Castello di Pizzo Calabro detto anche castello Murat – Wikipedia, foto di Belsito rilasciata com licenza CC BY-SA 3.0

François Gérard – Gioacchino Murat, re di Napoli – Wikipedia, pubblico dominio

Il castello di Pizzo Calabro fu edificato dal re Ferdinando d’Aragona nel XV per sedare le varie congiure contro di lui ordite da signorotti locali come Carlo Sanseverino, feudatario di Pizzo.

Fu però Gioacchino Murat, durante la conquista del Regno di Napoli a favore di Napoleone, ad essere apprezzato dal popolo per via delle riforme che attuò per migliorare le condizioni di vita dei suoi sudditi.

Tuttavia, a causa della disfatta subita da Napoleone, anche Gioacchino Murat fu travolto dalle conseguenze
della sconfitta e tentando di riconquistare il regno fu fatto prigioniero da Ferdinando IV di Borbone che lo rinchiuse nel castello e nel 1815 venne fucilato su suo ordine.

Molte sono le congetture a proposito della sepoltura e della fine che fecero i gioielli personali che Murat aveva al momento dell’arresto, così come del bottino di guerra che stava sulla sua nave al porto di Pizzo.

Alcuni sostengono che il corpo si trovi sepolto in una fossa comune nella navata centrale della chiesa di S. Giorgio che lo stesso Murat fece edificare a Pizzo Calabro. 

Infatti molti testimoni affermano che di notte si sentono rumori di catene nella navata, come se lo spirito di Murat chiedesse vendetta.

Lapide che ricorda il luogo di sepoltura di Gioacchino Murat nella Chiesa Matrice di San Giorgio a Pizzo Calabro. – Wikipedia, foto di Alfredo Ledonne: opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

La Chiesa Matrice di San Giorgio a Pizzo Calabro, luogo di sepoltura di Gioacchino Murat. – Wikipedia, foto di Alfredo Ledonne: opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

La chiesa che è stata anche vista illuminarsi all’improvviso mentre una voce misteriosa rimbombava all’interno della navata emettendo parole incomprensibili.

Ancora in quella chiesa una donna affermò di aver visto il fantasma di Murat coperto di ermellino librarsi nell’aria.
Inoltre gli abitanti del posto asseriscono che per un lungo periodo di anni, alla stessa ora e allo stesso giorno di quando la flotta del re venne sorpresa dalla tempesta, uno strano fenomeno atmosferico si verificava puntualmente con lampi e tuoni: era “la tempesta di Giacchinu“.
Altre storie infine parlano del fantasma di Murat che, in eterna ricerca di vendetta, si aggira inquieto nel castello.

 

Stralcio testo tratto da un articolo di Roberta Faliva pubblicato nella pagina di hesperya.net e rilasciato con licenza CC BY-NC-ND 3.0 

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