(Beata Vergine Maria del Monte Carmelo – memoria liturgica il 16 luglio)

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La Vergine Maria dona lo Scapolare a San Simone Stock – di Alfonso Balzico (1825-1901) – Chiesa di Santa Maria della Vittoria, Roma, Italia. – Wikipedia, pubblico dominio

San Simone Stock, generale dei Carmelitani, nella notte dal 15 al 16 luglio 1251 pregava intensamente la Madonna che, in pegno della sua protezione per il suo Ordine, lo distinguesse con un segno speciale. La Vergine Santissima, apparendogli, gli disse: 
“Ricevi, diletto figlio, questo scapolare del tuo Ordine, come contrassegno della mia fratellanza, esso è il segno del privilegio che ho ottenuto a te e a tutti i figli del Carmelo: chi morrà piamente rivestito di quest’abito sarà preservato dal fuoco dell’inferno: esso è un pegno di salute, una salvaguardia nei pericoli, un segno d’alleanza eterna.”

Altro privilegio, noto come privilegio sabbatino, risale alla visione di papa Giovanni XXII (1322) che riferisce di una sua visione della Vergine, che avrebbe promesso la liberazione dal purgatorio il primo sabato dopo la morte per i Carmelitani e anche per i “confratelli” dell’Ordine, che avessero osservato la castità del loro stato, fatto preghiere e portato l’abito del Carmelo.
L’abito, che all’inizio indicava specificamente il mantello, presto venne inteso solo come “Scapolare“. È certo che le due asserite promesse a San Simone (salvezza eterna) e a Giovanni XXII (liberazione dal purgatorio il primo sabato dopo la morte) incisero molto sulla diffusione della devozione alla “Madonna del Carmine” (come è più usualmente chiamata tra i fedeli) e sul moltiplicarsi di “confratelli” aggregati all’Ordine mediante il piccolo abito (“abitino”) o Scapolare.


Paolo V si esprime così:

“Si può piamente credere che la Vergine Maria, con le sue continue intercessioni, pii suffragi e meriti e con una speciale protezione aiuta i Confratelli del Carmelo, morti in grazia di Dio, a uscire dal purgatorio e ciò specialmente nel giorno di sabato, giorno a lei dedicato.” 

Pietro Novelli – Nostra Signora del Monte Carmelo – Wikipedia, pubblico dominio

Il beato Claudio de la Colombière, diceva: “non esservi devozione tanto confermata con miracoli e prodigi come quella dello Scapolare. Questo privilegio è concesso anche ai semplici fedeli, a patto di ricevere l’imposizione dello scapolare e portarlo piamente, vivendo in grazia di Dio, ottenendo la protezione della Vergine e la perseveranza finale. chi peccasse con la speranza di essere salvato, si demeriterebbe la protezione peccando contro lo Spirito Santo. Si diffonda questa devozione e ciascuno porti con fede lo scapolare della Madonna del Carmelo. Sono piccoli aiuti che ci danno una mano nel cammino verso il Cielo.”

Scapolare” viene da “scapola” e indica quell’indumento che presso molti istituti di monaci o frati nel Medio Evo ricopriva sia il petto che le spalle (in latino: scapulæ), dopo averlo infilato per la testa. Serviva generalmente per i tempi di lavoro, così da proteggere l’abito. L’abito aveva però un significato soprattutto simbolico, significava il “giogo dolce” di Cristo (cfr. Mt.11,29), così che abbandonare l’abito voleva dire sconfessare la disciplina monastica abbracciata, abdicare al servizio di Dio, mancare di fedeltà agli impegni assunti. Nell’ordine carmelitano – per le caratteristiche proprie di quest’Ordine – lo scapolare assunse ben presto un significato mariano.

L’Ordine Carmelitano, a differenza di quasi tutti gli altri ordini religiosi, non ha un preciso fondatore: alla sua origine c’è infatti un gruppo anonimo di eremiti, che, nel XII secolo, si ritirarono sul Monte Carmelo, in Palestina, per vivervi in solitudine, ascesi e preghiera contemplativa, a imitazione del profeta biblico Elia. Il loro nome originario è “Fratelli della Beata Vergine Maria”, fatto che li caratterizzerà, fin dall’inizio, assieme al legame con Elia, contemplativo e profeta, come “l’ordine della Vergine”.

 


LA FAMIGLIA SPIRITUALE DI SANT’ELIA

Nello scenario esuberante e poetico della Galilea, in un piccolo promontorio sopra il Mare Mediterraneo, si eleva il Monte Carmelo, rifugio di molti virtuosi santi che, nell’Antico Testamento, si ritiravano in quel luogo solitario per pregare per la venuta del Divino Salvatore.
Ma nessuno di loro, tuttavia, impregnò di tante virtù quelle rocce benedette quanto Sant’Elia. 

