Matteo 6, 1-4

[1] Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
[2] Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
[3] Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,
[4] perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

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Luca 12:1-3

1 Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.

 

Apocalisse, la bestia dalle sette teste venerata dai un ipocrita mentre schiaccia un Santo, da ‘The Sum Roy’ da Brother Lawrence – Wikipedia, pubblico dominio

 

RIFLESSIONI

 

Scrive Gianfranco Ravasi in CULTO E MORALE (Mattutino – Avvenire del 21/07/2011):

Il culto senza morale produce ipocriti e superstiziosi. La morale senza culto produce filosofi e saggi mondani. Per essere cristiani bisogna unire insieme le due cose. 
Il cuore della predicazione profetica stava tutto qui: il culto senza la morale è vano, la preghiera senza una vita coerente e giusta è ipocrisia. 
Lapidario Isaia: «Non posso sopportare delitto e solennità» (1,13). 
Radicale Osea, citato anche da Gesù: «Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti» (6,6). 
A questo impegno di base dell’autentica religiosità ci conduce anche una donna del Seicento francese che abbiamo già avuto occasione di far idealmente parlare in questa nostra rubrica quotidiana, Madame de la Sablière, amica del filosofo Pascal e, come lui, legata alla spiritualità del convento di Port-Royal, ove si ritirerà una volta rimasta vedova. Essa, però, propone alla nostra considerazione anche il rovescio della medaglia, non esaminato esplicitamente dai profeti. Se ci può essere un culto senza morale, può anche esistere una morale senza culto… (continua)

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In poche parole evidenziamo gli elementi essenziali di questo  brano (Luca 12:1-3). L’intenzione di Gesù è chiara: mettere in guardia  coloro che lo ascoltano, dal pericolo dell’ipocrisia. La parola “ipocrisia” viene dal greco “fingere”. L’ipocrita è una persona finta  che spesso nasconde le sue reali intenzioni, le sue idee. Chi sceglie nella sua vita  questa strada, spesso agli altri si mostra gentile, disponibile, buono,   ma non perde poi occasione per parlare alle spalle, per manifestare  in altri ambiti i suoi veri pensieri o le sue relai intenzioni.
L’ipocrisia è un pericolo grande, perchè  metti in pericolo l’amore per la Verità.
Nel finale di questo episodio appare in tutta la sua bellezza l’immagine della Verità che, alla fine dei tempi, sarà urlata in pieno giorno dalle terrazze, in modo che,  tutto ciò che è stato ipocrisia e finzione, possa essere una volta per tutte smascherato.  (stralcio testo tratto da: lucavergani.eu)

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