Talo era figlio della sorella di Dedalo, Policasta o Perdice.
Fu uno degli apprendisti di Dedalo, e l’aveva già superato in abilità all’età di soli dodici anni.

Dedalo – Fleet Air Arm Memorial, Londra – Wikipedia – Foto di Oneunit245, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 4.0

Un giorno Talo raccolse l’osso della mascella di un serpente o, come altri dicono, una spina di pesce; e accortosi che se ne poteva servire per tagliare un bastone a metà, ne copiò il modello in ferro e inventò così la sega.
Questa e altre utili invenzioni, quali la ruota da vasaio e il compasso per tracciare i cerchi, gli procurarono così vasta fama ad Atene che Dedalo, il quale rivendicava il merito di aver inventato la sega, ne divenne geloso. Si fece dunque accompagnare da Talo sul tetto di un tempio di Atena sull’Acropoli e, fingendo di indicargli qualcosa che si muoveva a grande distanza, lo spinse giù dal cornicione.
L’invidia non sarebbe tuttavia bastata a indurlo a quel gesto: ma egli sospettava Talo di avere rapporti incestuosi con sua madre Policasta.
Dedalo si precipitò poi ai piedi dell’Acropoli e chiuse il corpo di Talo in una sacca, proponendosi di seppellirlo in un luogo deserto.
Interrogato dai passanti, rispondeva di aver raccolto un serpente morto, come la legge prescriveva, il che non era del tutto falso, poiché Talo era un Eretteide; ma ben presto apparvero macchie di sangue sulla sacca e il delitto fu scoperto.

L’areopago condannò Dedalo all’esilio per omicidio; secondo un’altra versione, invece, egli fuggì prima che avesse luogo il processo.

Vista della sommità della collina di Marte (Areopago) dai piedi dell’Acropoli. Nell’antichità era la sede del più antico e prestigioso tribunale di Atene. – Wikipedia – Foto di George E. Koronaios rilasciata con licenza CC BY-SA 2.0

L’anima di Talo volò via sotto forma di pernice, mentre il suo corpo fu sepolto là dove era caduto.
Policasta s’impiccò quando ebbe notizia della morte del figlio e gli Ateniesi eressero un santuario in suo onore presso l’Acropoli.,

Stralcio testo tratto dalla pagina: unmondoaccanto.blogfree sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…

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