Anton Raphael Mengs – Parnaso – Wikipedia, pubblico dominio

Le Muse sono figlie di Zeus e di Mnemosine (il cui nome vuol dire memoria) a sua volta figlia di Urano e di Gaia,
Zeus si unì a lei in Pieria, per nove notti di seguito e, in capo ad un anno, ne ebbe nove figlie, ossia le Muse.

Le genealogie differiscono, ma tutte evidentemente si ricollegano, più o meno indirettamente, a concezioni filosofiche sul primato delle musica nell’Universo; le Muse infatti presiedono al pensiero in tutte le sue forme: eloquenza, persuasione, saggezza, storia, matematica, astronomia.

Esistevano vari gruppi di Muse, nei quali pure il numero variava, ma i due principali erano quelle delle Pieridi (di “Pieria”, in Tracia) e quelle della Beozia, alle pendici dell’Elicona, che erano alle dipendenze di Apollo, il quale dirigeva i loro canti

A partire dall’epoca classica il numero nove s’è imposto e ciascuna, a poco a poco, ha ricevuto una determinata funzione, d’altronde variabile secondo gli autori; si ammette in genere la lista seguente:

Le nove Muse canoniche. Da sinistra a destra: Clio, Thalia, Erato, Euterpe, Polyhymnia, Calliope, Terpsichore, Urania e Melpomene. Disegno di un sarcofago al Museo del Louvre. – Wikipedia, pubblico dominio

Le Muse non possiedono un ciclo leggendario loro proprio. Intervengono come “cantanti” in tutte le grandi feste degli dei; il loro canto più antico è quello che esse intonarono dopo la vittoria degli Olimpici sui Titani, per celebrare la nascita di un ordine nuovo; sono presenti alle nozze di Teti e Peleo, a quelle d’Armonia e Cadmo e in altre occasioni. In compenso a ciascuna di loro è attribuita qualche avventura amorosa: Calliope, ad esempio, è madre di Orfeo, il divino cantore con la lira.

 

Stralcio testo tratto dalla pagina: birielesueamiche.forumcommunity sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

vedi anche: