(Materdomini è il composto latino di un Titolo attribuito alla Vergine dal Concilio di Efeso nell’anno 431, quando i Padri conciliari e il popolo proclamarono con entusiasmo Maria Madre di Dio.)

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Ritratto di Gerardo Maiella. Presumibilmente tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, autore sconosciuto. – Wikipedia, pubblico dominio.

Carissimi lettori,

questo numero del pensierificio, dedicato alla mia regione avita, mi invita a ricordare  gli anni della mia infanzia. L’inviato per ragioni di spazio, ha dovuto limitare il suo scritto. Io però debbo apportare un’aggiunta all’argomento che avrebbe meritato di essere trattato in modo più ampio, se ce ne fosse stato spazio. 

Mi riferisco alla località dove sono nata, Caposele – “Materdomini“, sede del Santuario dedicato a San Gerardo Maiella, molto conosciuto  per il famoso dono dell’ubiquità, la scienza infusa, le estasi, visioni, e infiniti miracoli. A leggere la storia di questo Grande Santo sembra un racconto avvincente per bambini per le infinite sorprese che accadevano per mezzo di Lui. Ad es., un Arcangelo che Gli porta la Santa Comunione, una statua che improvvisamente si anima, ceste vuote che si riempiono immediatamente di pane, un uccello che sfreccia nell’aria per posarsi sul suo dito e cantare per un bambino in pianto ecc. 

Siamo in Irpinia, la cui storia affonda nella notte dei tempi, avvolta da poesia e miti, ricca di memorie e di incanti.

Materdomini si trova su un colle ameno a 590 metri s.l.m e domina tutta la verdeggiante Valle Del Sele, famosa per le sorgenti del fiume Sele. Circondata dai Monti Paflagone, dal contrafforte di Valva Colliano, dal Cervialto e da tutta la catena dei monti Alburni, ne fa una ridente altura, meta oggi non solo di pellegrinaggi al Santuario ma anche di turismo laico montano per la ricca e confortevole catena alberghiera.

A pochi Km. c’è l’Altopiano Laceno, attrezzatissima zona sciistica per il turismo invernale. 

San Gerardo Maiella, chiesa di Santa Brigida, Napoli, opera anteriore al 1905. – Wikipedia, pubblico dominio.

Ma perchè questo luogo si chiama “Materdomini San Gerardo“?

Secondo un’antica tradizione fu trovata per caso nel bosco una statua della Madonna da alcuni pastorelli, intenti ad accudire i loro armenti.

Fu la Madonna stessa a rivelarsi MADRE DI DIO (Materdomini) e a chiedere che lì dove era stata trovata si erigesse una cappella in Suo Onore, cosa che i pii pastori fecero tempestivamente.

Ben presto vi affluirono pellegrini richiamati dalla devozione alla Santa Vergine inginocchiata con le mani giunte e gli occhi rivolti al cielo, come ancora oggi si può vedere nel Santuario,

La chiamano la statua della Madonna piccola (per chi non è attento), in realtà è piccola perchè genuflessa. 

Nel 1733 d’estate arrivò da Muro Lucano alla volta di Materdomini un pellegrinaggio per l’unica via dei monti, composto da uomini, donne e bambini, al chiaro di luna, di montagna in montagna con l’immagine della Vergine su uno stendardo a guisa di insegna cantando e pregando. Giunti al Santuario si inginocchiarono davanti alla Vergine e pregarono a lungo. Dopo, giovani e non, si riposarono e si rifocillarono in mezzo ai prati circostanti. Un fanciullo di sette anni che era arrivato attaccato alle gonne della mamma fin lassù non si mosse; rimase immobile a fissare la Madonna con le pupille dilatate. Venne richiamato bruscamente alla realtà dalla mamma, così svegliandosi come da un sogno si alzò e la seguì fuori dalla chiesa.

Questo fanciullo, andato in estasi era GERARDO MAIELLA.

Per questo fatto oggi MATETRDOMINI è più che mai un luogo consacrato al culto della Vergine ed allo stesso Gerardo diventato poi santo.

Oggi la piccola chiesetta sorta nel 1733 è una sontuosa Basilica che domina tutta la valle. 

La facciata dell’antica Basilica dedicata a San Gerardo Maiella a Materdomini (AV) – Wikipedia, foto di Gerrusson , opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0

Mi affollano la mente le “gesta” di questo grande Santo, che per me rappresenta un sostegno morale notevole. Infatti nelle mie giornate ho la sensazione si sentirmi accompagnata da lui nelle prove più difficili della vita, quasi a tendermi una mano e dire: ”non temere  io proteggerò il tuo cammino”.

Oggi in un mondo contrassegnato da stress, morte, soprusi, violenza, paura di vivere e speranze, ritengo di doversi rivolgere a questo Santo che, morto giovanissimo di tisi, provato da sofferenze di ogni tipo, è faro di luce contro le tenebre della vita odierna. Io l’ho scelto come compagno di viaggio nel pellegrinaggio della mia vita, convinta di scorgere il volto di Dio.

Cettina

 

Per saperne di più, consultate i moltissimi siti presenti in internet. Ne suggerisco uno che è il sito ufficiale del Santuario: www.sangerardo.eu

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