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Per comprendere la Genesi biblica, è utile esaminare la mitologia sumera, che racconta di divinità chiamate Anunnaki, creatori dell’uomo a loro immagine, proprio come Dio nella Bibbia. La storia dell’umanità è stata progressivamente retrodatata: inizialmente attribuita ai Greci, poi agli Egizi, fino a riconoscere nei Sumeri, attivi già intorno al 3000 a.C., la vera culla della civiltà.

Nei testi antichi, uomini e dèi interagivano direttamente: parlavano, stipulavano accordi, si tradivano e si servivano a vicenda. Non esisteva ancora l’idea di un dio unico, ma una pluralità di divinità tra cui scegliere. Questa visione differisce da quella successivamente costruita dalle religioni monoteiste.

Secondo i Sumeri, esiste un pianeta chiamato Nibiru, con un’orbita di 3.600 anni, il cui movimento atipico suggerisce che sia stato catturato dal nostro Sistema solare. Alcune teorie alternative ipotizzano che un suo satellite abbia impattato la Terra, generando la Luna e la fascia degli asteroidi.

Gli Anunnaki sarebbero giunti sulla Terra in cerca di oro, necessario per salvaguardare l’atmosfera del loro pianeta. Questa ricerca dell’oro si riflette nei miti di un’antica “Età dell’Oro“, periodo in cui gli dèi erano presenti tra gli uomini.

Enki con i fiumi Tigri e Eufrate che sgorgano dalle sue spalle. Ai suoi piedi la capra, suo animale simbolo. – Wikipedia, pubblico dominio

Gli Anunnaki, affaticati dal duro lavoro nelle miniere, si ribellarono. Enki, uno dei loro leader, propose di modificare geneticamente gli ominidi presenti sul pianeta per creare esseri in grado di sostituirli.

Con l’aiuto di Ninhursag, “la Dea Madre“, nacque il LULU, un ibrido tra uomo e divinità. Questo essere, chiamato anche ADÁMÁ (da cui il biblico Adamo), segna l’origine dell’Homo sapiens, secondo questa interpretazione dei miti sumeri.

Raffigurazione della dea sumera Ninhursag – Wikipedia, pubblico dominio

Creati per obbedire e lavorare, gli uomini divennero servitori degli Anunnaki. Curiosamente, la Bibbia afferma che dopo la creazione dell’uomo, “Elohìm desistette da ogni opera sua“. Un’affermazione che sembra riecheggiare il racconto sumero: gli dèi, dopo aver plasmato gli uomini, si ritirarono, avendo raggiunto il loro scopo

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