Mirina, regina delle Amazzoni, attaccò dalla base di Chersoneso gli Atlanti, il popolo più civile a occidente del Nilo, che ha la sua capitale nell’isola atlantica di Cerne.

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Mirina radunò un esercito di ventimila cavalieri e tremila fanti. Tutte portavano archi e quand’erano costrette a battere in ritirata se ne servivano per scoccare contro i loro inseguitori frecce infallibili. Indossavano armature fatte con la pelle dei serpenti libici, di incredibili proporzioni.
Invaso il territorio degli Atlanti, Mirina inflisse loro una irrimediabile sconfitta. Poi sboccò a Cerne, conquistò la città, passò tutti gli uomini validi a fil di spada, portò i bambini e le donne prigionieri e rase al suolo le mura. Quando gli Atlanti superstiti acconsentirono ad arrendersi li trattò con nobiltà e per compensarli della perdita di Cerne costruì la nuova città di Mirina, dove si stabilirono i prigionieri e chiunque altro desiderasse viverci.
Gli Atlanti le tributarono allora onori divini e Mirina acconsentì a proteggerli dalla vicina tribù dei Gorgoni.
In una furibonda battaglia, Mirina riportò la vittoria, e inoltre catturò non meno di tremila prigioniere, ma molte Gorgoni riuscirono a fuggire. La notte tuttavia, mentre le Amazzoni banchettavano per festeggiare la vittoria, le Gorgoni prigioniere rubarono le armi delle loro guardie e ne uccisero un gran numero, ma ben presto, le Amazzoni si risollevarono e massacrarono le ribelli.

Samotracia (Grecia), Santuario dei grandi Dei – Foto di Félix Potuit – Wikipedia, pubblico dominio.

Mirina tributò grandi onori alle sue compagne morte e innalzò loro tre grandi tumuli che sono ancor oggi chiamati Tombe delle Amazzoni. Malgrado la disfatta, le Gorgoni riuscirono a ristabilire il loro potere.
Più tardi, dopo aver conquistato gran parte della Libia, Mirina entrò in Egitto con un nuovo esercito, si alleò a re Oro, figlio di Iside, e passò ad invadere l’Arabia. Taluni dicono che queste Amazzoni libiche, e non le Amazzoni del Mar Nero, conquistarono l’Asia Minore. E che Mirina, dopo aver scelto la sede che più le garbava nel suo nuovo impero, fondò molte città costiere, comprese Mirina, Cima, Pitana, Priene e le altre ancora nell’entroterra.

Conquistò anche molte isole egee, fra cui Lesbo, dove costruì la città di Mitilene, così chiamata dal nome di sua sorella che partecipò alla campagna.

Mentre Mirina era ancora impegnata nella conquista delle isole, una tempesta si abbattè sulla sua flotta; ma la Madre degli dèi guidò le navi sane e salve fino a Samotracia, allora disabitata, che Mirina consacrò alla dea-madre, innalzando altari e offrendo splendidi sacrifici.

Mirina si recò poi nella Tracia continentale dove il re Mopso e il suo alleato, lo scita Sipilo, la sconfissero in leale combattimento, e Mirina fu uccisa.
L’esercito delle Amazzoni non riuscì più a riprendersi dopo tale rovescio; sconfitte dai Traci in frequenti scaramucce, le superstiti si ritirarono infine in Libia.

 

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree.net sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…