causando così la rovina di Troia.

Stralcio testo tratto dalla pagina: recensioni936.wordpress.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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