Dettaglio pavimento Cattedrale di Siena, Elia nutrito dai corvi nel deserto – Wikipedia, pubblico dominio

Quando il profeta dello zelo ardente si ritirò lassù, verso il IX secolo prima dell’Incarnazione del Figlio di Dio, erano tre anni che un’implacabile siccità chiudeva i cieli della Palestina, castigando l’infedeltà degli ebrei verso Dio. Mentre pregava con fervore, chiedendo che il castigo fosse alleviato per i meriti di Quel Redentore che sarebbe dovuto venire, Elia mandò un servo sulla vetta del monte, ordinandogli: 
Vai e guarda dal lato del mare…”.  
Ma il servo non vide niente. E, scendendo, disse: 
“Non c’è nulla”

Fiducioso, il Profeta gli fece fare sette volte l’infruttuosa scalata. Alla fine il servo ritornò, dicendo: 
Vedo una nuvoletta della grandezza di un’orma di un uomo“. 
Difatti, la nube era tanto piccola e diafana che sembrava destinata a scomparire al primo soffio dell’infuocato vento del deserto. Ma no; a poco a poco crebbe, si allargò nel cielo fino a coprire tutto l’orizzonte e precipitò sulla terra sotto forma di abbondante acqua. Fu la salvezza del popolo di Dio.

Una bella tradizione ci dice che, sull’esempio di Sant’Elia, vi furono sempre sul Monte Carmelo eremiti che lassù vissero e pregarono, recuperando e trasmet­tendo ad altri lo spirito eliatico. E quel luogo santificato da uomini contemplativi richiamava altri contemplativi. Verso il secolo IV, quando cominciarono ad apparire i primi monaci solitari dell’Oriente, le pendici rocciose del Monte Carmelo accolsero una cappella, nello stile delle comunità bizantine, le cui tracce si vedono ancor oggi. Più tardi, verso il secolo XII, un gruppo di nuove vocazioni, questa volta venute dall’Occidente unita­mente alle Crociate, aggiunse nuovo fervore all’antico movimento. Subito venne edificata una piccola chiesa dove la comunità si dedicava alla vita di preghiera, sempre animata dallo spirito di Elia. La piccola “nuvoletta” cresceva sempre di più.

La crescita del numero dei fratelli della Madonna del Monte Carmelo rendeva necessaria un’organizzazione più perfezionata. Nel 1225 una delegazione dell’Ordine si diresse a Roma per richiedere alla Santa Sede l’approvazione di Una Regola, effettivamente concessa dal Papa Onofrio III nel 1226.

Con l’invasione dei luoghi santi da parte dei musulmani, il superiore del Monte Carmelo diede il permesso ai religiosi in occidente dove trasferirsi fondarono nuove comunità, ciò che molti fecero dopo la caduta dell’ultimo baluardo di resistenza cristiana, il Forte San Giovanni d’Acri. I pochi che vi erano rimasti furono martirizzati mentre cantavano la “Salve Regina”. 

Stralcio testo tratto dalla pagina: preghiereagesuemaria.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

Alsazia, Bas-Rhin, chiesa abbaziale di Saint-Maurice d’Ebersmunste – Madonna col Bambino detta Madonna dello Scapolare – Wikipedia, pubblico dominio


ESEMPI DI CONVERSIONE E MIRACOLI

Lo Scapolare non è soltanto uno strumento che ci garantisce l’indulgenza divina nell’istante dell’ultimo respiro. Esso è anche “un sacramentale”, che attrae le benedizioni divine su chi lo usa con pietà e devozione. Innumerevoli miracoli e conversioni hanno dimostrato la sua efficacia spirituale tra i fedeli. Nelle “Cronache del Carmelo” ne troviamo innumerevoli esempi. Vediamone appena qualcuno.

1 – Nello stesso giorno in cui San Simone Stock ricevette dalla Madre di Dio lo Scapolare e la promessa fu chiamato ad assistere un moribondo, che era disperato. Quando arrivò, mise sul pover’uomo lo Scapolare che aveva appena ricevuto, chiedendo a Nostra Signora che mantenesse la promessa che gli aveva appena fatto. Immediatamente l’impenitente si pentì, si confessò e morì nella grazia di Dio.

2 – Sant’Alfonso Maria de’ Liguori morì nel 1787 con lo Scapolare del Carmelo. Quando venne avviato il processo di beatificazione del santo vescovo, all’aprirsi del suo tumulo si constatò che il corpo era ridotto in cenere, così come il suo abito; soltanto il suo Scapolare era completamente intatto. Questa preziosa reliquia si conserva nel Monastero di Sant’Alfonso, a Roma. Lo stesso fenomeno di conservazione dello Scapolare si verificò quando venne aperto il tumulo di San Giovanni Bosco, quasi un secolo dopo.

3 – Nell’ospedale di Belleview, di New York, fu ricoverato un anziano. L’infermiera che lo assistette, vedendo sopra le sue vesti uno Scapolare colore castagno scuro, pensò subito di chiamare un sacerdote. Mentre questi recitava la preghiera degli agonizzanti, il malato aprì gli occhi e disse: “Padre, io non sono cattolico”. “Allora, perché usa questo scapolare?”. “Ho promesso ad un amico che l’avrei usato sempre e di pregare tutti i giorni un’Ave Maria”. “Ma sei in punto di morte. Non vuoi diventare cattolico?”. “Sì, Padre, lo voglio. L’ho desiderato tutta la mia vita”. Il sacerdote lo preparò rapidamente, lo battezzò e gli somministrò gli ultimi sacramenti. Poco tempo dopo il povero signore moriva dolcemente. La Santissima Vergine aveva preso sotto la sua protezione quella povera anima che indossava il suo scudo”..

Stralcio testo tratto dalla pagina: parrocchie.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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