Eppure anche Diana (Artemide), selvatica Dea s‘innamorò di Orione.

Diana e Orione nel mito Romano

Una versione narra della morte di Orione per mano di Diana. Secondo questa versione, una mattina Diana passeggiava lungo la riva del mare, in attesa che Orione la raggiungesse per una nuova battuta di caccia.
Era armata di arco e la sua faretra era piena di frecce d’argento.
Mentre passeggiava, suo fratello Apollo le si affiancò sorridente, in silenzio, armato anch’esso con arco e frecce.

Apollo era contrariato dall’amore che sua sorella Diana provava per il mortale Orione, forse perché quell’amore distraeva Diana dai suoi doveri, forse per semplice gelosia. Quindi le tese un tranello, sfidandola a colpire un bersaglio mobile che in lontananza era appena visibile tra le onde del mare.
Diana accettò quella sfida e scoccò una sola freccia che colpì in pieno il bersaglio. Mentre esultava per la sua abilità si accorse che il fratello Apollo non sorrideva più e, mentre il bersaglio si avvicinava a riva sospinto dalle onde, nel cuore di Diana cresceva un’ansia profonda.
Quel corpo era di Orione che, trafitto alle tempie dalla freccia d’argento di Diana, giaceva sulla riva come fosse di marmo. Alla sua vista, Diana pianse mentre Sirio, il cane fedele, ululava nel vento.

Daniel Seiter – Diana com il cadavere di Orione, 1685 – Museo del Louvre – Wikipedia, pubblico dominio

Giove ebbe pietà di quel dolore e accolse Orione e Sirio in cielo tra le splendenti costellazioni.
Da allora, Diana, si allieta guardando Orione, il bel cacciatore. Lui, con corazza d’oro e spada d’oro, va per il cielo in traccia di favolose fiere, mentre Sirio, il suo cane fedele, lo segue traverso i campi turchini fioriti di stelle…

Diana e Orione nel mito Greco

Secondo Ferecide citato da ApollodoroOrione era un gigante, figlio di Poseidone ed Euriale (gorgone figlia di Minosse re di Creta).

Cacciatore dagli occhi celesti, usciva di notte accompagnato dal suo fedele segugio, Sirio, in cerca di prede. La dea Artemide (Diana), che con lui condivideva molte battute di caccia, se ne invaghì perdutamente e, nonostante fosse famosa per la sua sacra castità, gli fece delle esplicite offerte. Orione declinò i ripetuti inviti con garbo, spiegando alla dea che mai avrebbe potuto tradire la sua amata sposa, alla quale era eternamente grato per aver riacquistato la vista.

Cerchia di Johann Heinrich Tischbein il Vecchio – Diana e Orione – Wikipedia, pubblico dominio

Inizialmente Artemide si mise l’animo in pace, ammirando, anzi, la insolita fedeltà dell’uomo.
Quando però successivamente scoprì che Orione si era invaghito delle Pleiadi, le sette figlie di Atlante e Pleione, e che aveva cominciato a molestarle, la dea fu accecata dall’ira e per vendicare l’incredibile affronto subìto inviò un suo fedele servo, lo Scorpione; la bestia si intrufolò nella capanna del cacciatore durante la notte e ne attese il ritorno fino all’alba; il mostro continuò a rimaner nascosto fino a quando l’eroe ed il suo fido compagno non presero sonno, stanchi per un’intensa battuta di caccia, ed infine sferrò il suo attacco letale con il suo pungiglione avvelenato, prima su Orione e poi su Sirio che si era svegliato ed aveva tentato di difendere il suo padrone.

La morte di Orione

Gli antichi sono quasi tutti concordi nel raccontare che, dopo la sua morte, Quando Zeus scoprì cosa era successo, si adirò molto e dall’alto dell’Olimpo fulminò con una folgore lo Scorpione. Infine decise di far ascendere al cielo gli eroi e, da allora, Orione fu collocato in cielo dove forma la Costellazione di Orione, la più luminosa dell’Emisfero boreale, mentre affronta la carica del Toro.
Non tanto lontano da lì luccica il Cane Maggiore (con la stella Sirio, che è la più lucente dell’Emisfero Boreale). La costellazione dello Scorpione, invece, sorge esattamente quando quella di Orione tramonta, affinché il terribile mostro non possa più insidiare il grande cacciatore…

Messina Fontana di Orione – Wikipedia, pubblico dominio

Stralcio testo tratto dalla pagina: templumdianae.com sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

 

Orione in astronomia 

All’equatore Orione svetta sopra le nostre teste e rappresenta il punto di partenza per trovare tutte le altre costellazioni invernali.
Prima però soffermiamoci sulle sue stelle: ne vale davvero la pena.

Gli antichi greci immaginarono di vedervi il grande cacciatore Orione, con in mano la clava e l’arco (o in alcune versioni, la preda catturata).
La stella più luminosa è la bellissima Rigel, il piede sinistro. E’ una stella estremamente luminosa: circa 60.000 volte più del Sole. Purtroppo però è parecchio lontana: circa 770 anni-luce.
La seconda stella ha nome arabo: Betelgeuse e significa “la spalla del gigante”. E’ di colore rosso e questo tradisce la sua bassa temperatura superficiale: “solo” 3500 gradi.
Rigel invece è bianca e ha una temperatura di circa 10.000 gradi. Ancora più calde, le azzurre stelle della cintura di Orione, che raggiungono i 20.000 gradi !
Betelgeuse è una supergigante rossa: messa al posto del Sole, inghiottirebbe tutti i pianeti fino a Marte, compresa la Terra.
La spada di Orione contiene la nebulosa più bella di tutto il cielo: la grande nebulosa di Orione, visibile anche con un binocolo. Ma è con un buon telescopio che offre una visione mozzafiato, con le quattro stelle a trapezio che la illuminano e i gas luminescenti come drappeggi di seta.

Johannes Hevelius disegnò la costellazione di Orione in Uranographia, il suo catalogo celeste nel 1690 – Wikipedia, pubblico dominio

Se prolunghiamo verso sinistra la linea della cintura di Orione, incontreremo la stella più brillante di tutto il cielo: la splendida Sirio. In realtà non si tratta di un astro eccezionale: è solo cinque volte più luminosa del nostro Sole. Appare molto brillante solo perché è la seconda stella in ordine di distanza da noi.
Se però potessimo mettere Rigel al posto di Sirio, ci accorgeremmo della differenza: potremmo tranquillamente leggere il giornale, grazie alla sua fortissima luce.
Sirio è la stella principale del Cane Maggiore. A fare triangolo equilatero con Sirio e Betelgeuse troviamo Procione, la stella principale del Cane Minore.
Manco a dirlo, questi due cani accompagnano Orione nella caccia.
Se invece prolunghiamo la cintura di Orione a destra, incontreremo una stella rossa: l’occhio del Toro, “Aldebaran”. Più oltre troveremo il bellissimo ammasso aperto delle Pleiadi. Ad occhio nudo se ne contano sei o sette: al binocolo è una visione indimenticabile.

Stralcio testo tratto dalla pagina: mondomaldive.it sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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