Themis o Temi, figlia di Urano e Gea, sorella perciò di Crono e zia di Zeus. Apparteneva alla stirpe dei Titani. Sposò Zeus e fu la sua consigliera: gli aveva suggerito, durante la lotta contro i Titani, di rivestire il suo scudo, l’Egida, con la pelle della capra Amaltea.
Secondo una leggenda, è la seconda, dopo Meti (o Metide), delle mogli divine di Zeus. Con quest’ultimo generò le Ore, le Parche, le ninfe dell’Eridano ed Astrea.
Secondo un’altra leggenda fu la madre di Prometeo. Stranamente, i rapporti tra Temi ed Era erano molto cordiali. Fra le divinità della prima generazione, Temi è una delle poche che si sia associata agli Olimpici condividendo con essi la vita sull’Olimpo ove stava vicina a Zeus e presiedeva all’ordine universale, ai giuramenti ed alla giustizia. Aveva poteri divinatori e si vuole che abbia fondato Delfi, considerata il centro della terra e sede dell’oracolo più celebre dell’antichità, dedicato ad Apollo. Le si attribuisce l’oracolo sulla mela d’oro e sul futuro dei figli di Teti.
Themis, dea della Giustizia greca era sovrana, prima di Apollo, del più antico oracolo di tutta la Grecia. Temi è una delle più antiche dee della giustizia, insieme a Demetra Tesmofora, “portatrice di giustizia”, “portatrice di consuetudini”, che sorveglia con la figlia Kore l´alternanza delle stagioni, l’osservanza dei vincoli matrimoniali e dei legami in genere, e alle figlie di Temi, le Ore: Dike, la patrona dei tribunali, colei che punisce i malfattori, Eunomia, dea dell´ordinamento legale, Eirene, dea della pace (secondo la descrizione di Esiodo).
Il significato del nome Temi è “irremovibile”, per questo forse è stata identificata sia come la personificazione dell’ordine legale e della giustizia eterna, sia come la dea delle leggi naturali che vigila su ciò che è lecito e illecito.
Da ricordare il famoso oracolo di Temi nel mito di Deucalione e Pirra; quando i due giovani sposi, sopravvissuti al Diluvio Universale, consultarono l’oracolo, la dea pronunciò enigmatiche parole: “Uscite dal tempio e gettate dietro le vostre spalle le ossa della Grande Madre“. Solo dopo capirono che la Grande Madre era Gea, e lanciando sassi dietro le loro spalle ripopolarono la Terra: i sassi lanciati da Deucalione diventarono uomini, quelli lanciati da Pirra, donne.
I Romani la chiamavano Justitia, giustizia. I suoi attributi sono la spada e la bilancia assieme alla cornucopia e agli occhi bendati (l’imparzialità della legge) e simboleggia il diritto e la giustizia.
Temi è spesso rappresentata come una donna con l’aria autorevole che tiene i piatti d’una bilancia con la quale pesa le argomentazioni delle controparti.
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Stralcio testo tratto dalla pagina: isolafelice.forumcommunity sulla quale vi suggerisco di continuare la lettura…