Un tema affascinante. Vi propongo la rilettura di un testo e che ho tratto da  nibiru2012.it

Oggi vi presentiamo uno stralcio degli scritti di Biglino sull’origine dell’uomo con l’accurata prefazione di Cristina Bassi

La ricerca e l’opera di Mauro Biglino trovo siano preziosi stimoli e fonti di riflessione per ogni libero pensatore o quantomeno per chi è alla ricerca di una spiritualità autentica, che conduca al senso del nostro esistere e non semplicemente alla pacificazione delle nostre – comprensibilissime- ansie, paure, desideri di un salvatore o di qualcuno che si prenda carico “benevolmente” di noi.

In questo viaggio verso la verità, il senso e l’autenticità, non puo’ esserci spazio per il dogma, ovvero l’indiscutibile “a priori”, né per emozionali atti di “fede cieca”. Intendo il “dogma” a largo spettro, non solo quello istituzionalizzato dalla religione che conosciamo. Anche nei mondi alternativi ne possiamo trovare traccia. Il perché, per me, è presto detto: senza un cambio di coscienza (ovvero modificazione di frequenze e di informazioni interne) non andiamo da nessuna parte, nè ci “salviamo”. Il dogma non crea consapevolezza, ma solo rigidità pacificata da una apparente tranquillità e sicurezza.

Le tesi di Biglino, documentate e anche riscontrabili in altri ricercatori e culture, sono stimolanti e shockanti al tempo stesso; ricordano e insegnano ancora una volta che la vera rivoluzione non puo’ che essere interiore, riguardare proprio il nostro pensiero, il nostro modo di pensare e correlare, di osare l’inaccettabile o l’impossibile. Quindi di “vedere”.

Nel libro da cui è preso quanto segue, si trovano tracce sulla creazione aliena dell’uomo; sulla verità sui dieci comandamenti; le visioni degli UFO da parte dei profeti così come loro stessi le hanno raccontate e sul brano in cui l’Antico Testamento afferma in modo sconcertante che Dio muore come tutti gli uomini; ma anche sulle figure degli angeli spogliate di tutto ciò che su di loro è stato inventato nei secoli; non ultimo sulla probabile fonte di ispirazione del Vangelo di Giovanni, il piu’ “mistico, esoterico, elevato” .

Queste scoperte, nuove visioni, “verità”, possono costare relazioni e amicizie, ovviamente. Ma trovo sia urgentemente tempo di decidere, di uscire dalla prigionia del sonno profondo, nonchè dalla ipnosi del perbenismo socio-cultural-religioso-spirituale (nella nostra cultura occidentale almeno). Una, ingannevole, gabbia dorata. Queste le conclusioni a cui son giunta nei miei oltre 5 lustri di esperienze di vita e ricerche, in mondi “spirituali” alternativi.

Buon viaggio, dunque.
Cristina Bassi.

Enki con i fiumi Tigri e Eufrate che sgorgano dalle sue spalle. Ai suoi piedi la capra, suo animale simbolo. – Wikipedia, pubblico dominio

Gli Anunnaki che discesero dal cielo

“Nel ricostruire la storia dell’uomo gli studiosi hanno progressivamente retrodatato le origini della civiltà: prima ritenute frutto della cultura greca, sono state poi rinvenute nella grandezza dell’antico Egitto, almeno fino a quando non si è riconosciuto che Babilonia e Assiria, ma soprattutto i Sumeri di cui sono figlie, risalgono a periodi ancora antecedenti: intorno al 3000 a.C.

E proprio i Sumeri sono la fonte di quelle teorie (…) Che cosa ci raccontano allora i fondatori di tutta la civiltà umana?

Ci raccontano che esiste nel Sistema solare un pianeta di cui noi ufficialmente non conosciamo ancora l’esistenza; un pianeta chiamato NIBIRU che ha un’orbita retrograda rispetto a quella di tutti gli altri pianeti e la cui durata è pari a 3.600 anni terrestri. Il nome NIBIRU significherebbe “Pianeta dell’attraversamento” proprio perché questo corpo celeste attraversa in senso contrario le ellissi percorse dai suoi “colleghi” (quelle di Marte e Giove in particolare).

L’orbita retrograda ci fa pensare che NIBIRU non può essere stato generato con il Sole, come gli altri pianeti, per cui deve necessariamente essere stato “attratto e catturato” dalle forze gravitazionali del nostro Sistema solare: questo è proprio ciò che affermano i racconti dei Sumeri (secondo le interpretazioni degli autori considerati “alternativi” rispetto alla scienza ufficiale).

Un satellite di questo pianeta avrebbe addirittura impattato con la Terra, producendo la grande depressione che si trova sotto l’Oceano Pacifico: nel corso di questo scontro dalle dimensioni cosmiche si sarebbero originate l’orbita attuale della Luna e la fascia degli asteroidi.

(…) Questo pianeta, proseguono i racconti dei Sumeri, sarebbe abitato da quelli che loro definiscono ANUNNAKI (Sitchin traduce letteralmente questo termine con un’espressione che indica “coloro che dal cielo sono scesi sulla Terra”, corrispondente agli Anaqìm della Bibbia). Questi individui sarebbero giunti sul nostro pianeta in cerca di oro perché questo metallo era indispensabile per creare una sorta di effetto serra sul loro pianeta: polverizzato e diffuso nell’atmosfera avrebbe rallentato il processo di progressivo raffreddamento che NIBIRU stava subendo.

