Pelike attico a figure rosse (vaso per vino) di Polygnotos, ca. 430 a.C. Da Kameiros, Rodi. – Author: Marsyas file rilasciato con licenza Creative Commons BY-SA 2.5

Per parlare della bella ninfa Rodo dobbiamo, per prima cosa, ricordare l’isola di Rodi, infatti RODE o RODO (gr. rosa) è la sposa del Sole e divinità eponima dell’isola di Rodi.

Veniamo a considerare i capostipiti e progenitori della ninfa: Gea, la madre terra, autogenerò Ponto, il cui nome vuol dire “flutto”, ed è la personificazione maschile del mare. Ponto non figura in alcuna leggenda specifica e compare solo nelle teogonie e nelle cosmogonie.

Ponto si unì alla madre e generò Alia che, a sua volta, si unì a Poseidone, il dio del mare allevato dai Telchini, e gli dette sei figli maschi e, secondo alcune tradizioni, anche la figlia Rodo, da cui il nome dell’isola di Rodi, conosciuta anticamente come “Isola delle Rose” e “Isola delle Farfalle” per la quantità di fiori e farfalle che inondavano le sue colline.

Diodoro Siculo nella sua “Biblioteca Storica” narra che Poseidone si innamorò di Alia (dea marina) sorella dei Telchini e con lei generò Rodo.

Testa marmorea del dio Helios – Museo archeologico di Rodi – Wikipedia, pubblico dominio

Elios, il Dio del Sole, si innamorò della figlia di Poseidone, la ninfa Rodo.
Rodo si unì ad Elios e dalla loro unione nacquero sette figli maschi chiamati Eliadi, come tutti gli altri ed altre figlie del dio Elios. Tra questi Cercafo il quale divise l’isola di Rodi tra i suoi tre figli: Ialisso, Camiro e Lindo (la storia attribuisce invece ai Dori, nel 1100 a.C. circa, la fondazione delle tre omonime città stato).

Per tanti secoli il dio Sole fu venerato a Rodi e questa venerazione diede vita ad una delle sette meraviglie del mondo antico, il Colosso di Rodi.
Inoltre, come apprendiamo dalla mitologia, fu il Dio Sole stesso a scegliere Rodi come sua isola preferita nel momento in cui la vide sorgere dal mare.

L’isola di Rodi ebbe nell’antichita’ diversi nomi: Ofiussa, Etrea, Macaria, Ataviria, Oloessa, Pelaghia, Piliessa, Stadia e Telchinia (in seguito all’occupazione dei Telchini che si dice arrivassero da Creta e fossero dei fabbri provetti).

Ci sono molte leggende che narrano da dove il nome Rodi derivi, tuttavia ha da sempre prevalso la correlazione con la rosa, fiore sacro ad Elios, dio del sole. Fu per questa ragione che le monete coniate a Rodi raffiguravano su di una faccia una rosa e sull’altra la testa di Elios.  

…Ed ecco al suono d’entrambi
io con Diagóras venni, a cantare
la figlia marina d’Aphrodíte,
Rhódos sposa del Sole…

Pindaro, Olimpiche 7, 14.

[Secondo un’altra versione Elios innamoratosi di Rodo, chiamò l’isola dal nome di lei Rodi, asciugò le acque che la coprivano, e, dalla terra, fece sorgere delle creature viventi: gli Eliadi.
La Mitologia parlando degli Eliadi ci dice che erano sette (nati dal suolo come gli Sparti). Ecco i loro nomi: Ochimo, Cercafo, Macar, Actine Tenage, Triopa e Candalo.]

Degli otto figli nati dall’unione di Elios e Rode, i tre maggiori – Kamiros, Ialissos e Lindos – fondarono le tre città principali. Secondo un altro mito, quando Zeus cacciò i giganti, divise la Terra tra i figli. Alla spartizione Elios era assente, ma al ritorno gli spettò una splendida isola fiorita emersa dal mare…

Image by David Mark from Pixabay

I due cervi, un maschio e una femmina, che sono il simbolo del porto di Rodi (Il secondo cervo fu sostituito, nell’era fascista, da una lupa in onore della presenza italiana nell’isola. Oggi si possono vedere nuovamente i due cervi anche se quello che ha preso il posto della lupa è di più recente fattura)