Niccolò Paganini (1782–1840) è stato molto più di un semplice violinista: era un fenomeno. Le sue esibizioni lasciavano il pubblico tra l’incantato e l’inquieto, al punto che molti lo credevano in combutta con il Diavolo. Da qui il suo soprannome leggendario: Il Violinista del Diavolo.

Dagherrotipo di Niccolò Paganini – Wikipedia, pubblico dominio
Nato a Genova nel 1782, Paganini iniziò a suonare il violino da bambino. Ma fin da subito fece capire che era diverso dagli altri: riusciva a fare cose con lo strumento che nessun altro era in grado di fare. Scale velocissime, salti impossibili, effetti mai sentiti prima.
Il pubblico rimaneva a bocca aperta. In un’epoca senza microfoni o effetti speciali, Paganini faceva tutto da solo, con un semplice violino e un talento fuori dal comune.

Andrea Cefaly – Niccolò Paganini – Wikipedia, pubblico dominio
Proprio perché era così bravo, la gente iniziò a pensare che ci fosse qualcosa di strano. Alcuni dicevano che avesse fatto un patto con il Diavolo, in cambio della sua abilità. Altri raccontavano che durante i concerti i suoi occhi brillassero in modo inquietante o che le corde del violino si muovessero da sole.
Paganini non faceva nulla per smentire queste voci. Anzi, lasciava che circolassero. Forse capiva che il mistero attirava ancora più persone ai suoi concerti.
Oltre a essere un fenomeno sul palco, Paganini era anche un grande compositore. Scrisse musiche difficilissime, pensate per esaltare tutte le potenzialità del violino. I suoi Capricci per violino solo sono ancora oggi una sfida anche per i migliori musicisti.
Ma soprattutto, Paganini cambiò per sempre il modo di suonare il violino. Aprì nuove strade, inventò tecniche, ispirò generazioni di artisti.

Violino di Niccolò Paganini, detto il “Cannone”, costruito nel 1743 dal liutaio Bartolomeo Giuseppe Guarneri – Wikipedia, foto di I, Lucarelli rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0
Paganini morì nel 1840, ma il suo mito è ancora vivo. È diventato il simbolo del virtuoso maledetto, dell’artista geniale e tormentato, capace di stregare chiunque lo ascolti.

Paganini sul letto di morte. – Acquerello, firmato ‘A. Wechsler – 1920’ – Wikipedia, pubblico dominio
Oggi il suo nome è sinonimo di bravura estrema. E ogni volta che un violinista affronta uno dei suoi pezzi, si confronta non solo con una musica difficilissima, ma anche con un’eredità leggendaria: quella del Violinista del Diavolo.
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