Come non pensare immediatamente ai miti diffusi pressoché in ogni angolo della Terra (in Occidente ricordiamo Esiodo, Platone, Ovidio…) che affermano come ci sia stata una non meglio precisata “Età dell’Oro”, l’epoca degli dèi, il tempo in cui Essi erano qui tra noi… Se questi racconti sono veritieri, sarebbe facile identificare questo tempo primordiale come quello in cui gli “dèi”, cioè questi esseri venuti dall’alto, erano sulla Terra a cercare l’oro!

In questo caso non sarebbero miti elaborati per fantasticare di una inesistente ma desiderata epoca felice, bensì il ricordo di eventi precisi, il ricordo cioè di quando gli “dèi” erano veramente sulla Terra e l’oro era il motivo concreto della loro presenza. Un’età dedicata interamente alla sua ricerca, estrazione e lavorazione; un’età in cui gli uomini avevano con loro un rapporto diretto.

Stando a queste “incredibili” teorie, gli ANUNNAKI/ANAQITI scesero sul nostro pianeta in gruppi di 50 (fino a raggiungere il numero complessivo di 600, per un totale finale dunque di 12 gruppi) e costruirono la loro prima base in ERIDU: un avamposto situato all’estremo Sud della Mesopotamia e il cui nome significherebbe, sempre secondo il già citato studioso, “casa del mondo lontano” o “casa lontano da casa”.  

Rappresentazione artistica di barche al porto di Eridu – Wikipedia, pubblico dominio


L’origine della civiltà

Sorgeva su una collina eretta artificialmente alla foce dell’Eufrate: che sia questo il ricordo di quando il Dio della Genesi biblica divise le acque per ricavarne l’asciutto e rendere possibile la vita sulla terra, resa in questo modo disponibile? Il sottosuolo, come ben sappiamo, era ricco di petrolio ed era quindi una fonte di energia preziosa per le strutture che dovevano essere realizzate. Inoltre le ampie pianure favorivano la costruzione di veri e propri campi di atterraggio…

Il comando dell’intera spedizione era in capo a quello che noi potremmo considerare una sorta di imperatore, ANU, il Sovrano assoluto che risiedeva su NIBIRU.

La direzione operativa venne affidata in un primo tempo a uno dei suoi due figli, ENKI, cui si affiancò e poi sostituì il fratello ENLIL. Questo passaggio di comando avvenne quando ENKI assunse il controllo delle operazioni di scavo nelle miniere d’oro situate nel Sud dell’Africa, nel territorio che corrisponderebbe all’attuale Zimbabwe.

Raccontano i Sumeri che gli ANUNNAKI addetti ai faticosissimi lavori di scavo, dopo alcune decine (di migliaia!) di anni terrestri si ribellarono e chiesero di poter essere dispensati. Dopo vari tentativi di comporre quella che aveva tutta l’aria di essere ciò che noi definiremmo una vera e propria “vertenza sindacale”, ENKI riuscì a ipotizzare ed elaborare una soluzione alternativa che si rivelò veramente decisiva: non solo per loro, ma anche per noi, possiamo dire ora!

Nel corso della permanenza in quel territorio, il comandante ENKI aveva infatti avuto modo di osservare alcuni piccoli ominidi (Homo erectus? Homo habilis?) e pensò che avrebbero potuto essere opportunamente trasformati e utilizzati per sostituire gli ANUNNAKI, stanchi e in perenne stato di protesta e rivolta. Narra il mito sumerico che gli dèi, costretti a scavare e ammucchiare terra, si lamentavano della loro vita e ritenevano ENKI colpevole di quella loro gravosa situazione.

La madre di ENKI, allora, sollecita il figlio a intervenire per aiutare gli ANUNNAKI che faticano troppo: lo invita apertamente a creare un sostituto – un doppio – degli dèi affinché possano liberarsi dal peso del lavoro… gli suggerisce di plasmare dei servitori.

Il figlio le risponde che la creatura che lei ha indicato in realtà esiste già e le chiede di fissare su di essa l’immagine degli dèi. Grazie alle loro conoscenze scientifiche, questi ANUNNAKI effettuarono così una serie di esperimenti manipolando geneticamente gli ominidi con l’innesto di una porzione del proprio DNA.

Impressione del sigillo a cilindro accadico raffigurante una dea della vegetazione, forse Ninhursag, seduta su un trono circondato da fedeli (circa 2350-2150 a.C.) – Wikipedia, pubblico dominio

La creazione

Tale progetto fu realizzato in collaborazione con NINHURSAG, la sposa di ENKI, conosciuta poi – non a caso! – come “la Dea Madre” (o “Mami”) o anche come “Colei che dà la vita”. Operando nel loro laboratorio, conosciuto come “Camera delle creazioni”, dopo vari tentativi – di cui molti fallimentari… – produssero la nuova creatura chiamata LULU, cioè “il mescolato, il misto”, il prodotto di una commistione di patrimoni genetici.

Questa nuova creatura era anche chiamata ADÁMÁ, da cui il biblico ADÁM, “quello della terra”, “il terrestre”… Questi esseri (dèi? Anunnaki/Anaqiti?), scesi dal cielo sulla Terra, avevano insomma generato l’Homo sapiens. Tutto questo sarebbe avvenuto circa 300.000 anni fa a nord dello Zimbabwe e, a quanto si sa, è proprio intorno a quell’epoca e in quella parte dell’Africa Orientale che i paleoantropologi farebbero risalire la comparsa dell’Homo sapiens….

Stralcio testo tratto dalla pagina: nibiru2012.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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