Pubblico sotto una lettera, inviatami da un caro amico, sul tema d’attualità:
il film LA PASSIONE DI CRISTO

 

Antonello da Messina – Crocifissione, Royal Museum of Fine-Arts – Anversa – Wikipedia, pubblico dominio

Le scrivo perché domenica, con la moglie e due amici, ho visto il film più chiacchierato del momento: LA PASSIONE DI CRISTO.
Non vorrei sembrare esagerato ma si stava per trasformare nella mia passione perché stavo per svenire due volte durante il secondo tempo e quelle scene da follia, non potendomi alzare (in preda ai sudori freddi) perché incastrato nei sedili.
Dopo il primo tempo (a parte qualche imprecisione ed invenzione o licenza dell’autore) ero entusiasta del film, veramente molto ben fatto e ben girato.
La flagellazione e la Passione che prendono tutto il secondo tempo sono soltanto uno spreco di succo di pomodoro (o non so che altro) che poteva essere utilizzato meglio in qualunque altro modo.
Quelle scene di strazio della carne nulla aggiungono al valore che i cristiani assegnano alla Passione.
Si obietta: “Ma è avvenuta proprio in quel modo!” Probabilmente si, ma il film da questo punto di vista non è fatto neanche troppo bene, perché se si vuole ostentare realismo a tutti i costi allora ci si deve attenere ai testi senza inventarsi niente, e guarda caso quasi tutte le invenzioni sono fatte per rendere il film sempre più violento (dopo l’orto degli ulivi viene gettato giù da un ponticello restando sospeso per le catene, girate fra l’altro intorno al collo per suggerire a Giuda di impiccarsi, il corvo che alla fine becca sull’occhio il ladrone cieco, gli schizzi di sangue sugli occhi dei flagellatori).
Senza parlare dei soldati, che Romani o Palestinesi che fossero, fanno la figura degli imbecilli sadici che, pur avendo ricevuto l’ordine di torturarlo un po’ ma senza ucciderlo, lo riducono uno straccio.
A me risulta che nell’esercito romano chi non si atteneva agli ordini faceva una brutta fine e, soprattutto, usavano la flagellazione per fare in modo che il condannato morisse più rapidamente e, certamente, flagellare non doveva essere un piacere nemmeno per il flagellatore.
Un particolare: quando usano il flagello con gli uncini che necessità c’è, nell’economia del film, di mostrare la carne strappata dopo che hai fatto vedere come quegli uncini si conficcavano sul legno del tavolino del capo flagellatore?
Ho provato a contare le volte che cade durante la Via Dolorosa, non ricordo esattamente, ma dovrebbero essere almeno 4. Perché? Ed inoltre scene al rallentatore per accentuarne la violenza dell’urto con la testa che sbatte violentemente a terra e su di lui la croce. Altra imprecisione, a quanto ne so, perché i condannati alla crocifissione portavano solo l’asta orizzontale della croce, mentre il palo era già piantato a terra (anche perché piantare la croce a terra col condannato già inchiodato non doveva essere facile. I chiodi non furono conficcati nei polsi perché la cartilagine delle mani non terrebbe il peso del corpo appeso?)
Dove ha letto quell’operazione di rovesciamento della croce a pancia in giù? (seconda occasione di svenimento)
Viceversa mi è piaciuta la figura del Cireneo e come ha rappresentato la Risurrezione (semplice ma efficace), nonché la visione dall’alto del Cranio con le tre Croci e le pochissime persone che stavano al seguito del Figlio di Dio.
A proposito: ma dove ha letto che la Madonna sotto la croce ha parlato? “Figlio mio cuore mio”.
Comunque si capisce che il giudizio nel complesso non può che essere negativo, anche perché il tema è molto difficile e le rappresentazioni del sacro presentano diverse trappole, specialmente se si ha in mente di volere dimostrare qualcosa: quello che c’era da dimostrare lo ha dimostrato Lui morendo sulla croce in quel modo, noi non siamo in grado di aggiungerci nulla.

Marco Cicolani

21/04/2004

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